Storia

- di p.g.c.

Il palazzo pretorio di Barga (prima parte)

Quando una persona sale al Duomo di Barga, è come ascendesse verso il vero della storia di Barga, la sua essenza dell’essere. Salendo andrà sì a incontrare e conoscere la parte più elevata della città, la cosiddetta Acropoli, quella sommità degli antichi agglomerati urbani: dalla greca”acros” estrema, ”polis” città, ma come accennato, non solo questo, perché è da quell’altura, per certi versi sacra e non solo alla storia di Barga, che si può percepire l’importanza che la stessa Barga ebbe sin da tempi immemorabili. Noi vi siamo saliti e proviamo a raccontare la storia del luogo, soprattutto del Palazzo Pretorio che verso Nord ci parla di tutte le attese che questo popolo cullava nei cuori, e che fosse riunito a Parlamento sull’ampio prato: l’Arringo, o avesse affidato i suoi progetti ai rappresentanti della comunità riuniti nel palazzo a consiglio, volgeva poi lo sguardo lontano. Là a Est ai “viridi” Appennini, mentre a Ovest alle rocciose Apuane che accoglievano il loro…

- di p.g.c.

Ricordando Maria Vittoria Stefani (quarta e ultima parte)

Riprendiamo il racconto della vita di Maria Vittoria, essenzialmente nella sua dimensione pubblica. Nella seconda parte abbiamo parlato del suo impegno per Giovanni Pascoli e da lì ripartiremo, seguendo ancora le linee tracciate nell’intervento augurale che eseguì in nome dell’allora Gruppo barghigiano Amici dei Musei di Lucca, in occasione dei suoi ottanta anni: “Abbiamo parlato poc’anzi del suo impegno per Pascoli e sull’argomento dobbiamo fare un inciso: in lei è forte l’amore per il Poeta, la sua è una passione sincera e per di più ideale. Sincerità che ritroviamo in tutto le cose che riguardano Barga. Il suo contributo per onorare il Poeta fu ricercato anche per il centesimo della sua venuta a Barga, nella compilazione del libro “Caro Giovanni”, Fondazione Ricci 1995, curato da un altro grande barghigiano, Gualtiero Pia, in cui trattò il capitolo “Il bel tempo del foco e delle rocche”. Su Pascoli, correva il primo febbraio 1997, presso la sala Pro Loco di piazza Angelio, tenne…

- di p.g.c.

Ricordando Maria Vittoria Stefani (terza parte)

Siamo alla terza puntata del nostro racconto sulla vita di Maria Vittoria Stefani, deceduta il 6 aprile di questo 2015, la quale fu moglie del notaro Riccardo Stefani, assieme generando tre figli: Lucia, Luciano e Alberto. Dopo i precedenti articoli Vedi articoli precedenti (1) (2) riprendiamo il nostro filo evocativo tratto dal discorso ufficiale nell’ottantesimo compleanno pronunciato dal sottoscritto nel 1998: “Andando indietro nel tempo la ricordiamo intelligente e fattiva presidente del Gruppo Ricerche Storiche di Barga. Con la sua direzione portammo avanti diverse cose d’interesse locale. Su tutte ricordiamo, in accordo con il Comune di Barga, le giornate in memoria del barghigiano professor Cesare Biondi (1867-1936) nel 50° dalla morte, luminare di livello europeo nel campo della Medicina Legale e Sindaco di Barga, avvenute l’anno 1987. Per l’occasione, collaborando assieme, stilammo anche un libro sul personaggio dal titolo “Cesare Biondi”. Altra mostra importante fu quella dedicata al fotografo barghigiano professore di fisica, Michele Bertagna (1867-1908). Insegnate nei licei di…

- di p.g.c.

Ricordando Maria Vittoria Stefani (seconda parte)

Riprendiamo l’interrotto racconto della vita di Maria Vittoria, scomparsa il 6 aprile 2015, tratto dall’intervento “elogiativo” fatto ad Albiano di Barga il 28 marzo 1998, durante la cena sociale dell’allora Gruppo barghigiano degli Amici dei Musei di Lucca: “Questa è l’occasione per ripercorrere un poco la vita di Maria Vittoria, essenzialmente nella sua dimensione pubblica. Ci proverò, ma non nascondo che mi resta non facile per il periodo che precede la metà degli anni ’70. Dimenticherò qualcosa, forse anche d’importante, e di questo me ne scuso preventivamente. Maria Vittoria è una barghigiana DOC e quest’appartenenza alla sua terra la vive giorno per giorno con un profondo amore per tutto quanto la circonda: uomini, cose, paesaggi … Dopo le scuole dell’obbligo, si fa per dire, perché ai suoi tempi l’obbligo forse era per la prima o, la seconda elementare, mentre oggi s’intende sempre meno la media inferiore, dicevamo che dopo le scuole elementari fu iscritta alle Magistrali che si frequentavano al…

- di p.g.c.

Ricordando Maria Vittoria Stefani (prima parte)

(Foto http://www.bargainfoto.altervista.org) Quando una persona speciale ci lascia, inevitabilmente, ci sentiamo un poco smarriti, come avessimo perduto la bussola del nostro essere nella società vissuta, perché si apre un vuoto, nel caso incidente su quel terreno del continuo e appassionato mantenimento delle nostre radici storiche. Un esercizio culturale non solo diretto da Maria Vittoria ai suoi concittadini, affinché nella rivelata importanza di un passato potesse trarre auspici per il loro futuro insieme, ma offerto anche a un raggio di persone più ampio, con il fine di far conoscere l’importanza della sua Barga e della sua gente, visioni che ora si lasciano leggere nei suoi lavori letterari che hanno lo spessore, il sapore di un testamento spirituale. Efficaci scritti raccolti in diversi libri, in cui possiamo cogliere tutta la sua emozione per la terra che l’aveva vista nascere il 27 marzo 1918 da Lando Lucignani e Teresa Nardi. Scrivere in questo modo di Maria Vittoria per me è un piacere e…

- 1 di Ivano Stefani

Vittorio Capecchi, rastrellato ed internato. Ecco la sua storia

((foto tratta dal sito www.peacelink.it) Giornale di Barga del, forse, novembre 1964 o 1965 I rastrellati raccontano Rastrellati e deportati in Germania Vittorio Capecchi, nato a Barga il 5 luglio 1925, coniugato con Iva Del Checcolo, con figlio Paolo di anni 10. Abita a Barga in Via di Mezzo n. 3. Attualmente lavora nello stabilimento S.M.I. di Fornaci. Quando il 12 settembre 1944 soldati tedeschi mi portarono via da Gragliana, frazione del Comune di Fabbriche di Vallico, avevo 19 anni, indossavo un paio di calzoni corti di cotone e zoccoli ai piedi. Con questi indumenti addosso, fin dalla prima notte, in un aula dell’edificio scolastico di Castelnuovo, poi alle Casermette di Bologna e nelle baracche nel campo di Fossoli vicino a Carpi di Modena, specie durante la notte soffersi tanto freddo. Il campo di Fossoli era un centro di smistamento per gli ebrei. Di lì noi fummo avviati a Peschiera del Garda ove provvisoriamente ci accantonarono nella Fortezza, adibendoci a…

- di Redazione

Il convegno dell’Istituto Storico Lucchese sul Monte di Gragno

Sabato 28 marzo ha avuto luogo presso la Biblioteca D. Bertini di Gallicano un interessante incontro che ha visto coinvolte le tre sezioni dell’Istituto Storico Lucchese di Gallicano, della Versilia Storica e di Barga. Tanti sono stati gli intervenuti all’appuntamento: alla sala gremita di persone hanno portato il proprio saluto i direttori delle sezioni di Gallicano e Barga Laura Badiali e Sara Moscardini, e il vicesindaco di Barga Caterina Campani. Oggetto dell’incontro è stata la questione plurisecolare che ha contrapposto le due comunità di Gallicano e di Barga per il possesso e lo sfruttamento del Monte di Gragno, luogo di strategica importanza non solo per la propria posizione di accesso alla Garfagnana, ma soprattutto per la fornitura di beni di prima necessità quali legname, castagne, carbone, pascoli: l’incontro è stato quindi, simbolicamente, un confronto e una ricomposizione dei dissidi che hanno contrapposto le due comunità per secoli e secoli. L’argomento è stato approfondito dal dr. Luigi Santini, membro della sezione…

- di Ivano Stefani

Le “ferite” della guerra (2). I morti fornacini nel Secondo conflitto mondiale

(Foto-pergamena: Gruppo ricordo militari della Lucchesia – Fornaci di Barga, 1942) – Il freddo e la neve di quel lungo inverno furono tra i peggiori nemici dei soldati schierati sui crinali appenninici ed apuani, specialmente di quelli italiani arruolati nell’esercito della Repubblica Sociale. Anche la popolazione locale viveva nel disagio quotidiano. E non solo per le bombe, pure per l’approvvigionamento alimentare. La Croce Rossa, intorno alla metà di febbraio 1945, inviò – c’era bisogno anche di quello – una grande quantità di scarpe e di indumenti che furono presi in consegna da impiegati comunali presenti a Fornaci di Barga. Fu l’ECA (Ente Comunale di Assistenza) che si incaricò della loro distribuzione alla popolazione più bisognosa. Le famiglie fornacine che ne beneficiarono furono 361. Le recriminazioni, innegabilmente, durante e dopo l’assegnazione furono parecchie… All’epoca presidente di quell’ente era Mons. Lino Lombardi. La conclusione della guerra era ancora lontana, ma finalmente, dopo la metà di aprile, più per il ritiro dei nazi-fascisti…

- di Redazione

La storia di San Pietro in Campo raccontata da Cecchi

Mercoledì 11 marzo, presso Comitato Paesano di San Pietro in Campo, si è tenuto il terzo appuntamento del ciclo annuale “Un incontro al mese al Comitato”. La serata, che verteva sulla storia del paese, è stata condotta da Pier Giuliano Cecchi e aveva per titolo “San Pietro in Campo: particolari e affascinanti storie di un Borgo”. Buona la presenza del pubblico con in platea anche l’assessore alla cultura del Comune di Barga Giovanna Stefani, che ha portato il suo saluto all’iniziativa che si sta distinguendo tra gli appuntamenti barghigiani.Ad introdurre la relazione di Cecchi il presidente, il Comitato Paesano dott. Pietro Pisani. Tanti i temi trattati nella conferenza: Da “Ecclesie Campus Sancti Petri” alla parrocchia di San Pietro in Campo. Memorie dell’antico Monastero delle Agostiniane del sec. XIII, con l’illustrazione di un quasi sconosciuto documento dell’anno 1291, dal quale si apprendono i nomi delle 13 suore ivi presenti. Il dato fa capire che quel Monastero non fosse tanto piccolo, così…

- di Ivano Stefani

Le “ferite” della guerra (1)

Dall’arrivo dei Tedeschi alla battaglia di Natale Durante gli ultimi giorni del mese di maggio 1944 il presidio tedesco a Fornaci fu rinforzato. Altre truppe naziste giunsero in paese verso la fine del mese successivo. Si insediarono nell’Istituto G. Pascoli, i cui ospiti furono trasferiti a Barga nella sede dell’Istituto Magistrale presso il Conservatorio. Il 21 maggio, aerei anglo-americani calarono in picchiata nella valle del Serchio e colpirono un treno che era appena passato da Fornaci. Nei giorni successivi altri mitragliamenti centrarono diversi convogli a Fornaci e lungo il tratto Castelnuovo di Garfagnana-Fornaci di Barga e il giorno 29, sempre nei pressi del paese, fu messa fuori servizio una locomotiva. Dal 12 giugno cessò, per effetto del mitragliamento di due convogli nella stazione fornacina, ogni transito di treni sulla ferrovia Lucca-Aulla. Nel frattempo, 24 maggio, era stato abolito il trasporto pubblico su autobus, cosicché i garfagnini e il resto dei valligiani rimasero praticamente isolati. Gli obiettivi alleati, oltre alla ferrovia,…

- di Ivano Stefani

Lo sviluppo fornacino legato all’emigrazione (Terza e ultima parte)

Riprendiamo dal termine della Grande Guerra e dopo insediamento della “metallurgica” fino ad arrivare ai giorni nostri. Al termine del conflitto, tuttavia, con il ritorno ad una economia di pace, l’occupazione scese vertiginosamente: nel 1917 erano state raggiunte le 2.300 unità, con punte, utilizzando i cosiddetti “giornalieri”, tra le 4 e le 5 mila, ma l’anno dopo gli occupati erano già scesi intorno alle 900 unità, per giungere alle 240 del 1919. I licenziamenti in massa di quel dopo-guerra, tenuto conto anche del contesto socio-economico nazionale, generarono diverse agitazioni sociali. Nel settembre 1920 ci furono degli scioperi che coinvolsero persino gli impiegati dello stabilimento. Purtroppo, per parecchi lavoratori, non potendo essere ricollocati sul territorio, la via dell’emigrazione si prospettò, ancora una volta, quasi come una scelta obbligata. Qualche lavoratore prese quella decisione anche per le persecuzioni fasciste. Durante il seguente anno, nuovo denaro fu investito nella fabbrica e ciò ebbe concrete ripercussioni anche sulla manodopera che, dai 150-180 addetti del…

- di Renzo Giorgetti

Giovanni Battista Colognori, frate organaro

Giovanni Battista Colognori nacque il 27 giugno 1776 a Barga da Michelangelo Colognori. Scriveva lo storico barghigiano Pietro Groppi: “Colognori Giovan Battista da Barga sacerdote religioso Agostiniano nel convento di S. Spirito in Firenze, nel 1824, assieme con Filippo Tronci di Pistoia, di lui intimo amico, costrusse nel magnifico tempio di S. Spirito un organo con 45 registri e ne abbellì la cassa di ornati e pregevoli intagli”. La notizia viene confermata da una guida di Firenze del 1830 che chiarisce in merito: “Esso ha 45 registri e fu fatto nel 1824 dal padre Gio Battista Colognori sacerdote religioso agostiniano dell’istesso monastero per quello che riguarda l’ornativa di legname ec. e quanto alla parte armonica fu diretto da Filippo Tronci pistoiese”. Sicuramente era parente dell’intagliatore Luigi Colognori di Barga citato dal Groppi. Negli anni 1827 e 1828 si occupava della manutenzione dell’organo della chiesa di S. Felicita a Firenze, sempre in seguito ad un intervento di Filippo Tronci del 1826.…