Storia

- di Redazione

Lo sviluppo fornacino legato all’emigrazione (Seconda parte)

Iniziamo questo secondo scritto sull’emigrazione così come lo abbiamo terminato nella prima parte, ovvero con le parole di Giovanni Pascoli. …“sbarcati dagli ignoti mariscorrean le terre ignote con un gridostraniero in bocca, a guadagnar danariper farsi un campo, per rifarsi un nido”… Giovanni Pascoli, “Italy”, in G. Pascoli “Poesie”. Antonio Equi, nato in località Giovicchia (Fornaci Vecchia), accompagnato da Domenico Casci, nel 1860 partì e raggiunse Chicago (USA), città dove, dodicenne, iniziò a vendere immaginette di gesso. Dieci anni dopo, la città fu per ¾ distrutta da un incendio. Ci furono morti, feriti e moltissime abitazioni distrutte (la maggior parte erano costruite in legno). Dopo il disastro, Antonio riprese alacremente a lavorare nel campo delle statuette. Nel frattempo aveva imparato la lingua e riusciva a giostrarsi adeguatamente nella società dove era emigrato. Ad un certo punto della sua storia, chiamò i fratelli Raffaello e Luigi Da Prato da San Pietro in Campo. Poi anche Carlo e Pietro, mentre Giovanni, il…

- di Redazione

1953: a Maranello si corre con i colori di Castelvecchio – di Pietro Moscardini

Nel 1950 la Targa Florio era già ultraquarantenne. Mille Miglia e 24 Ore di Le Mans erano assai più giovani (metà anni Venti). Non esistevano però gare di durata esposte direttamente ai più duri agenti atmosferici; all’erosione meccanica di strade sterrate dritte e desertiche o estremamente tortuose, fra specie arboree, animali e aspetti geologici mai incontrati prima. In altre parole non esisteva nessuna Parigi-Dakkar della prima ora. Questa corsa nacque nel 1950 e si chiamò Carrera-Panamericana. La Panamericana era una corsa che attraversava l’intero territorio del Messico; dal confine con gli Stati Uniti al passaggio nel Guatemala, da nord a sud in alcune edizioni, da sud a nord in altre. Erano strade sterrate e asfaltate con materiale ruvido, molto corrosivo per i pneumatici. Le strade asfaltate prendevano il nome di “carreteras”. Alla prima edizione parteciparono 126 vettura provenienti da tutto il mondo ma solamente 6 erano di fabbricazione europea. Due erano le italiane, le Alfa 2500 Sport Freccia d’Oro. La…

- di Ivano Stefani

Lo sviluppo fornacino legato all’emigrazione (Prima parte)

Quando dal 1840 in poi, quasi esclusivamente al Nord Italia, si iniziarono a sentire gli effetti della rivoluzione industriale già in atto in buona parte dell’Europa, nel Granducato di Toscana i mutamenti furono pressoché inesistenti. E ciò non fu dovuto soltanto alla mancanza di grandi capitali, che avrebbero innescato un processo di crescita industriale, ma anche dal consolidarsi di una linea economica liberistica sostenitrice della mezzadria. Al momento dell’unificazione con il Regno d’Italia, le attività industriali presenti nel Granducato erano ancora di scarso rilievo e gli effetti degli avvenimenti geo-politici che portarono all’unità, con ripercussioni negative su buona parte del territorio nazionale, fatalmente si riversarono sulla debole economia locale. A Fornaci di Barga, oltre agli opifici per la produzione di laterizi, erano presenti anche alcunefilande da seta – quelle di Paolo Da Prato, Francesco Cheloni, don Pietro Verzani erano funzionanti almeno fino al 1850 – che davano un po’ di lavoro e un certo guadagno, ma il reddito della popolazione,…

- di r.g.

Storia di tre organi nel territorio di Barga

L’organo venne acquistato nel 1693 dal rettore Martino Verzani come indica una breve memoria della Compagnia del SS.Sacramento e Vergine del Carmine: “Ricordo come a dì 31 dicembre 1693 (…) si comperò l’organo e si spese scudi venti quattro al tempo di padre Martino Verzani rettore di detta chiesa di Albiano.” Nel libro di amministrazione della suddetta compagnia, appare una registrazione di spesa nell’anno 1729 per una piccola riparazione all’organo della chiesa. Archivio di Stato, Firenze, Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo, filza n. 2586, Compagnia del SS.Sacramento e Beata Vergine del Carmine in S.Michele d’Albiano: fascicolo M-CXCXV n.1, entrata, uscita, partiti e ricordi (XVII-XVIII secolo), carta 2.; fascicolo M-CXCXV n.2, entrata e uscita (1725-1784), anno 1729. Loppia, S. Maria Assunta Nel 1713 vennero nominate due persone, incaricate di occuparsi dell’acquisto di un organo e fu stanziata una prima somma di denaro per tale scopo. L’anno seguente furono raccolte altre somme di denaro e finalmente, nel 1717, troviamo alcuni maestri…

- di I.S.

La storia della chiesa di Fornaci Vecchia

Nel “Catalogo delle Decime Diocesane” dell’anno 1260 erano menzionate, tra le altre chiese, una “Ecclesia Sancti Michaelis de Gucano” (Castello di Catarozzo diruto) e una “Ecclesia Sancti … de Rocha Pectorita” (Pentore, una località presso Fornaci di Barga). Per le poche famiglie di Catarozzo, molto probabilmente, questi furono i primi luoghi di culto, anche se, in zona, era già presente la chiesa di Loppia che, nel X secolo, aveva in cura le anime di 26 villaggi limitrofi. Nel XIII e XIV secolo, con le devastazioni guerresche nella Valle del Serchio, molti paesi, castelli e chiese subirono gravi danneggiamenti e la Pieve di Santa Maria Assunta in Loppia, fu una delle più compromesse. Nel 1256, con disposizione del Papa Alessandro IV, il suo Fonte Battesimale fu trasferito a Barga (ciò avvenne per le premure di un certo Gherardo di Garfagnana). In seguito, inoltre, con la traslazione della pievania da Loppia a Barga, avvenuta nel gennaio 1390, la Pieve attraversò un lungo…

- di i.s.

Fornaci: nascita di un paese

L’insediamento più antico e che da origine al paese, all’interno dell’area in cui oggi si è dilatato Fornaci di Barga, si sviluppò nel luogo chiamato Catarozzo, una lunga striscia di terra sulla riva del Serchio. (…) Intorno al Mille (…) era ancora un modesto agglomerato di case. I suoi abitanti lavoravano nei campi, pescavano nei pozzi del fiume e legavano con funi incrociate i tronchi d’albero (le cosiddette magliate), che servivano come legname da lavoro o per ricavarne il carbone utilizzato per stendere il ferro e produrre armi bianche. (…) La sparuta popolazione di Catarozzo, come gli abitanti delle località circostanti, con la guerra fra i Lucchesi e il Papato per il possesso della Garfagnana, furono costretti a spostarsi sulla montagna barghigiana. L’esodo aumentò dopo la morte di Castruccio Castracani, avvenuta nel 1328. (…) Intorno al 1440, per la ricostruzione delle mura del castello di Barga, furono riattivate le fornaci di Catarozzo ormai ferme da inizio 1300. Per il trasporto…

- di Ivano Stefani

Le fornaci di Fornaci

(nella foto le fornaci Verzani) – Iniziamo con oggi una collaborazione che ci sta molto a cuore. Giornaledibarga.it ospiterà d’ora in poi anche i preziosi contributi storici e non solo storici dell’amico Ivano Stefani, macommerciante di Fornaci e soprattutto grande cultore della storia e della tradizione locale. Le sue testimonianze del passato ma anche del presente, spesso ritrovate anche sulle pagine di Facebook, sono sempre puntuali e preziose e di lui ricordiamo con piacere la pubblicazione nel 2011 del libro “Omaggio a Fornaci di Barga” che è un grande tributo alla storia di Fornaci. Ringraziando Ivano per averci concesso il valore della sua penna, cominciamo proprio da quel libro e dalla storia di Fornaci raccolta da Stefani. Ivano, rifacendosi al suo libro, ci parla oggi della storia delle fornaci. Alcuni milioni di anni fa la Media Valle del Serchio era sommersa dall’argilla, un sedimento del Pliocenio che, nei periodi interglaciali, fu ricoperto da depositi alluvionali. Con il passare dei secoli,…

- di Pier Giuliano Cecchi

I campanili delle ore nel Comune di Barga (quarta parte e ultima parte)

Gli orologi del campanile di San Frediano a SommocoloniaSommocolonia, l’orgoglioso castello dalla ferrigna Rocca, che agli inizi del 1500, nella lotta politica in seno allo Stato Fiorentino, eroicamente parteggiò per la repubblica contro la vincente signoria dei Medici, pare si dotasse nel corso del 1700 di un orologio pubblico, montato sulla torre-campanile della chiesa di San Frediano.Infatti, su quel campanile è conservato un orologio meccanico risalente al XVIII secolo, la cui origine, per la perdita nei tempi passati dei documenti storici di quella Comunità, ci resta ignota, anche se tra quei paesani si tramanda una storia orale che abbiamo già incontrato quando si parlava dell’Oriolo di Barga.Nel libro di Renzo Giorgetti, “Gli orologi da Torre nella Provincia di Lucca”, edito nel 2000 da Maria Pacini Fazzi, troviamo censito anche quest’antico orologio di Sommocolonia: “Orologio senza quadrante esterno, collegato soltanto a una campana del campanile per il suono delle ore. Il telaio, anonimo, risale alla metà del XVIII secolo … Suonante…

- di Pier Giuliano Cecchi

I campanili delle ore nel Comune di Barga (terza parte)

Come visto nei due precedenti articoli, l’Oriolo installato sul campanile del Duomo di Barga nei primi cento anni di vita dette il suo daffare alla Comunità per il suo mantenimento e le cose non cambieranno molto nel corso del sec. XVII, restando una costante anche per i tempi successivi.Infatti, dalle delibere del Comune, alla data 21 settembre 1637, si apprende che l’Oriolo è stato nuovamente racconciato da maestro Santino Pedretti e nel frattempo si ordinò di proteggerlo con una cassa fatta di tavole perché: “… ogni giorno non fusse guasto, con sua chiave et altro”.L’ordinanza della cassa di legno però non ebbe seguito, perché ritorna la sua utilità in un’altra delibera del 26 febbraio 1639, in cui si parla ancora di riassettare l’Oriolo. La delibera, che riportiamo integralmente, è interessante per due aspetti, uno perché si ricorda che l’Oriolo va continuamente male e per l’affascinante nota di colore legata alla sua difesa, essendosi rilevato e denunciato in Consiglio come sia…

- di Pier Giuliano Cecchi

I campanili delle ore nel Comune di Barga (seconda parte)

Nel precedente articolo ci siamo lasciati a quando l’11 novembre 1471 Giovanni Santini, Capitano di Parte Guelfa per seguire le spese del Comune, intervenne nel Generale Consiglio circa l’elezione dei deputati per l’affare Oriolo. Andando avanti nella ricostruzione storica vedremo che successe qualcosa a rallentarne la volontà. Riprendendo il discorso vediamo che dopo circa un mese ritorna l’affare Oriolo in una delibera consolare, esattamente del 6 dicembre 1471. I Consoli, per certi versi paragonabili agli attuali Assessori, assieme al Podestà e secondo lo Statuto di Barga, si riunivano per decidere il Pubblico e Generale Consiglio della Terra, in quei tempi da convocarsi il giorno seguente rispetto alla loro seduta e nello stesso tempo approvarne l’ordine del giorno da trattare, e in questo 6 dicembre 1471 tra i vari argomenti riappare l’affare Oriolo: “Che si provengha al facto dell’oriolo et delle nuove campane”. Il giorno seguente, in seno al Generale Consiglio della Terra di Barga, eccoci al momento della discussione del…

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- di Pier Giuliano Cecchi

I campanili delle ore nel Comune di Barga (prima parte)

PremessaNel medioevo occidentale, fino almeno al 1300 e agli inizi del Rinascimento, fu la campana della chiesa, con l’annuncio delle ore canoniche e delle funzioni, a dare il succedersi della giornata. Naturalmente l’ausilio delle meridiane era indispensabile. Le ore canoniche dividevano il giorno in otto parti: “Mattutino”, in antico dopo la mezzanotte poi all’alba, “Lodi” al canto del gallo, “Prima” alle sei, “Terza” alle nove, “Sesta” alle dodici, “Nona” alle quindici, “Vespro” verso le 18 e “Compieta” prima del riposo.Con questo verso di Jacopone da Todi (1236 – 1306) si può avere un’idea dell’uso delle ore canoniche: “Assai me levo a mattutino ad officio divino – terza e nona e vespertino, poi compieta sto a veghiare”. Col 1300 e poi col fiorire del “Rinascimento”, classicamente individuabile tra il XV e il XVI secolo, nella rinnovata floridezza delle città dovuta all’espansione delle attività artigianali e dei commerci, all’annuncio delle ore canoniche si aggiungerà l’uso dell’orologio meccanico unito alla campana (poi indicante…