Le “ferite” della guerra (1)

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Dall’arrivo dei Tedeschi alla battaglia di Natale

Durante gli ultimi giorni del mese di maggio 1944 il presidio tedesco a Fornaci fu rinforzato. Altre truppe naziste giunsero in paese verso la fine del mese successivo. Si insediarono nell’Istituto G. Pascoli, i cui ospiti furono trasferiti a Barga nella sede dell’Istituto Magistrale presso il Conservatorio.

Il 21 maggio, aerei anglo-americani calarono in picchiata nella valle del Serchio e colpirono un treno che era appena passato da Fornaci. Nei giorni successivi altri mitragliamenti centrarono diversi convogli a Fornaci e lungo il tratto Castelnuovo di Garfagnana-Fornaci di Barga e il giorno 29, sempre nei pressi del paese, fu messa fuori servizio una locomotiva.

Dal 12 giugno cessò, per effetto del mitragliamento di due convogli nella stazione fornacina, ogni transito di treni sulla ferrovia Lucca-Aulla. Nel frattempo, 24 maggio, era stato abolito il trasporto pubblico su autobus, cosicché i garfagnini e il resto dei valligiani rimasero praticamente isolati. Gli obiettivi alleati, oltre alla ferrovia, erano stati la principale via carrozzabile e la metallurgica, fabbrica che fu colpita diverse volte da bombe di piccolo calibro. Spezzoni colpirono Fornaci di Barga e luoghi circostanti anche il 28 di giugno.
Già in primavera erano iniziate le requisizioni di bovini, suini e pollame, oltre che di fieno. Di rado i militari tedeschi si presentavano con un documento legale che servisse da ricevuta. Spesso, sui “buoni” consegnati, scritti solo in tedesco, c’erano frasi indecenti o di presa in giro.

Nell’estate oltre alle requisizione ci furono anche rastrellamenti di uomini, generalmente utilizzati per lavori in zona. In settembre, però, parecchi rastrellati furono inviati a lavorare in Germania…
In agosto, per allestire a Barga un ospedale della Croce Rossa, dall’Istituto Pascoli di Fornaci, così come da altre strutture situate nella cittadina barghigiana e dal manicomio di Maggiano, fu prelevato buona parte dell’arredamento. Dopo il 16 settembre, però, l’ospedale fu smantellato e i feriti portati altrove e il servizio sanitario locale assicurato con un ospedaletto minore…

La città di Barga, non prima di aver fatto saltare i suoi ponti, mentre a Fornaci e dintorni le truppe naziste erano ancora all’opera per minare i viadotti, fu abbandonata dai tedeschi il 26 settembre. La sera del 29 fu fatto saltare il ponte ferroviario in ferro sulla Corsonna, mentre molte esplosioni si udirono all’interno della metallurgica, che, nell’occasione, subì parecchi danni. Tra il 29 e il 30 di settembre furono fatte saltare la polveriera di Bolognana e diverse gallerie ferroviarie. Il 3 ottobre, più o meno intorno alla mezzanotte, toccò al ponte carrozzabile nei pressi dell’Arsenale e la sera successiva al ponte di Campia.

Ai primi di quel mese, dopo che i partigiani l’avevano già liberata, le avanguardie Brasiliane della FEB (Forza Expedicionaria Brasileira) raggiunsero Fornaci di Barga, paese che, insieme a Mologno, Sommocolonia, Albiano e Castelvecchio Pascoli, erano spesso colpite dalle batterie tedesche. Durante il giorno 7 una pattuglia tedesca tentò di calarsi fino a Fornaci, ma fu respinta. Cannoneggiamenti raggiunsero queste zone e Barga anche in novembre e in dicembre.

La mattina di Natale di quel 1944 fu piuttosto calma. Il terreno era copiosamente innevato. I rintocchi delle campane preannunciavano la festa pure ai militari italiani e tedeschi schierati sul fronte, mentre gli americani, forse perché anche loro stavano celebrando il Natale, cessarono i rituali cannoneggiamenti. Ma poco prima dell’alba del giorno di Santo Stefano, i Tedeschi e i Repubblicani di Salò diedero inizio alla cosiddetta azione “Wintergewitter” (Temporale d’inverno). Le truppe nazi-fasciste erano tutte in posizione già dalla mezzanotte del 25 dicembre. Le colonne degli attaccanti furono tre e la prima a muoversi fu quella dislocata sul crinale dell’Uccelliera, poi, congiuntamente, su segnalazione di questa, si mossero la prima, con l’ordine di attaccare verso Eglio-Calomini, e la seconda, che ebbe l’incarico di procedere al centro dello schieramento con direzione di attacco Treppignana-Castelvecchio e l’obiettivo di raggiungere Fornaci di Barga.

All’approssimarsi della sera del 26 dicembre, i tiri degli alleati anglo-americani diminuirono ed i soldati americani lasciarono le loro postazioni abbandonando tutte le attrezzature. Durante la notte l’esercito nazi-fascista continuò a bombardare Barga e la mattina aumentò ulteriormente il fuoco. Tutte queste bombe arrivarono soprattutto dal piano di Pieve Fosciana, da una batteria posta nel Piano di Riana e ovviamente dalle alture di Lama. Alcuni tentativi di rinforzare il paese e la zona di Sommocolonia da parte degli americani, sorpresi da quell’attacco, erano stati provati, ma non ebbero successo. Fu proprio in quel paese, che si svolse una delle battaglie più cruenti della Valle del Serchio.

Le truppe americane avevano evacuato Barga intorno all’una di notte del 27 dicembre. La cittadina, dopo un ennesimo cannoneggiamento da parte delle artiglierie della Divisione Monterosa, fu occupata dal Battaglione “Kesselring” verso le sette della mattina (i militari vi trovarono circa cinquanta civili ed alcuni soldati americani sbandati). Durante la ritirata gli Americani fecero saltare la cosiddetta passerella di Bolognana che, pochi anni prima, in luogo di quella in legno troppo instabile, era stata costruita in calcestruzzo dalla SMI.

In poco tempo Barga, Sommocolonia, Fornaci e Gallicano erano state conquistate dalle truppe nazi-fasciste. Quell’offensiva, tuttavia, portò gli attaccanti ad avanzare in territorio nemico per poco più di 10 Km. in linea d’aria e lo sforzo di quella penetrazione andò via via esaurendosi per mancanza di mezzi militari e soprattutto di aviazione. La conclusione dell’offensiva, proprio a causa di queste carenze e la scarsità di truppe fresche capaci di alimentare successivi attacchi, avvenne la sera del 28 dicembre 1944.

Le truppe americane presenti nel sotto settore est, ossia sulla sinistra dello schieramento italo-tedesco nel territorio di Fosciandora, a parte la strenua difesa di Sommocolonia, si erano ritirate in modo piuttosto disordinato, abbandonando nelle mani del nemico mitragliatrici leggere e pesanti, mortai da 60 mm, depositi pieni di viveri, vestiario e munizioni. Al momento della ritirata le truppe nazi-fasciste asportarono tutto quello che fu possibile, specialmente generi alimentari. Nella cantina dell’Istituto Pascoli, a Fornaci, fu scoperto un enorme deposito di viveri: scatole di prosciutto con uova, corned beef, carne per la seconda colazione, formaggi, sigarette, cioccolata, sapone e molte altre cose. Fu così, che gli zaini, svuotati degli “spinaci freschi 1942” e delle scatolette di crauti di produzione tedesca, furono riempiti di “prelibatezze” americane. Ognuno prese ciò che gli parve più utile. Anche le tasche dell’uniforme furono riempite.

(continua)

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