La pagina dei Lettori

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Discarica a cielo aperto a Bolognana. “Qualcuno intervenga per mettere in sicurezza la situazione”

BOLOGNANA – L’ex ristorante Casina Verde a Bolognana, abbandonato da anni, è diventato una discarica di rifiuti a cielo aperto. Lo segnala un cittadino che abita a Bolognana: “A distanza di un anno torno a segnalare il degrado in cui versano gli stabili dell’ex ristorante casina verde a Bolognana ­ scrive – Oramai, è una discarica a cielo aperto dove si può trovare di tutto. La cosa grave, è il fatto che tutti possono entrare perché lo stabile non è adeguatamente chiuso. Questa è la seconda segnalazione che faccio e vorrei che chi di dovere prendesse a cuore la vicenda”. Il cittadino chiede soprattutto all’amministrazione comunale di prestare attenzione alla situazione e di mettere almeno in sicurezza l’area.

- di Redazione

Strade uguali, ma diverse

Caro Luca. Oggi vorrei parlare di diritti. Ora mi spiego. Come sai e molti sanno abito il località Trine dove mi dedico da tempo alla coltivazione dello Zafferano. Il territorio è attraversato dalla antica mulattiera che un tempo (dal 1400circa) collegava la pieve di loppia, al castello di Tiglio. L’unico tratto ancora perfettamente conservato, poiché ne curo dal 1975 la manutenzione. Come prima ho detto, coltivo lo zafferano, e per proteggere dai cinghiali i preziosi bulbi, ho realizzato una recinsione; rimane però la mulattiera che, attraversando i campi, resta un accesso per gli animali selvatici. Quindi ho realizzato un cancellino, facilmente accessibile, senza chiavistello o altro: basta spingere e si passa e via. Però, ecco il “diritto”: qualcuno non ha gradito e ha chiamato la polizia municipale, che con solerzia è venuta a vedere e benché sul cancello in più lingue si indicava che la barriera era contro i cinghiali, non contro i viandanti, alla fine ho dovuto eliminare il…

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Le vaccinazioni in Europa. La testimonianza: “Il primo giorno di lavoro al centro di vaccinazioni di Ronquières, Belgio”

BELGIO – Se il marzo 2020 è stato l’anno della paura, con le drammatiche immagini di Bergamo delle bare trasportate dall’esercito, l’anno dei lockdown, l’anno in cui tutto il mondo ha scoperto quanto fragile sia la società che ci siamo costruiti, il 2021 deve essere l’anno della speranza. Più volte si è paragonato questa emergenza ad una guerra e dopo mesi e mesi passati in trincea è venuta l’ora del contrattacco: con l’inizio della campagna vaccinale abbiamo avuto il nostro D-day ed ora dobbiamo proseguire spediti e senza esitazioni per “arrivare a Berlino” il prima possibile, sconfiggere questo maledetto virus e riprenderci nostri affetti, i nostri contatti, le nostre attività, i nostri posti di lavoro, le nostre vite. Dobbiamo ringraziare la Scienza e tutte quelle persone che, lontane dalla ribalta dei salotti televisivi, senza tante chiacchiere e con grande applicazione hanno lavorato in silenzio per permetterci di poter guardare al futuro con una ritrovata speranza. A tempo record è arrivato…

- 2 di Redazione

Mi manca “vivere”

Ed eccoci qui, nelle nostre case, più o meno belle, più o meno grandi, ma comunque create da noi e soprattutto per noi. C è dentro quello che ci piace di più, il caminetto, il divano davanti alla TV, la cucina ultra moderna, ogni tipo di conforto, ecc ecc.. Dentro famiglie sempre più ristrette perché i figli è meglio che stiano per conto loro (io ne ero pienamente convinta prima), i nonni meglio con la badante; insomma, ognuno per conto suo e il risultato è che ora le nostre belle case sono sempre più vuote. Ora siamo prigionieri nelle nostre case, certo non è Auschwitz e nemmeno una cella 3×3, perciò perché lamentarsi?  In fondo finché c’è la salute perché lamentarci? Me lo ripetono tutti, me lo dice il buon senso, don Luca in chiesa, mio marito tutte le volte che sbuffo, ma è più forte di me perciò mi lamento. Perché? Perché se guardo indietro mi vengono in mente…

- di Redazione

La benedizione pasquale ai tempi del covid nell’unità pastorale di Barga

BARGA – Carissime famiglie, considerando il perdurare dell’emergenza sanitaria dovuta al virus Covid-19 è necessario ripensare la possibilità di svolgere, nelle forme consuete, la Benedizione delle Famiglie che tradizionalmente precede e accompagna il cammino quaresimale. La “benedizione pasquale”, oltre ad essere un “sacramentale” che può sostenere la vita di fede delle persone, è anche un momento di incontro con le situazioni di malattia, di necessità e di aiuto spirituale per tante nostre famiglie. Ponderando bene i rischi e le implicazioni che la visita casa per casa comporterebbe, quest’anno non è possibile svolgere la visita alle famiglie nella modalità consueta. Senza rimandare questo incontro ad altri tempi, desideriamo offrire un semplice incontro di preghiera invitando le persone delle varie zone in spazi aperti, piazzette, ecc. Ci raccoglieremo con le stesse norme di sicurezza, con le mascherine, distanziamento tra persone, disinfezione delle mani, ecc.). In questi momenti di preghiera i fedeli porteranno con sé una piccola boccettina con l’ acqua che sarà…

- di Redazione

Pratiche e politiche di piccola scala

Da Maria Elena Bertoli e Max Strata riceviamo e pubblichiamo.   L’umanità intera è in cerca di una via d’uscita dalla violenza della globalizzazione produttiva e commerciale, dal mercato sopra ogni cosa, dalla precarietà, dallo sfruttamento del lavoro e dalla devastazione ambientale. Ci troviamo oggi in un momento di passaggio decisivo ed è importantissimo imboccare la strada giusta. E se fosse la piccola scala a salvarci?  Parlare di piccola scala vuol dire parlare di una organizzazione di vita più locale e più semplice, virtuosa e solidale che opera nelle comunità e per le comunità. Per andare in questa direzione possiamo trovare riferimenti in figure importanti del recente passato e del presente come, ad esempio, in Ernst Schumacher, autore dello straordinario “Piccolo è bello” del 1973, in Serge Latouche, che ci spiega come sia impossibile una crescita infinita su un pianeta limitato, in Rob Hopkins e nelle sue esperienze di “città di transizione” e, non ultimo, nel Mahatma Gandhi che progettava…

- 2 di Redazione

Davide: aiutatemi a coronare il mio sogno di libertà: un mezzo speciale che mi consentirà di muovermi anche sullo sterrato.

GHIVIZZANO – Ciao a tutti mi chiamo Davide Contrucci e abito a Ghivizzano in provincia di Lucca. Sono in carrozzina da tutta la vita e ho sempre amato la velocità e il movimento. Sono salito su qualsiasi mezzo: auto da rally, moto da cross, motoscafi ed ho sempre provato una immensa felicità, ma poii torno sulla mia carrozzina che è perfetta per chi vuole fare una vita tranquilla, a casa e per spostamenti normali. Ho bisogno di una carrozzina 4×4: aiutatemi a coronare il mio sogno di libertà, con questo mezzo speciale che mi consentirà di muovermi anche sullo sterrato. Io penso che anche per chi ha disabilità e vuole provare la gioia del movimento niente sia impossibile, vorrei poter andare in montagna a cercare funghi, andare sulla spiaggia, poter andare dai miei amici vicino casa oltrepassando quel marciapiede che mi impedisce di andare, vorrei sentirmi libero di poter pensare che possa andare ovunque. Per questo chiedo a voi di…

- 1 di Redazione

Un grazie alla Riabilitazione di Barga

Vorrei rivolgere un pubblico ringraziamento a tutto il reparto di riabilitazione dell’Ospedale “San Francesco” di Barga, a tutte le infermiere e le OSS che umanamente e professionalmente mi sono state vicino; ai fisioterapisti che si sono dimostrati professionisti con spiccate doti umane. Un ringraziamento speciale va al fisioterapista Bruno che mi ha seguito passo, passo per tutto il percorso riabilitativo. Ultimi ma non per ultimi anche i miei ringraziamenti sinceri alle dottoresse Moruzzi e Ferroni. Infine l’abbraccio più grande  per la logopedista Federica; persona davvero eccezionale, dai modi garbati e mai sopra le righe; senza il suo aiuto il mio recupero sarebbe stato molto più difficoltoso e lungo. Livio Maffucci, Gallicano

- 1 di Redazione

Crisi ecologica e dignità della scienza

In merito al dialogo sulla crisi climatica in corso, che si è sviluppato su questo Giornale nei giorni passati, volentieri pubblichiamo questa riflessione di Max Strata, divulgatore e consulente di ecologia applicata.   Nei giorni scorsi ho letto alcune prese di posizione sulla realtà, sulle cause e sugli effetti dell’attuale crisi ecologica globale e sul cambiamento climatico, in cui ancora una volta si parla di mancate certezze, di teorie non confermate o, al limite, di cicli naturali a cui la nostra specie partecipa in modo del tutto trascurabile. Questo tipo di interventi hanno fondamentalmente tre obiettivi: insinuare il dubbio e confondere il lettore non specializzato, sostenere una precisa visione economico-politica che tende a conservare lo status quo e dare conforto al proprio ego di fronte a qualcosa che spaventa e che non si è in grado di razionalizzare. La scienza procede per ipotesi secondo un metodo di osservazione, sperimentazione e confronto dei risultati che è consolidato dalla cosiddetta verifica -peer…

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A proposito di Neve, freddo e riscaldamento globale

Dopo il contributo arrivatoci su “Neve, freddo e riscaldamento globale” riceviamo e pubblichiamo anche un nuovo intervento su questa tematica   In riferimento all’articolo «neve, freddo e riscaldamento globale» non posso non segnalare una serie di inesattezze che possono fuorviare il lettore. Sull’aspetto che un lockdown possa influire, anche in modo parziale, sul cambiamento climatico non mi soffermo più di tanto. Ammesso, e non concesso, che l’uomo possa influire sul clima in maniera determinante, non sarebbe certo un lockdown più o meno lungo a modificare un innegabile processo di riscaldamento in atto. Lockdown dicevamo, e poi? Veramente pensiamo che la decrescita felice sia il futuro? Veramente siamo disposti a rinunciare ai viaggi in aereo, alle auto, ai telefonini, ad internet, alla corrente elettrica nelle case, all’acqua corrente, alle nostre case dotate di ogni (o quasi) comfort ? Perché i proclami e le idee sono belle e condivisibili ma poi mancano proposte concrete. Come produciamo l’energia necessaria ? Perché carbone e…

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Neve, freddo e riscaldamento globale

(da Maria Elena Bertoli e da Max Strata riceviamo e pubblichiamo)   Come una rondine non fa primavera anche una serie di lunghe e copiose nevicate non indicano affatto che il nostro clima malato si stia sistemando. Il riscaldamento globale non viene percepito nella sua gravità perché è spalmato su tempi più lunghi di quelli che interessano normalmente i nostri fenomeni psichici: in sostanza vediamo un inverno “normale” o anche più freddo di quella che è la nostra memoria personale e subito ci dimentichiamo dei non inverni che hanno segnato il decennio o il ventennio precedente. Il cambiamento climatico si muove ad onde ed è un processo complesso in cui trovano spazio anche periodi molto freddi alternati a quelli molto caldi. Ciò che conta è la media e la media ci informa che siamo di fronte ad un crescendo globale delle temperature e che il 2020 è stato l’anno più caldo da quando si effettuano le registrazioni in modo sistematico…

- 1 di Redazione

Nel ricordo di Enrica, elogio alla straordinaria realtà dell’Hospice della Villetta

Una lettera per ringraziare il reparto Hospice della Villetta dove tanti malati terminali trovano la fine in mezzo ad umanità e comprensione. L’ha scritta Carla Riani, in occasione della morte ad appena 52 anni dell’amica, la scrittrice  Enrica Rabacchi, la compagna del noto giornalista e documentarista Pier Luca Rossi di Castelnuovo, scomparso nel 2016.   6 gennaio 2021 La perdita di una persona cara è una delle esperienze più devastati che la vita ci riserva. Ancora più devastante è assistere, giorno dopo giorno, alla sua sofferenza, al lento cambiare del suo corpo, del suo viso, dello suo sguardo. Il tempo si comporta in modo strano, corre, si ferma, rimane sospeso insieme al nostro respiro nei giorni meno buoni, riparte veloce quando va un pochino meglio. Non possiamo fare niente, “solo esserci”. Essere li al suo fianco. Perché non vuoi lasciarla sola ad affrontare il “nemico” e perché tutto quello che vuoi è passare con lei il poco tempo che rimane.…