La storia della chiesa di Fornaci Vecchia

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Nel “Catalogo delle Decime Diocesane” dell’anno 1260 erano menzionate, tra le altre chiese, una “Ecclesia Sancti Michaelis de Gucano” (Castello di Catarozzo diruto) e una “Ecclesia Sancti … de Rocha Pectorita” (Pentore, una località presso Fornaci di Barga). Per le poche famiglie di Catarozzo, molto probabilmente, questi furono i primi luoghi di culto, anche se, in zona, era già presente la chiesa di Loppia che, nel X secolo, aveva in cura le anime di 26 villaggi limitrofi.

Nel XIII e XIV secolo, con le devastazioni guerresche nella Valle del Serchio, molti paesi, castelli e chiese subirono gravi danneggiamenti e la Pieve di Santa Maria Assunta in Loppia, fu una delle più compromesse. Nel 1256, con disposizione del Papa Alessandro IV, il suo Fonte Battesimale fu trasferito a Barga (ciò avvenne per le premure di un certo Gherardo di Garfagnana). In seguito, inoltre, con la traslazione della pievania da Loppia a Barga, avvenuta nel gennaio 1390, la Pieve attraversò un lungo periodo di abbandono e la sua chiesa andò quasi in completa rovina. Fu Jacopo Manni da Soraggio, pievano di Barga, che, agli inizi del 1500, con la ripopolazione dei luoghi circostanti la vecchia Pievania, tentò il ripristino del servizio religioso in una Pieve praticamente abbandonata da 80 anni e ormai in pessime condizioni. Egli, per rag-giungere lo scopo, convocò i “fornaciai”, coloro che abitavano nella zona dell’attuale Fornaci Vecchia, affinché partecipassero ad una riunione con i cittadini di Barga, di Catarozzo, di Filecchio, di Pedona e di Seggio… La ristrutturazione di quell’edificio avvenne anche con il contributo dei for-nacini e, dal 1522, la chiesa fu riattivata (in quell’anno fu fondata anche la Compagnia di Maria S.S. Assunta, la quale era preposta al mantenimento della chiesa e degli arredi sacri). Dal 1621 riebbe il Fonte Battesimale, mentre diventò nuovamente parrocchia autonoma dal 1684 (il territorio assegnato fu quello compreso tra il Serchio, l’Ania, le Seggiane, Latriani, le Cosche e Catarozzo).
Ma con l’aumento della popolazione, gli abitanti de Le Fornaci di Catarozzo avvertirono la necessità di avere una loro chiesa e così, con il benemerito aiuto delle famiglie di Giuliano Carrara, di Pietro Paolo Carrara, di Bartolomeo Casci e di Giovan Battista Da Prato, eressero, praticamente dove sorgeva la vecchia mestaina, un piccolo Oratorio dedicato poi alla Sacra Famiglia. La nuova chiesa fu fondata nel 1741 e l’anno seguente, il 12 dicembre, con decreto del 22 settembre del Vicario Generale di Lucca Mons. Palma, da un Cappellano vi fu celebrata la prima Messa (all’epoca era sotto la Vicaria Arcivescovile di Lucca guidata dall’Arcivescovo Fabio Colloredo, solo dall’anno 1789 entrò a far parte della Diocesi di Pisa).
La Visita Pastorale del settembre 1813, effettuata dall’Arcivescovo di Pisa Ranieri Alliata, ci ragguaglia, oltre che sui suddetti benefattori, anche sullo stato degli Arredi Sacri, sull’unico altare – che era di stucco alla Romana – e sul dipinto a fresco, dietro la mensa liturgica, raffigurante la Sacra Famiglia. Il resoconto continuava segnalando che, tutti i giorni festivi, per sua devozione, il sacerdote Giuseppe Carrara vi celebrava la S. Messa.
La relazione riportava pure che l’Arcivescovo, appreso che negli Oratori del distretto della Pieve di Loppia vi fosse “l’abuso di celebrare gl’Uffizi, e messe per defunti, quasi che fossero chiese parrocchiali” e che nei giorni di festa vi si dicesse la Messa troppo presto – “il che distrae il popolo dall’ascoltare la Messa Parrocchiale ed in conseguenza la spiegazione del S. Vangelo” – ordinò “sotto pena dell’immediata chiusura dell’Oratorio, e della sospensione per i sacerdoti che celebreranno, che d’ora in avanti nei pubblici Oratori non si facciano Uffizi per i defunti, e che in quanto alla Messa da celebrarsi nei giorni festivi il sacerdote ufficiante concerti l’ora col sig. Pievano di Loppia, affinché il popolo non sia distratto dalla Chiesa principale, e possa avere il pascolo spirituale dal suo proprio Pastore”.
Cinquant’anni dopo (1863), col beneplacito del Vescovo, il piccolo ora-torio poté mantenere il Santissimo Sacramento – fino ad allora, durante i giorni delle Quarantore, era venerato nell’antica pieve di Loppia -.
La chiesa di Fornaci Vecchia, in seguito all’interessamento di don Silvio Scali, il 30 gennaio 1923, dal cardinale Maffi, da Cappellania fu elevata a Parrocchia (passò Arcipretura, con il benestare dell’Arcivescovo Ugo Camozzo, nel luglio 1962). La nuova parrocchia fu intitolata al SS. Nome di Maria (le Parrocchie di Fornaci di Barga, di Loppia e di Ponte all’Ania, nel 2007 furono unificate con la creazione di un’unica Unità Pastorale).
L’oratorio fu ampliato una prima volta nel 1852, anno in cui fu realizzato il campanile, e una seconda, anche con il contributo degli emigranti fornacini, nel 1899. Dal 1911 riuscì a mantenere pure un cappellano in pianta stabile. Due anni dopo, ad opera del curato Nello Ciampi, che morì durante il primo conflitto mondiale, fu costruita la Casa Parrocchiale.
Il campanile, che alloggiava tre campane, fu ristrutturato intorno al 1875. Su una delle campane, dedicata alla “Beata Vergine Maria, S. Michele e S. Giuseppe”, era scritto “Il popolo delle Fornaci e Catarozzo fece nel 1875”,
su un’altra, invece, “La generosità del popolo delle Fornaci e Catarozzo fece la terza campana nel 1875”.
Un nuovo ingrandimento della chiesa e della canonica, ad opera della SMI, ci fu nel 1917. In seguito (1924) fu arredata anche con un piccolo organo realizzato dalla ditta Tronci e Del Sere di Lucca, strumento che fu sostituito da uno più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale (quest’ultimo, acquistato dalla ditta Mascioni, fu donato dalla famiglia Renucci emigrata negli Stati Uniti). Un anno dopo (1925), da parte dei coniugi Eliseo e Elida Biagioni, rientrati a Fornaci dagli USA, fu donata la statua della Madonna del Carmine, opera di Lando Landi di Lucca.
Un ulteriore e radicale ampliamento, con generoso contributo dell’ing. Orlando, fu effettuato tra il 1929 e il 1930. Nei pressi del campanile fu anche realizzato uno spazio, poi riadattato come sagrestia e ACR, dove trovò sede la Misericordia. In questo ultimo anno, nel settembre, visitò la chiesa e il paese il Cardinale Arcivescovo Pietro Maffi. Altri lavori di ristrutturazione, sempre con il contributo della società degli Orlando, furono eseguiti nella seconda metà degli Anni ’30, mentre i cugini Pietro e Guglielmo Da Prato di Mologno, nel 1936 realizzarono la Bussola, i dossali del coro e la porta d’ingresso. Ultimati i lavori, il 24 maggio 1937, sulla facciata fu apposta un’epigrafe a ricordo della scomparsa, avvenuta nel 1933, dell’ing. Luigi Orlando. Nuovi lavori furono effettuati nel tempo, ma una vera e propria ristrutturazione ci fu nel 1992 con il completo rifacimento del tetto e un rinnovamento dell’interno e dell’esterno. Fu anche revisionato l’organo della ditta Mascioni installato dopo guerra (in sacrestia venne apposta una lapide con la seguente iscrizione: “Passato rapido come un sorriso la comunità cristiana di Fornaci di Barga ricorda don Mario Stefani parroco dal 1991 al 1993 per aver restaurato e rinnovato insieme al suo popolo la Chiesa del SS. Nome di Maria”).

La Confraternita di Misericordia, istituita in ogni parrocchia specialmente per il servizio funebre, a Fornaci di Barga era stata fondata nel 1893, la quale, nel 1953, fu dotata di un’autoambulanza per il trasporto dei malati. Nel 1954 si costituì l’Associazione Cristiana dei Lavoratori (ACLI), mentre il gruppo di Azione Cattolica, intitolato a Pier Giorgio Frassati, era organizzato fin dal 1923. Dopo la II Guerra Mondiale riprese la propria attività dal 1954.
La Schola Cantorum ebbe i suoi avvii verso il 1939, ma fu con l’arrivo di Don Giuseppe Salvini, appassionato musicista, che si allargò, con entusiasmo, con l’approdo di molti giovani.
Dal 1946, sempre in seguito alla spinta propulsiva di Don Salvini, diretto dalle Suore dell’Addolarata, dove successivamente fu organizzato il centro ricerche della KME, funzionò un asilo infantile. Dal settembre di quell’an-no fu costituto anche il gruppo delle Dame di Carità della Confraternita di San Vincenzo de’ Paoli, che ha operato fino al 1979.
Per iniziativa di Don Lido Ferretti, nel 1956 nacque la Cooperativa Fanin per il carico-scarico di materiali e altri servizi dentro la metallurgica.
La successione dei parroci alla guida della parrocchia fornacina è stata la seguente: Silvio Scali 1922-1931, Ezio Balducci 1932-1941, Giuseppe Salvini 1941-1949, Lido Ferretti 1949-1991, Mario Stefani 1991-1993, Silvio Baldisserri 1994-2007, Antonio Pieraccini dal 2007.
Dopo Dopo la morte di Don Nello Ciampi, parroco prima che la chiesa diventasse parrocchia, le funzioni erano state celebrate da Don Felice Tallacchini dipendente dalla Parrocchia di Loppia.

Ivano Stefani

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