Situazione KME, per la FIOM c’è ancora di che preoccuparsi

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Preoccupazione per un quadro ancora di instabilità economica che si tramuta in incertezza di lavoratori e lavoratrici che può essere fugata solo con un piano industriale  che permettàa di tornare ad una condizione di stabilotà.

Così su KME si esprime il coordinamento sindacale FIOM CGIL del gruppo KME come rende noto in un comunicato il coordinatore nazionale FIOM KME, Massimo Braccini.

Il coordinamento si è riunito oggi e Braccini assicura da parte di FIOM tutte le azioni sindacali necessarie affinché vengano ritrovate le condizioni che garantiscano la piena capacità produttiva e garanzie occupazionali.

La riunione era in programma proprio per esaminare lo stato della situazione aziendale degli stabilimenti KME in Italia.

Secondo la FIOM, come sottolinea Braccini permane un quadro ancora di instabilità economica e preoccupazione sul futuro della tenuta dei livelli occupazionali nonostante le azioni messe in campo dall’azienda per rilanciare il settore del rame.

“Il nuovo forno fusorio in rame installato a Fornaci di Barga – dichiara Braccini –  è stato potenziato, ma servono ulteriori impegni affinché possa arrivare a produrre le tonnellate necessarie volte a garantire una prospettiva di Garanzia occupazionale complessiva.

Non appare altre sì chiara la missione industriale futura del gruppo e dei suoi assetti strategici, sia per quanto riguarda eventuali accordi industriali con altri soggetti, sia perché nello stesso tempo si parla anche di cessione di vari comparti, mettendo in evidenza una linea aziendale confusionale.

Il gruppo Kme in Italia deve ritornare ad essere autonomo sia dal punto di vista produttivo che economico rispetto agli altri stabilimenti del gruppo, in particolare modo nel rapporto tra gli stabilimenti italiani e quelli tedeschi.

Questo necessita di ulteriori impegni finanziari ed investimenti da parte della proprietà in Italia, visto che vi sono tutte le condizioni di capacità produttiva per poter migliorare il quadro complessivo.

Le lavoratrici ed i lavoratori del gruppo Kme vivono nell’incertezza lavorativa da troppi anni e serve un chiaro piano industriale che permetta di ritornare ad una condizione di stabilità. Riteniamo che il settore del rame sia parte della siderurgia complessiva per un paese che vuol continuare ad essere industriale e quindi deve rientrare in un’ottica di strategia nazionale, per questi motivi come Fiom promuoveremo tutte le azioni sindacali necessarie affinché vengano ritrovate le condizioni che garantiscano la piena capacità produttiva e garanzie occupazionali”.

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