RSA Belvedere. Cresce il rischio di licenziamenti per le 17 dipendenti

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A rischio 17 posti di lavoro e la prosecuzione delle attività della Residenza per anziani “Belvedere” nel centro storico di Barga.
La certo non positiva prospettiva è emersa questa mattina nel corso di una conferenza stampa che le dipendenti hanno organizzato presso la sede CISL d Fornaci di Barga.
A mettere a rischio il lavoro di tante persone, tutte donne tra infermiere, Oss, Adb e cuochi (tra dipendenti dirette e della cooperativa “La Cerchia” di Lucca che gestisce alcuni servizi) è il cronico calo di ospiti della RSA barghigiana legato specialmente alle nuove politiche messe in atto dall’ASL 2. Problematiche già oggetto di incontri e di confronti nei mesi scorsi. La situazione è stata sottolineata dal segretario provinciale della Fisacat CISL, Giampiero Guidi: “Secondo la proprietà (la famiglia Turri di Barga che ha fondato questa azienda nel 1987 e che dal 1993 ha spostato la sede da Coreglia presso i locali dell’ex conservatorio Santa Elisabetta nel centro storico di Barga ndr) il calo di ospiti è frutto della crisi generale, che ha costretto anche alla riduzione del costo delle rette, ma anche alla tendenza delle ASL di ‘indirizzare’ spesso l’utenza alle case di cura gestite da cooperative per conto delle aziende sanitarie, in contrasto con la legge regionale che regolamenta gli accrediti, con conseguente riduzione di quote sanitarie per le strutture private”.
Un problema per la “Belvedere” che appunto si trascina da mesi. Già a giugno 2013 fu lanciato dai sindacati un primo grido di allarme sul rischio occupazionale di questa e di altre RSA della Valle del Serchio.
Lo stesso presidente della società che gestisce la residenza Belvedere, Pier Luigi Turri, ha confermato il problema legato all’ASL 2: “L’Azienda sanitaria rmai tende a mandare i pazienti nelle sue strutture di proprietà. E’ una situazione difficile: ad oggi mi trovo sette posti letto vuoti perché non c’è turnover”.
Il paradosso, sarebbe appunto questo: alla Belvedere arrivano le richieste, ma i posti letto riservati ai pazienti dirottati dall’Asl non vengono rimpiazzati.
“A fronte di questi punti interrogativi – ha concluso il segretario della Fisacat – bisogna pensare a tutelare e mantenere i posti di lavoro, anche perché c’è una normativa ben precisa. Anche le istituzioni locali, quindi, devono fare pressione, perché non bisogna aspettare decisioni drastiche che potrebbero venire da parte della proprietà del Belvedere”.
Non c’è un rischio a breve scadenza, è quello che è emerso nell’incontro di stamani, ma se non ci saranno cambiamenti soprattutto nelle decisioni dell’ASL 2, i rischi di licenziamenti e chiusure ci sono tutti.

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