La produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato nel 3° trimestre 2023: segno meno, per quanto leggermente migliore del dato nazionale

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LUCCA – Nel 3° trimestre 2023 la produzione industriale dell’area Lucca-Pistoia-Prato è stata inferiore del -2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: questo il dato generale che emerge dalle rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord. Un andamento non sorprendente, analogo al dato nazionale ed anzi leggermente migliore di questo, considerato che nel 3° trimestre la produzione industriale italiana è diminuita del -4,1% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Riguardo al contesto nazionale, secondo le previsioni l’economia italiana crescerebbe nel 2023 in linea rispetto all’area dell’euro: valori bassi, inferiori al punto percentuale, dovuti agli alti livelli di inflazione e dei tassi di interesse, che deprimono sia la spesa delle famiglie che gli investimenti delle imprese.
Il dato medio delle tre province dell’area Confindustria Toscana Nord dipende da andamenti articolati a livello settoriale, e di conseguenza anche territoriale: si segnala in particolare la frenata del settore tessile, cui hanno fatto da contrappeso soltanto parziale la tenuta della carta-cartotecnica e le buone prestazioni della meccanica pistoiese.

Pistoia
“A Pistoia, nel 3° trimestre dell’anno, i livelli produttivi sono appena aumentati, a quota +0,4%, rispetto allo stesso periodo del 2022, un risultato comunque soddisfacente tenendo conto del contesto recessivo – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Il maggior contributo al risultato positivo viene dalla metalmeccanica, che segna +9,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, mentre gli altri settori non mostrano lo stesso dinamismo. Segni positivi rispetto allo stesso periodo del 2022 vi sono comunque anche per l’alimentare, che con +2% registra un ulteriore trimestre di crescita; per la carta-cartotecnica che, a quota +5,5%, recupera il terreno perso nel trimestre precedente; per mobili e materassi che con +1,8% dovuto essenzialmente agli ordini interni inverte la rotta rispetto ai risultati negativi pregressi. Fin qui le note positive: ma dobbiamo registrare una robusta flessione, pari a -9,6% rispetto al 3° trimestre 2022, in settori come chimica, plastica, lavorazione dei minerali non metalliferi che forniscono beni intermedi e risentono della frenata diffusa dell’attività economica; negativi anche l’abbigliamento-maglieria, a -5%, e soprattutto le calzature, a quota -10,1%.
Come spesso accade, quindi, i dati per i settori produttivi della provincia di Pistoia non sono affatto uniformi: il che è al tempo stesso la forza e la debolezza del territorio. In premessa ho detto che il risultato del +0,4 % tendenziale è da considerare buono; ma ovviamente non può bastare a sostenere l’industria nel lungo periodo, ed è necessaria, in futuro, una crescita più sostenuta. Da provincia con una forte vocazione all’export, ritenevamo che, superati non senza difficoltà due accadimenti che avrebbero potuto essere decisivi come la pandemia e la crisi energetica sarebbe stato il momento del rilancio. Dobbiamo invece fare i conti con altri fattori che, concatenati, indeboliscono anche a Pistoia la dinamica della ripresa economica: inflazione e tassi di interesse ancora elevati. A questi elementi di preoccupazione va unito quell’ulteriore focolaio di tensione internazionale che è la guerra in Israele, che coinvolge altri Paesi produttori di petrolio, mentre perdura il conflitto in Ucraina. Ultime, ma non ultime, per alcune parti della provincia, fra l’altro fortemente industrializzate, i danni in alcuni casi enormi, ma comunque sensibili, dovuti all’alluvione del 2 novembre: parlo di Agliana, Montale, alcune parti del comune di Serravalle, di Monsummano, Larciano e Lamporecchio. Ci aspettavamo un aiuto immediato, per adesso abbiamo ricevuto quasi soltanto delusioni.”

Lucca
“Nel 3° trimestre 2023 la produzione industriale lucchese nel suo complesso è diminuita rispetto allo stesso periodo del 2022 del -1,8%, rimanendo comunque stabile, a quota +0,5%, rispetto al trimestre precedente del 2023 – aggiunge il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -.Fra i settori, il cartario conferma segnali di stabilizzazione, con -0,3% rispetto allo stesso trimestre del 2022 e +0,2%, in termini destagionalizzati, rispetto al trimestre precedente. E’ una prestazione molto buona, in un contesto nazionale in cui il settore nell’ultimo anno ha subito un crollo, e anche nel 3° trimestre 2023 ha segnato -15,3% sullo stesso periodo 2022. Prosegue la crescita della produzione della nautica, che anche nel 3° trimestre 2023 aumenta di +2,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel settore elettromeccanico, che a Lucca comprende principalmente le macchine per l’industria cartaria, la produzione del periodo luglio-settembre 2023 è diminuita di un punto sul 3° trimestre 2022, ma migliorata di altrettanto rispetto al 2° trimestre 2023: in sostanza, un andamento molto regolare per un settore che a Lucca ha performance migliori rispetto al complesso dell’elettromeccanica nazionale. Diversa la prestazione dei prodotti in metallo e della metallurgia, che dopo un 2021 molto buono e un 2022 discreto segnano con -10,7% la terza flessione tendenziale consecutiva. Segno negativo lieve, -1,4%, anche per la chimica, plastica e farmaceutica e più consistente, a quota -6,6%, per il lapideo. I settori della moda – calzaturiero, abbigliamento, tessile – faticano complessivamente a riagganciare i livelli produttivi pre-Covid, fissando l’asticella della produzione a quota -0,8% rispetto al 3° trimestre 2022. In territorio negativo anche l’alimentare, ma il -4,3% del 3° trimestre 2023 è comunque un dato migliorativo rispetto a quanto avvenuto nel 2° trimestre 2023, che vide una caduta a due cifre: nel periodo luglio-settembre l’alimentare lucchese ha cambiato marcia e recupera un andamento più in linea con i buoni risultati degli ultimi anni. Quasi tutti i settori lucchesi formulano previsioni positive, in grado diverso da discrete a ottime, per gli ordinativi. Determinanti per il futuro saranno i fattori di contesto: occorre che i segnali di arretramento dell’inflazione siano accompagnati da miglioramenti anche sul fronte del credito, fondamentale per favorire gli investimenti delle imprese in decarbonizzazione, innovazione, digitalizzazione.”

Prato
“Nel 3° trimestre 2023 l’andamento dei livelli produttivi del manifatturiero pratese è in diminuzione – conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. La produzione industriale si è contratta del -7,9% rispetto al 3° trimestre 2022, riflettendo l’andamento del tessile e degli altri settori maggiormente rappresentati nella nostra area: si va dal -11,1% del tessile al -4,1% della meccanica, comprendente anche il meccanotessile, e al -3% dell’abbigliamento-maglieria. Va detto che questi risultati scontano un termine di confronto, il 2022, decisamente impegnativo, in conseguenza del particolare andamento che i settori tipici pratesi hanno avuto a partire dalla pandemia. Dopo la caduta a picco del 2020, che vide contrazioni della produzione industriale pratese del 20%, gli anni 2021 e 2022 hanno mostrato una fortissima capacità di resilienza delle imprese, con aumenti anche a due cifre. Si comprende bene, quindi, come i rallentamenti che si sono manifestati nel 2023 producano un effetto relativo particolarmente dirompente. Ma al di là delle enfatizzazioni dei risultati della rilevazioni a causa di fattori statistici, certamente già il 3° trimestre di quest’anno non poteva dirsi buono per l’industria pratese: il tessile, in particolare, che nel recente passato aveva avuto prestazioni superiori al dato nazionale, si è di fatto avvicinato ai risultati più severi di quest’ultimo. I dati del nostro Centro studi nascono da rilevazioni effettuate prima dell’alluvione: quello che è accaduto dopo vanifica di fatto le aspettative, peraltro in chiaroscuro, fatte dalle aziende per l’immediato futuro. Il disastro che si è verificato scompagina le previsioni: nei prossimi mesi le imprese alluvionate, che pure si sono già rimesse in condizione di operare o che nei casi più gravi lo stanno facendo in queste settimane, non potranno dare un contributo pieno alla produzione. Da imprenditrice, peraltro a mia volta colpita dall’alluvione, trovo straordinaria la determinazione con cui le aziende, dai titolari ai loro collaboratori, stanno lavorando per risollevarsi; condivido i messaggi che sono giunti da un lato dal nostro presidente Matteini per sollecitare l’indispensabile supporto delle istituzioni, dall’altro dai colleghi Maurizio Sarti e Giovanni Gramigni che come sezione Sistema moda dell’associazione e come consorzio Pratotrade hanno voluto rimarcare che il tessile di Prato, per quanto ferito, c’è, è attivo e pronto a soddisfare le richieste della clientela. Tutto questo – l’impegno delle imprese per rendersi operative, la richiesta di sostegno per farlo prima e meglio, le dichiarazioni dei colleghi del tessile – mi pare valga più di qualsiasi previsione: Prato ce la sta mettendo tutta per superare anche questo scoglio e ce la farà anche stavolta.”

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