I cinghiali si divorano il farro della Garfagnana

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In dieci anni dimezzata la produzione e ridimensionati i numeri di aziende e superfici. La denuncia di Coldiretti Lucca e del Consorzio Tutela Farro Garfagnana IGP.

I cinghiali si “divorano” il futuro della Garfagnana e del suo pregiato Farro IGP e coldiretti chiede l’intervento dell’esercito. La coltivazione dell’antico cereale nei difficili territori montani di questo passo è destinata a sparire. Il pericolo principale non sono gli effetti dei cambiamenti climatici ma la presenza fuori controllo e devastante di branchi di cinghiali che come “cavallette” mangiano i raccolti. Negli ultimi dieci anni la produzione del farro è scesa al minimo storico di poco più di 1.000 quintali e così anche il numero di aziende e le superfici si sono fortemente ridimensionate nonostante la grande richiesta da parte del mercato oggi impossibile da soddisfare. A denunciarlo è Coldiretti Lucca che torna a chiedere interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia che i cinghiali rappresentano per l’agricoltura e per i cittadini. Ettari duterreni completamente distrutti e ristori che non potranno coprire ne’ il valore commerciale di un prodotto IGP molto apprezzato ne il costo delle lavorazioni.
A fornire i numeri è il Consorzio di Tutela del Farro della Garfagnana: “Di questo passo nessuno seminerà più farro, o altre colture – spiega il presiente Lorenzo Satti – Negli ultimi cinque anni la produzione di farro è crollata del 30% a fronte di una richiesta in crescita”.
Oggi le aziende che certificano il farro sono poco piu’ di 30, 10 anni fa erano 60. Stando a questa tendenza altri dieci anni e poi potrebbe non esserci più un farro della Garfagnana IGP”.
Tutto questo con le recinzioni che non sono considerate dagli agricoltori come soluzione economicamente sostenibile. Dall’inizio dell’anno ai soli uffici Coldiretti Garfagnana sono arrivate venti richieste di risarcimento danni. La presenza sproporzionata di selvatici nelle zone vocate, ovvero i boschi, che dovrebbe essere di 2,5 esemplari ogni 100 ettari oggi e’ 4 volte superiore e rappresenta un pericolo anche per la comunità e la sicurezza stradale. Per contrastare l’emergenza cinghiali Coldiretti ha chiesto il coinvolgimento dell’esercito anche alla luce dei rischi di diffusione di malattie come la peste suina.

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