Vittorio Fantozzi (FdI): in consiglio regionale persa occasione per valorizzare le bande di paese

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TOSCANA – Riceviamo e pubblichiamo dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi:

“Nei giorni scorsi si è svolto in Consiglio Regionale il dibattito sul Piano di Sviluppo Regionale, che come Fratelli d’Italia abbiamo aspramente criticato sia per le modalità e i tempi con cui è stato presentato sia per i contenuti autocelebrativi, non al passo con la realtà finanziaria in continuo mutamento e privo di una visione di insieme.

Nonostante questo, siamo riusciti ad emendare il testo anche in parti importanti e a ottenere significativi miglioramenti.

Una cosa però non riesco ad accettare, la bocciatura a un emendamento al capitolo 8 “I progetti regionali”, nel progetto regionale n. 14 “Valorizzazione e promozione della cultura, fra tradizione e sviluppo innovativo” 

La giunta parla delle azioni di sostegno per la promozione della formazione musicale di base e dell’alta formazione musicale, nonché della diffusione di un’offerta musicale qualificata su tutto il territorio regionale, anche in riferimento alla musica popolare contemporanea, nonché il sostegno ai festival e allo spettacolo riprodotto.

Noi, condividendo questo passaggio e questo intento, avevamo chiesto che tutto questo fosse fatto anche “attraverso la valorizzazione della preziosa realtà di associazioni, accademie, filarmoniche, orchestre, bande e corali presenti sul territorio regionale, in particolare nella cosiddetta “Toscana diffusa”.

Nell’intervento in aula ho fatto esempi al riguardo delle varie realtà della provincia, dalla Piana alla Garfagnana.

Chi vive in comuni piccoli sa perfettamente quanto queste realtà musicali non rappresentino soltanto un’espressione di sensibilità artistiche ma anche e soprattutto un presidio di identità culturale, di socialità, di promozione dei valori di una comunità.

Quindi la nostra era una proposta di buon senso.

Dispiace che anche dal territorio lucchese non sia stata accolta.

Chissà perché la sinistra toscana non l’ha accettata, anche se un sospetto ce l’ho e consiste per il suo non eccessivo amore verso ciò che è piccolo, tipico e che non fa grandi numeri.”

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