Foto razzista e sessista in “dono” alla scrittrice di colore. La denuncia di Clémentine Pacmogda

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BARGA – Clémentine Pacmogda, studiosa linguista della «Scuola Normale Superiore (SNS) di Pisa» e scrittrice, è nata in Costa D’Avorio e cresciuta in Burkina Faso, ma vive in pianta stabile a Borgo Val di Taro anche se è molto conosciuta e conosce bene, la comunità della Valle del Serchio, dove spesso tiene incontri, invitata dalle varie associazioni culturali, per parlare dei suoi libri, tra cui l’ultimo dal titolo Wendyam, che racconta la sua infanzia.

Nella cittadina di Barga sono frequenti le sue visite perché qui collabora periodicamente anche a progetti o iniziative legate anche al mondo della scuola dove racconta ai giovani i suoi libri, ma anche le esperienze della sua vita.

Proprio al termine di una mattinata trascorsa in una scuola è avvenuto l’episodio che purtroppo l’ha vista protagonista; vittima di un gesto inspiegabile quanto pesante da parte di due giovani ragazzi.

Tutto avviene sabato mattina in  via Roma a Barga, all’altezza del parcheggio del Sacro Cuore,. Clementine aveva parcheggiato lì l’auto; era di rientro da un incontro a scuola ed aveva fretta perché doveva portare la figlia ad un impegno. Quando è quasi giunta alla macchina vede due ragazzi, con lo zaino in spalla, presumibilmente di 15-16 anni, che le si avvicinano e dicono di volerle fare un regalo.  Le consegnano poi una fotografia non si sa se ricavata da un foglio o proprio da una fotografia, che ritrae una ragazza: accanto alla giovane nell’immagine ci doveva essere qualcun altro ma la foto è strappata e mostra solo la ragazza. La sorpresa di Clementine è quando vede il trattamento riservato alla foto: sulla bocca della ragazza un fallo e sul braccio una svastica.

Clementine, sbalordita, chiede spiegazioni ai due giovani che però sono evasivi. Non la offendono direttamente, non sono aggressivi, ma il fatto lascia la donna assai turbata, sconcertata, tanto da non reagire in altro modo se non, dopo aver cercato di spiegare la gravità del gesto, lasciar perdere, vista la premura di partire e tornarsene a casa.

Voleva dimenticarsi tutto in fretta, ma quella foto le è rimasta in mano e più sono passati i giorni e più ha trovato inaccettabile quanto le è accaduto sabato. Si è chiesta se quella foto, se a passare fosse stata una donna non di colore, sarebbe stata consegnata dai due ragazzi; se invece il colore della pelle ha influito oppure se comunque solo il fatto di essere donna abbia spinto i due ragazzi a quel gesto. Fatto sta che alla fine ha deciso di denunciarlo al nostro giornale. Non solo: ieri ha anche sporto denuncia ai Carabinieri.

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