A Gallicano si coltiva la solidarietà, grazie agli orti sociali

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GALLICANO – Una bella iniziativa quella nata sei anni fa nel vicino borgo di Gallicano, grazie soprattutto al grande spirito di comunità che da sempre caratterizza i suoi cittadini. In tutta onestà è difficile descrivere cosa siano esattamente, e non si può parlare di quei giardini coltivati sotto la Chiesa di San Jacopo senza nominare i “cittadini virtuosi”, ovvero una associazione legalmente costituita alla quale le Suore Oblate dello Spirito Santo concessero nel 2017 i terreni dove l’attività degli orti in comune ha avuto inizio. Terreni ai quali se ne sono aggiunti presto altri, grazie alla generosità di diversi proprietari, felici di mettere a disposizione dei volenterosi concittadini i propri beni.

Ed ecco che vicino alle scuole si trovano campi di grano Bolero, agli impianti sportivi fa bella mostra di sé il “nano di Verni” oppure, per chi transita dalla Fondovalle, appare l’immagine quasi mistica della Chiesa di Santa Lucia illuminata, a giugno, dalle spighe di Gentilrosso. Gli orti consentono a chiunque ne faccia richiesta di poter coltivare un piccolo lotto (ampiamente sufficiente per una famiglia) all’interno di un unico appezzamento recintato e irriguo, grazie al canale irrigatorio progettato nientemeno che dal Nottolini e che da oltre 150 anni distribuisce l’acqua su circa 70 ettari. I campi sparsi per il paese vengono dedicati invece alla monocoltura per garantire la produzione di patate, mais e grani antichi, poi rivenduti per poter coprire le spese di gestione degli orti, l’acquisto delle sementi e soprattutto dare un riconoscimento ai ragazzi della Casa Famiglia “Il Sole dentro” che prestano la loro opera coltivando con passione gli orti, dove trovano spazio anche molte varietà antiche di fagioli, dal Turco Grigio al Giallorino passando per il fagiolo Fico di Gallicano, la Fagiola Garfagnina o il Cavolo nero di Trassilico.

Ovviamente, dopo tante fatiche, parte delle produzioni finisce anche su festose tavolate nelle piazze, dove si gustano le inimitabili Fogacce leve con fagioli, la polenta, i rapini… e grazie a queste tavolate (o meglio, grazie al lavoro spalla a spalla in cucina che ha permesso di conoscersi) il cerchio si è allargato e, da Filecchio, dopo aver imparato (crede) i segreti delle Fogacce leve, ogni tanto si presenta in quel di Gallicano anche “il Franchino” (all’ anagrafe Franco Moscardini) a “strattorare” sotto l’occhio vigile del Loriano Biagioni per preparare i terreni prima di affidarli alle cure degli instancabili contadini.

Così, senza un fine predeterminato ma molteplici obbiettivi raggiunti, Gallicano sta valorizzando le produzioni locali e le antiche tradizioni culinarie, migliorando il decoro urbano, creando aggregazione e soprattutto coltivando solidarietà tra i cittadini, sostenendo una realtà importante come quella della Casa Famiglia. Da questa sponda del Serchio non si può che sperare di prendere esempio: i terreni, l’acqua, le braccia non mancano di certo, è però necessario risvegliare quel senso di comunità, quella voglia di fare non solo per sé stessi, non da soli. “Piccolo il mio, grande il nostro“…diceva.

 

(le foto di questo servizio sono di Loriano Biagioni, che ringraziamo, e dell’autrice)

 

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