Nel ricordo del 26 dicembre 1944

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SOMMOCOLONIA – Se lo scorso anno erano stati il vento ed il gelo ad accompagnare la ricorrenza, quest’anno è stata l’intensa pioggia e temperature miti rispetto al periodo a fare da cornice all’anniversario del 26 dicembre 1944, della sanguinosa battaglia di Sommocolonia.

In quel giorno di settantasette anni orsono a Sommocolonia iniziava la tragica battaglia scatenata da una controffensiva tedesca di disturbo denominata “Temporale d’inverno”, che alla fine costò la vita a militari alleati, tedeschi e fascisti, oltre che a diversi partigiani ed anche a tanti civili di Sommocolonia

Furono giorni terribili che distrussero il borgo di Sommocolonia e fecero scappare la gente da Barga e dintorni per sfollare verso Bagni di Lucca.

Un Natale terribile e tragico, che solo in parte oggi, pur trovandoci in una nuova emergenza ed in una guerra anch’essa lunga, possiamo capire.

Le cerimonie di stamani, prima a Sommocolonia e poi a Renaio,  sono un tributo a quanti perirono in nome della resistenza e della libertà, alle vittime civili ed in generale a quelle di tutti i militari caduti, tra cui il tenente John Fox, riconosciuto nei decenni scorsi eroe di guerra dal presidente Bill Clinton per aver fatto dirigere sulla sua postazione attaccatada tedeschi e alpini della Monterosa, il fuoco amico.

Corone di alloro sono state deposte prima al monumento ai caduti partigiani di Monticino e poi al monumento ai caduti di Sommocolonia dove è stata celebrata la Santa

Messa dinanzi all’assessore Lorenzo Tonini ed a Vincenzo Cardone in rappresentante della locale sezione ANPI. Una corona di alloro è stata poi deposta anche a Renaio alla lapide che ricorda il sacrificio solitario di

Giuseppe Marchi. Fu ucciso in un’azione solitaria in Loc. Ai Santi il 26 dicembre del 1944, mentre combatteva contro gli oppressori nazisti e fascisti, colpito mortalmente alla gola.

A Sommocolonia perirono invece soldati tedeschi, americani, partigiani e civili nell’unico sanguinoso scontro che si è combattuto in questa zona. Unico ma in grado di lasciare una drammatica ferita ancora aperta.

 

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