A Castelvecchio Pascoli c’è il muro che racconta

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CASTELVECCHIO PASCOLI – Qualche timido accenno per trasformare il muro in una specie di galleria d’arte a cielo aperto c’era già stato proprio qualche anno fa. L’operazione voleva rendere vita all’anonimo muro in bozze dell’ex cartiera dismessa e poi diventata, in seguito, una fabbrica di tubi.

Il tutto ai tempi, era il 2011, in cui l’ex cartiera dello Scatolificio Corsonna di Castelvecchio Pascoli chiudeva i battenti con la perdita di 89 posti di lavoro. La fabbrica è stata poi rilevata dalla Idrotherm 2000 tre anni dopo, ma quel progetto d’arte, di colorare quel muro di decine di murales, era rimasto incompiuto; solo abbozzato. Ci fu qualche tentativo, ma poi tutto rimase lì.  Almeno fino ad ora.

Dallo scorso 7 marzo infatti fa bella mostra di sé non un muro di bozze grigio ed anonimo, ma un “Muro parlante”, come l’ha definito uno dei principali ideatore del progetto Alessandro Stefani in arte Durante, uno dei componenti del collettivo d’arte Inspired by Barga che ha realizzato questa operazione artistica. Il “Talking wall”, così si chiama, ora vede la presenza di 48 opere disseminate lungo 200 metri di muro, realizzate da otto artisti tutti legati a Barga; e Barga indubbiamente si lega alle loro opere. Sono Durante appunto e poi Fabrizio Da Prato, Giorgia Madiai, Keane, Kerry Bell, Stefano Tommasi, Caterina Salvi. Ne è nata così, da un grigio muro legato alla storia industriale,  una mostra a cielo aperto e, come dice Alessandro, quasi un drive in dell’arte perché la mostra è fruibile anche a chi passa velocemente in auto e si trova di fronte queste opere mentre percorre la strada.

 

“Volevamo appunto farlo diventare un muro parlante, un muro che ci racconta dei nostri tempi – spiega Alessandro Stefani  – C’era già qualche graffito; quei primi murales sono rimasti e su di essi ora sono nati i nuovi lavori. Indubbiamente ora tutto  ha preso una forma più definitiva. L’idea è di farlo diventare una sorta di lavagna che ci racconta i tempi che corrono ed anche quelli che in particolare vive la nostra terra, con un linguaggio diverso, fatto di immagini, colori, atmosfere.”

Tutto questo è stato possibile “fissando” le opere non sopra le bozze, ma su una apposita lega di cemento sulla cui superficie sono stati realizzati i graffiti.

“Gli artisti per ora sono otto, ma è un progetto in divenire e la porta è aperta a chi vorrà contattarci. Chi vuole mandare le proprie opere, o anche le proprie idee, i propri progetti, può scrivere a: inspiredbybarga@gmail.com .

Vorrei anche ringraziare Idrotherm 2000 – conclude –  che ci ha permesso di realizzare questo progetto che è molto attuale, ma parte appunto da qualche anno fa; da quella idea di trovare nel muro l’ispirazione per alcuni lavori artistici. In tempo di coronavirus, in questo anno diverso, è scattata poi la scintilla che ci ha mosso e ora siamo qua e ora c’è il ‘Muro parlante’, il muro che racconta”.

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