CoronaClub, tanto tuonò…

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Tanto tuonò che piovve… Intanto perché è successo quello che vi dicevo, ovvero che la Toscana sarebbe stata in zona gialla giusto il tempo per farci un po’ abituare alla cosa e ritrovarci senza nemmeno rendercene conto tutti arancioni come la maglia da trasferta della Juve… con tutte le nuove problematiche legate soprattutto alla chiusura di bar, ristoranti, pizzerie, pub che potranno fare solo asporto e domicilio.

Ritornano poi i casini delle autocertificazioni e degli spostamenti tra comuni che non sono più ammessi salvo le solite “comprovate esigenze” e si ripeteranno le scuse più disparate da parte di noi comuni mortali per forzare gli spostamenti direzione Gallicano o Castelnuovo. Un film già rivisto ed un film che non volevamo rivedere.

“Così è se vi pare”, per dirla alla Pirandello… anche se a noi non ci pare proprio, e ci tocca viverla e digerirla questa cosa, nella speranza che alla fine i contagi possano veramente scendere; perché tra quindici giorni altrimenti ci attende la ancora più scomoda zona rossa…

Tanto tuonò che piovve anche perché finalmente ieri, insieme alla bocciatura arancione della nostra regione, è arrivato l’esonero del buon Iachini, che se c’aveva pensato subito, Rocco, a quest’ora eravamo allenati dal sanguigno e balcanico Juric e forse s’era messi un tintinnino meglio in campionato.. e di sicuro mi ero preso in queste settimane meno incazzature…

Ora c’è dunque Prandelli, un grand’uomo che a Firenze gli vogliono tutti bene. Speriamo non si rovini nome e piazza dato che i fiorentini sono capaci di grandi slanci di affetto, ma anche di smontarti, impacchettarti, chiuderti negli scatoloni dei rifiuti pericolosi e consegnarti a Sistema Ambiente la mattina quando passano a ritirare i rifiuti di noi sfigati.

Tanto tuonò che piovve invece, non lo possiamo ancora dire io, Valeria, e tanti altri come noi che stanno aspettando quel benedetto referto di tampone che ormai, dopo così tanti giorni, ha deciso di andarsene con le proprie gambe in cerca di un laboratorio che abbia la compassione di refertarlo.

I reagenti sono arrivati, i reagenti arrivano, i reagenti sono ormai alle porte, i reagenti li stanno ancora impacchettando, i reagenti sono a fare la doccia, ma il tempo di mettersi qualcosa addosso e sono da noi….In questi giorni ne abbiamo sentite di tutte ma non è mai cambiata la sostanza: di referti se ne sono visti pochi, troppo pochi. E qui verrebbe da fare una riflessione filosofica, che vorrei enunciare nella maniera più elegante possibile come si suggerirebbe Valeria: ma dove c…o sono questi reagenti?

Io comunque, nel tanto tuonò che piovve, ci speravo proprio. Già mi immaginavo quando la dirigente del servizio di igiene mi chiamava, come Commisso, e mi comunicava l’esonero… Che mi diceva che i rapporti tra me ed il virus ormai non erano più gli stessi, che non avevo più il polso dello spogliatoio e che lui, il coronavirus, aveva bisogno di una guida più autorevole e importante e di una “carica” non bassa come la mia.

Invece il mio tempo su questa panchina non pare ancora concluso… c’è ancora da giocare qualche partita e da cercare anche di giocarla bene… Le variazioni sulle formazioni da mettere in campo sono due:  il 4-3-2-1 del  fine pena con i 21 giorni dall’inizio dei sintomi e sette giorni da quando sono finiti o il 4-3-3 di quel maledetto tampone che prima o poi verrà refertato… e cioè dopo 4 positivi e 3 da ripetere arrivano 3 negativi….

Dico subito che è più facile, per gli uomini e i virus che ho a disposizione, la seconda che non la prima. La prima perché trovare qualcuno che umanamente si prenda la briga di certificare che, nonostante le mie patologie pregresse, non sono immunodepresso, la vedo dura e sinceramente non mi va di chiedere a nessuno di garantire per me, con firme in banca e garanzie patrimoniali che pare siano richieste….  Penso peraltro che, forse, senza affossare a quello o a quell’altro la responsabilità di certificare che non sono più contagioso, sarebbe l’azienda stessa, fascicolo sanitario elettronico alla mano del sottoscritto, a ponderare, la mia interessante storia clinica e dunque se sono degno di essere mandato per le strade a divulgare il verbo del resuscitato o meno. Ma non credo che finirà così…

Dunque la strada da seguire pare il secondo modulo e forse è arrivato il momento di mettere in campo l’ultimo acquisto, lo straniero pagato 80 euro e dunque fare un nuovo tampone a pagamento… hai visto mai che magari tra un paio di giorni, mi arriva l’esito e che sono negativo?!

Ci sperano anche le truppe gatte, che di vederci in giro per casa non ne possono più… sono preoccupati per i loro croccantini e ci hanno chiesto, vista la situazione, di trasferirci in qualche albergo sanitario. Dice che ci siano un paio di posti al Bivacco della Caciaia, che l’aria è anche più sana e frizzante… Pare che anche l’ASL stia prendendo in considerazione questi posti letto insieme a quelli dell’ospedale San Francesco.

A proposito di truppe gatte, stamani, per la cronaca, ho assistito alle buone, ma non sufficienti  capacità strategiche elusive del gatto rossoblù Nemo che ha avuto un incontro del terzo tipo con il gatto incazzereccio Leo della Franca sullo zerbino di casa… Poteva andare meglio però … la partita è finita 0-1

 

PS

Vorrei ringraziare oggi la staffetta partigiana Lara che è talmente brava nel suo incarico che le sentinelle renaiesi non la vedono nemmeno arrivare; ma che ti lascia sempre qualche momento di serenità e normalità, sotto forma di una copia fresca di stampa di giornale o di due paste del Bar Alpino per la colazione. Il tutto depositato al check point denominato “red gate” dove, finita la guerra, innalzerò un monumento a tutti i partigiani che ci hanno permesso di arrivare alla fine della guerra sani e salvi e con dieci chili di più.

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