Barga ricorda: nel 1986 la prima mostra sui restauri del duomo (1927-39).

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Il 3 settembre 2020, ricorrono settantuno anni dalla solenne riapertura al pubblico del Duomo di Barga dopo l’importante restauro “Ab imis fundamentis” che durò dodici anni e rese nuova vita al millenario monumento, ma perché restauro avvenuto al tempo del fascismo, se noi oggi possiamo parlarne liberamente, questo si deve a un avvenimento speciale per Barga: la ricorrenza del centenario della nascita di Mons. Lino Lombardi, il proposto che visse e confortò i barghigiani durante la Linea Gotica (1944-45).

Su questo sito diverse volte si è parlato di Mons. Lino Lombardi (Ponsacco 1886 – Barga 1965), che fu proposto di Barga dal 1929 sino alla morte. Trentasei anni, durante i quali molte cose sono accadute in Barga, e senza forse, come accennato sopra, la più drammaticamente importante certamente fu il periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando qui nel Comune si fermò per sette lunghi mesi la Linea Gotica. Tristemente celebre, seppur dimenticata ma non dai Barghigiani, la “Battaglia di Natale”, combattuta nel nostro territorio il 26 dicembre 1944, a Sommocolonia, tra le forze dell’Asse attaccanti e gli Alleati, che in questo lembo di terra italiana, momentaneamente ripiegarono per alcuni chilometri a sud. Quanto detto sinora del Lombardi e quanto diremo è per far capire a tutti lo spessore della sua persona.

In questa giornata, i cui effetti drammatici si protrassero poi per alcuni giorni, dal Comune di Barga iniziò l’esodo delle persone che seguirono gli Alleati in ritirata e solo i vecchi e gli inabili allo spostamento rimasero con l’evidente pericolo di finire in quei giorni la loro vita. Tutti gli altri erano in fuga, compresi gli amministratori e impiegati comunali, e in Barga Terra di Nessuno, a dirigere quelle poche ma importanti cose da farsi, unico punto di riferimento per tutti rimase Mons. Lombardi e con lui il cappellano don Andreotti. Assieme agli altri preti del vicariato, ma soprattutto loro due meritarono per sempre l’incondizionata stima di tutti i barghigiani per non essersi mai ritirati neppure quando dal cielo il 27 e 28 dicembre le terribili “aquile d’acciaio” degli Alleati, scaricarono su Barga le mortali e distruttive uova di metallo e molte lambendo anche la canonica, esplodendo e distruggendo nelle sue immediate vicinanze. Barga il 29 dicembre 1944 si presentò sconvolta, quasi un ammasso di rovine in parte ancora fumanti.

Qualche anno dopo, a guerra passata in terra ma non nelle menti, il Proposto ebbe occasione di ricordare quei giorni in un suo libro straordinario: Barga sulla Linea Gotica del 1955. Questo libro (ormai pari a un monumento), frutto del suo diario personale di quei giorni, lo volle il Comune di Barga quale omaggio a quel grande prete che tanto si era distinto durante quei luttuosi giorni e l’occasione fu il suo 25° di presenza a Barga. Altri ricordi della sua azione spirituale ma anche civile finirono anche in cronaca nazionale, specialmente quando l’anno 1958 si ritrovò punzecchiato politicamente da parte di Indro Montanelli che in un articolo apparso sul Corriere della Sera, Ritratto di Barga, scritto a sostegno della candidatura del liberale professor Pompeo Biondi di Barga, aveva inserito nelle sue belle ma anche dissacranti visioni locali, frutto di una sua vista a Barga, lo stesso Proposto che lo aveva accompagnato nella visita al Duomo, definendolo:

Un sacerdote all’antica, un umanista, severo con se stesso ma indulgente con gli altri, che si considera padrone in chiesa e ospite in piazza.

Per risposta ecco cosa si ebbe Montanelli, che avrebbe voluto il Proposto dalla parte di Biondi, “mentre certi ordini da Roma”:

Padrone in chiesa: perfettamente. Deve essere così … ospite in piazza lo sarò sempre come qualsiasi altro buon cittadino che in piazza non parla sempre di caldo e di freddo, ma anche di problemi cittadini.

In ogni modo c’è stato un momento in cui il sottoscritto fu padrone anche in piazza: dal 26 dicembre 1944 al 1° gennaio 1945! Ma purtroppo, a Barga, in quei giorni in piazza non vi erano che altissimi cumuli di macerie e morti da seppellire!

Questa sua continua e buona presenza tra i barghigiani, dagli stessi fu vissuta come una luce di speranza in un momento in cui tutto pareva irrimediabilmente perduto. Tantoché sino alla morte fu sempre grande la stima nei suoi confronti, come al suo cappellano don Andreotti morto sei anni prima nel 1959, ma anche dopo la scomparsa, i loro nomi rimasero ben presenti tra noi e ancora oggi sono ben saldi nelle memorie storiche.(1)

 

Come dal titolo arriveremo a parlare della prima volta che in Barga si ripercorsero i colossali restauri apportati al Duomo di Barga dal 1927 al 1939 e questo fu necessario e possibile farlo in occasione del centenario dalla nascita di Mons. Lombardi; era il 1986. Infatti, tra le molte iniziative particolarmente caldeggiate e auspicate dall’allora Gruppo Ricerche Storiche di Barga: un libro che raccogliesse i suoi diversi articoli di storia locale, di cui alcuni parlano dei restauri al Duomo di Barga, ecco nascere anche l’idea di una mostra dei suoi restauri. Quei lavori, definiti colossali, videro muoversi Comune e Opera del Duomo di Barga con il podestà Comm. Morando Stefani da una parte, nella duplice veste di capo dello stesso Comune e dell’Opera di San Cristofano, e dall’altra la parrocchia con Mons. Lino Lombardi che sunteggiava ogni passo dell’evolversi dei lavori, appunto, con numerosi articoli. I due si mossero spalleggiandosi un con l’altro senza dinieghi di alcun genere, perché entrambi volevano vedere rinascere quel monumento che stava vivendo ore drammatiche, sia per l’usura del tempo e buoni ultimi, quei tre scossoni tellurici che lo avevano fatto barcollare, specialmente quello del 1920, gli altri furono del 1902 e uno del 1912.

 

Noi con quest’articolo vorremmo riparlare di quella mostra perché fu qualcosa di eccezionale e per lasciare altra traccia di ciò che allora avvenne. Si pensi che per molti anni, perché il restauro del Duomo fu un’opera del ventennio fascista, di questo immenso lavoro se ne poteva parlare solo con molta o troppa circospezione. Una condizione culturale che il centenario di Lombardi rese più morbida, ma soprattutto acconsentì che ci fosse quel riappropriarsi di tutta una storia che tra l’altro non apparteneva ormai più a una politica, ma solo al monumento in se stesso e alla cultura. Infatti, l’iniziativa dette motivo di fare delle considerazioni storiche circa l’evoluzione del monumento di cui ancora oggi, dopo trentaquattro anni, non se ne ha ancora la parola “fine”. In altre parole, in seguito prese avvio una vera e propria rilettura delle fasi costruttive del monumento che come risultato danno una diversa visione circa il suo classico codificato della sua evoluzione. (2)

 

Detto questo, desideriamo proporre la rilettura dell’articolo che lo scrivente redasse per L’Ora di Barga n. 61 del dicembre 1986, richiesto ed eseguito per illustrare la mostra sui restauri del Duomo, allestita all’interno dello stesso Duomo, in omaggio alla memoria di Mons. Lombardi, che a distanza di trentaquattro anni ha il sapore anch’esso della storia, perché offre uno spaccato culturale di un avvenimento che veramente emozionò tutta Barga e oltre. Rileggiamo insieme quell’articolo.

 

La mostra in Duomo – Anno 1986

Quest’anno (1986) la festa di San Cristoforo patrono di Barga è stata dedicata al centenario della nascita di Mons. Lino Lombardi, che proprio in questo giorno, nel 1929, faceva il suo ingresso come proposto nella parrocchia del Duomo, che allora comprendeva –come di recente oggi- tutta Barga. (1)

La ricorrenza del patrono era stata scelta anche dal Comune di Barga per l’avvio delle celebrazioni ufficiali e nell’occasione, all’interno del Duomo, è stata allestita una grande mostra, in omaggio appunto al proposto Lino Lombardi, dal titolo: “Il Duomo di Barga e i suoi restauri”.

La mostra tratta essenzialmente dei restauri che, iniziatisi nel 1927, si protrassero sino al 1939, i quali per le tecniche usate e la mole di lavori, risultarono, oltre che all’avanguardia per l’epoca, anche radicali.

 

Veramente un degno omaggio alla memoria del Proposto che di quei restauri fu attento partecipe sin dalla sua venuta a Barga, nonché cronista scrupoloso, collaborando sempre con l’Operaio della fabbriceria e Podestà di Barga, Morando Stefani.

L’iniziativa ha visto impegnati in stretta unione Comune e Propositura. Gli architetti Adriano Picardi e Pier Carlo Marroni sono stati gli ideatori dell’allestimento della mostra, coadiuvati nella fase della realizzazione da Maria Pia Baroncelli, Pier Giuliano Cecchi, Sergio Cosimini, Rolando Gonnella, Antonio Nardini, Angelo Pellegrini, Claudio Redini, Maria Vittoria Stefani e Alfreda Verzani. Coordinatore del tutto l’infaticabile Mons. Piero Giannini. La ditta Edili Bargei ha installato la struttura in tubi di ferro concessi dalla ditta Paolo Pieri.

 

La mostra inizia con la visualizzazione dell’edificio nel corso del secolo XVI, con immagini tratte da disegni e pitture del periodo, per venire progressivamente sino all’ottocento con l’esposizione di un progetto di restauro, con relative modifiche interne, mai realizzate forse per motivi economici.

 

Seguitando, da riproduzioni di foto d’epoca, visioni panoramiche del Duomo e del colle su cui sorge, sul finire dell’ottocento e all’inizio di questo secolo, prima degli ultimi restauri.

 

Da queste vedute si ha immediatamente l’idea di quanto fosse urgente un intervento, anche per l’evidente fatiscenza dell’edificio che ad aggravarla contribuirono gli ulteriori terremoti dell’inizio del secolo e del 1920.

Nel 1913 si praticarono alcuni lavori di una certa consistenza e cosa notevolissima, si riuscì a isolare la chiesa dalle costruzioni che vi appoggiavano e che si erano sedimentate lassù sul colle nel corso dei secoli.

Nel 1920, come detto, a causa del fatidico terremoto di quel settembre, anche il Duomo subì gravi lesioni, tanto che si ebbe il crollo della nicchia di san Cristoforo. A seguito di ciò, del terremoto, furono attuati rattoppi un po’ a tutto il tempio, i quali dovettero riuscire sicuramente dei palliativi, in quanto nel 1927 si decise necessariamente un intervento ulteriore e questa volta molto più massiccio. Nella mostra odierna se ne ripercorre il cammino e si possono vedere le varie fasi di questo restauro e su di un cartellone evidenziati cronologicamente tutti i lavori anno per anno fino al 1939.

Ma i restauri non si fermarono unicamente alla chiesa nei suoi interni ed esterni, come il consolidamento del campanile o la smontatura dell’intera facciata principale perché minacciava di crollare e numerate le pietre, poi rimontate al suo stato originale, bensì si eseguirono opere di consolidamento a tutto il colle su cui il Duomo sorge, ed anche ciò è contemplato nell’esposizione. Si allude al rifacimento della “scalaccia” e della “rampa”, alla ristrutturazione dei muraglioni e dei prati, oltre al consolidamento della parte del colle strapiomba a nord-est, la cosiddetta “Ripa”.

Il nucleo centrale dell’intera mostra è costituito dai rilievi in tavole che l’Ing. Luigi Pera dell’Università di Pisa eseguì durante i lavori al monumento. Questi ne rifanno la storia evolutiva dalla nascita sino all’ultimo ampliamento del secolo XVI e successivo, oltre al rilievo dell’edificio completamente restaurato, con le più preziose opere scultorie che internamente ed esternamente si conservano.

La relativa opera fu pubblicata nel 1937 a cura della Libreria di Stato, nella serie “I monumenti italiani”, ed oggi gli originali sono entrati a far parte del patrimonio archivistico della Propositura di Barga grazie alla donazione della vedova Pera.

 

Nell’ultima parte della mostra sono posti in evidenza i progetti di “abbellimento” dell’interno del Duomo, come il nuovo altare di tipo papale inspirato ai motivi del pulpito, le balaustre per le cappelle laterali, le vetrate istoriate, ecc. Per finire il manifesto della solenne riapertura al culto del 1939 e gli articoli che Mons. Lombardi pubblicò per l’occasione, a puntate, sul periodico diocesano “Vita Nova”, i quali ritessono i restauri passo per passo.

La documentazione dell’intera mostra proviene dall’archivio della Propositura, al quale Mons. Lombardi dedicò gran parte della sua vita a Barga, da quello dell’Opera del Duomo e da collezioni e raccolte private. Di quest’ultime riportiamo il contributo dato dalla Maestra Sofia Casci.

All’inaugurazione portò il saluto del Comune di Barga il sindaco Alessandro Adami, il quale intrattenne gli intervenuti sul programma e le motivazioni del centenario. Di seguito Mons. Giannini con sentite parole tracciò la figura e l’opera del suo predecessore.

Da allora, sino a oggi, i visitatori alla mostra sono stati moltissimi, sia residenti che turistici, ed anzi di quest’ultimi si può dire che l’occasione ne ha mossi tanti di più, rispetto ai normali anni passati; in certe giornate se ne potevano contare a diecine e diecine. In totale, con tutta tranquillità, si possono stimare le visite in non meno di sette, ottomila persone.

Numerosi anche i consensi e gli apprezzamenti, tra cui ricordiamo quello del nuovo Arcivescovo di Pisa Mons. Plotti, che due giorni prima dell’inaugurazione ufficiale, in anteprima per motivi di tempo, ebbe occasione di visitarla.

Altre testimonianze sono giunte dai sacerdoti della Diocesi pisana, da personalità del mondo culturale locale, provinciale e oltre, e da tante altre persone rimaste affascinate dall’assunto.

Ma certamente la visita più attesa, l’apprezzamento che più ci si aspettava e che è giunto oltremodo gradito, è stato quello dell’Ing. Coriolano Dall’Aglio, il direttore di quei lavori di restauro dopo la morte del barghigiano Ing. Giulio Biondi, che avvenne nel 1929.

L’attesa visita è avvenuta una domenica mattina e ad accoglierlo ha trovato il Proposto. Dall’Aglio, ormai novantenne ma ancora lucidissima la mente, sano nel corpo e pronto di spirito, ha percorso la mostra con visibile commozione e a ogni foto, a ogni documento si è soffermato lungamente, descrivendone momenti, situazioni, preoccupazioni, e non solo tecniche ma anche finanziarie; in altre parole quella mattina in Duomo pareva d’essere nel pieno dei restauri, e lì presenti tutti gli artefici con le parole del ricordo.

Quando il giornale uscirà, forse nelle vostre case sarà già entrato il libro “All’Ombra del Duomo di Barga”, che il Comune in collaborazione con “L’Ora di Barga” ha approntato quale altro omaggio a Mons. Lino Lombardi nel centenario della nascita. Sarà allora su questo libro, con le parole di Mons. Lombardi, che si rivivrà il restauro del Duomo con lo svelarsi dei personaggi che vi hanno agito e contribuito anche finanziariamente, come l’emigrante Cav. Dumbra, che con centomila lire consentì il restauro totale del campanile.

 

Per altro possiamo solo dire che la mostra resterà visibile sino a novembre inoltrato per consentire alle scuole di visitarla.

 

 

(1) Negli anni ’60 del Novecento la Parrocchia di Barga fu divisa in due realtà: La Propositura di San Cristoforo e il Sacro Cuore nel Piangrande, la parte nuova di Barga, questo sino agli anni ’80 di quel secolo.
(2) L’anno 1986, centenario della nascita di Mons. Lino Lombardi, si fecero diverse iniziative, tra cui il libro All’ombra del Duomo di Barga che raccoglie diversi articoli che scrisse per il giornale locale La Corsonna, principalmente di storia delle chiese. Facemmo una mostra dei restauri del Duomo (1927-1939) inaugurandola il 25 luglio 1986, giorno del suo ingresso a Barga; poi Messe solenni e anche un concerto d’organo in Duomo organizzato da Opera Barga.
Mentre per il cappellano don Ranieri Andreotti, a cura dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, nel 2010, compiemmo il restauro della fontana presente nel cimitero di Barga e a lui dedicata sin dal 1959; giornata corredata dalla pubblicazione di un opuscolo a lui dedicato e curato da Pier Giuliano Cecchi.
(3) Per entrare a capire la nuova visione dell’evoluzione costruttiva del Duomo di Barga si consiglia di leggere:
Il Duomo di Barga –Storia –Arte e Spiritualità nei primi tre secoli dopo il Mille. Autori Vari: Bandecchi e Vivaldi Pontedera; Polisportiva Valdilago Barga, 2010.
Mauro Peppino Zedda: Monte Forato e Duomo di Barga –Tracce di un Antico Osservatorio dei Liguri Apuani. Agorà Nuragica; Cagliari, 2012.

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