Sul Fosso nacque il calcio a Barga (prima puntata)

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Come nacque a Barga il gioco del calcio è argomento che certamente affascina molte persone ma poche, sono le informazioni circa i primordi. Per esempio è molto utile una pubblicazione del 1984 fatta dall’A.S. Barga in occasione del passaggio della nostra squadra dalla Seconda alla Prima categoria dei dilettanti. È partendo da questa che si può iniziare un percorso. Una pubblicazione attendibile perché riporta notizie tratte dal giornale locale di allora, La Corsonna (1903-1940) e fu realizzata, come detto, per festeggiare al meglio la salita della squadra a un livello maggiore del calcio e perché ciò avvenne in concomitanza con l’anno del 60° dalla fondazione dell’Associazione Calcistica Barga, il 1924, espressamente dedicata a fornire notizie storiche.

Se il 1924 è l’anno ufficiale, come ogni cosa che nasce, però c’è sempre un periodo d’incubazione, lungo o corto che sia, che poi esplode in un qualcosa di ben definito e allora cerchiamo di vedere cosa si muoveva e quando la nuova passione sportiva inizia a prendere campo, perlomeno avvicinandoci al vero. Premettiamo subito, se possiamo usare il termine, che il primo campo sportivo, che vide rincorrere un pallone dai cosiddetti calciatori di Barga fu proprio il piazzale del Fosso, però prima di iniziare questo cammino, pensiamo che sia anche utile spiegare un poco come nacque quel complesso, il piazzale del Fosso unito al Bastione: lo sferisterio di Barga.

Come nacquero il piazzale del Fosso e le gradinate del Bastione.

Per iniziare quest’argomento ricorriamo al locale giornale La Corsonna, precisamente all’edizione dell’11 aprile 1920, dove, in un articolo dal titolo “Problemi locali”, s’intrattiene il lettore circa la sistemazione del Bastione e delle sue erbose gradinate che ora sono in uno stato di trascuratezza e nel parlarne, l’autore esalta la bellezza del luogo che come oggi anche allora non meritava disattenzioni. Le “gradinate erbose” sono la parte finale del piazzale del Fosso, come una sorta di semicerchio a salire sino alla sommità detta Bastione (un’antica difesa di Barga), che in un certo senso lo conchiude e su cui, al limitare delle “erbose gradinate”, come oggi, stavano sedute le persone in genere come spettatori a un’esibizione di diversa natura: culturale, sociale e sportiva.

Il complesso dell’area Fosso e Bastione, circa la metà del secolo XVIII diviso in pubbliche particelle e private, inizia a entrare nelle buone mire dei barghigiani che ritengono sia giunto il momento di qualificarlo quale vanto di Barga e uso di tutti. Intuiscono che il luogo, in buona parte ancora un fossato, sia ben adatto per realizzarvi un piazzale e l’idea comprende anche l’antico Bastione, il rialzo finale non ancora livellato come oggi, che gli farà da tribuna. Un tutto che con la fantasia già tutti vedono realizzato e intuiscano anche bello, però va fatto.  Con gli animi così ben disposti, si riesce a portare avanti l’idea, forse anche dovuta perché i tempi nuovi rendono ormai inutile quella sorta di fossato, forse naturale o attuato “in illo tempore” a difesa del castello di Barga.

Finalmente, sospinto anche dal popolo, il Comune di Barga inizia a pensare di concedere a facoltosi possidenti del luogo il permesso di intervenirvi. Questi forse pensano al “Gioco del Pallone”, non il calcio ma quello praticato con un bracciale tutto di legno munito di spunzoni e usato per ribattere una pesa palla di cuoio, il “pallone”, con il punteggio di gara come oggi per il tennis. Cosicché, si attuò un primo e modesto progetto con l’idea e un poco alla volta di riuscire a farne, appunto, un piazzale; ma già allora l’attenzione era anche diretta all’antico Bastione di Barga, quel rialzo di terra con cui si chiudeva il fossato, che avrebbe conferito al tutto un aspetto di anfiteatro, come detto, percepito e visivamente intuito, però, ancora da realizzare.

La storia ci dice che l’anno 1787 una sorta di piazza è già esistente da qualche tempo però molto più piccola dell’attuale. Che già ci fosse la piazza e vi si giocasse al Bracciale, si apprende nella relazione di questo 1787 fatta dell’uscente Gonfaloniere del Comune Giacomo Pieracchi e con queste parole: Il muro al Bastione dalla parte verso la Piazza detta il Fosso, il quale deve rimanere costrutto a spese di alcuni dilettanti di Giuoco di Pallone, giacché … per opera de medesimi è … franato un pezzo di Bastione nel predetto luogo. Da quanto letto si apprende che quella piccola piazza sia esistente da qualche tempo e utilizzata oltre che per l’ovvio passeggio anche quale sferisterio per il Gioco del Pallone che a Barga si attuava a tre giocatori perché avevano l’ausilio del “muro di ribattuta”, mentre altro modo e a quattro per squadra era senza quell’appoggio e, i nostri, nel battere il peso pallone di cuoio sul muraglione del Fosso avevano allentato alcune pietre fino al cedimento. Siccome la piazza si ebbe grazie a loro, che ci intervenissero.

Se questa è una ricostruzione di come fosse la piazza del Fosso l’anno 1787, per meglio integrarla, ci soccorre anche un’altra e successiva traccia storica dell’anno 1815, quando s’iniziò a pensare alla strada nuova che da Le Fornaci di Barga arrivava a Barga e da farsi in sostituzione di quella della Giovicchia. Una relazione di quattro deputati ad hoc nominati dal Comune dove s’inizia a prendere in considerazione vari problemi connessi alla disputa tra due progetti, uno dell’Ing. Ferrari e l’altro dell’Ing. Caluri, specialmente circa l’arrivo della strada sul Fosso. Nei fatti, come prolusione alla loro idea e che si vedrà seguire, si ritesse anche la storia della nascita del piazzale che aveva raggiunto le allora e attuali dimensioni solo nel 1813, dopo che furono risolte alcune acquisizioni da parte di privati che avevano preso a cuore il completamento dello sferisterio, cioè terreni e muri ingombranti, così riuscendo a spianare la parte a sud-ovest, dove passava anche la vecchia strada che dal Sasso conduceva a Loppia. Questo importante e fondamentale intervento ampliò il piazzale in larghezza e in lunghezza portandolo alle odierne misure. Così notarono i detti deputati:

L’oggetto propostosi da particolari Ampliatori a proprio carico, e dispendio della Piazza anzidetta, fu quello di rendere la medesima via più atta, e comoda ai pubblici usi di Feste, Evoluzioni Militari, Passeggi, Fiere, Giuoco del Pallone, ed altre analoghe pubbliche occorrenze, essendo l’unico locale adattato a tal uopo, stante la montuosa declive situazione della Terra di Barga e la frequenza delle di lei Fabbriche, senza spazio, o Piazza da poter sostituire alla medesima.

Queste parole lette or ora, furono scritte per l’accennata disputa tra i due progetti della strada, uno era quello dell’Ing. Ferrari, l’altro dell’Ing. Caluri. In pratica, i quattro deputati erano per il progetto Ferrari, avendo progettato, com’è oggi, l’arrivo della strada sul lato del piazzale Fosso, mentre ricusavano il progetto Caluri, che aveva pensato di farla giungere alla base delle mura del Fosso, poi sfruttando tutto il profilo delle stesse, così deturpando la raggiunta e attuale grandezza del piazzale. Quei deputati videro bene perché lo sferisterio del Fosso è una delle più belle cose di Barga.

Per il Bastione, la collinetta in fondo al piazzale, diviso tra una parte più in alto e altra più in basso, già degradante a piccoli prati, parte della terra del sottostante, occorse per spianare i dislivelli nel costruire il proseguimento della nuova strada che arrivata sul Fosso poi si volle far proseguire fino al Giardino, costeggiando le mura e case castellane che ad hoc furono retratte.

Il progetto di questo nuovo tratto di strada si ebbe circa il 1846. I prelievi di terra si attuarono specialmente per riempire l’artificiale curva sorretta da due muri, da noi detta “del Salvi”, ma anche per altri motivi. I prelievi di terra attuati su di un lato del Bastione in basso, che già ospitava il bel cedro del Libano, fecero sì che il piano ne uscisse maggiormente ampliato rispetto al Bastione di Sopra che costeggiava le mura dirette verso il monastero di Santa Elisabetta. Tanto da suggerire l’idea di migliorare l’aspetto del parco ivi esistente e che fu progettato alla grande nel 1820, comprensivo anche della parte superiore collegata da una stradina laterale. Della miglioria se ne avvantaggiò il passeggio, tra diciotto piante di acacia, panchine in pietra e la salita a esso tramite le due scale laterali. Un luogo dov’erano proibiti i giochi con la palla e altro, mentre il Bastione di Sopra fu sfruttato per la tesa dei panni con l’ausilio di otto pali e corda.

Ora, tornando all’articolo di quell’11 aprile 1920, pubblicato su La Corsonna con la sola firma xxx, per la passione che l’autore mette nell’esaltare la bellezza del Fosso, ora un bel piazzale sterrato con le gradinate a veri poggi che scendevano dal Bastione, sin dal 1905 simbolicamente guardate dall’alto del suo piedistallo dal patriota Antonio Mordini, quello scrittore è ritenuto il condirettore del giornale Alfredo Stefani, perché ponendo l’accento sulla bellezza del posto, pare svelarsi nella sua caratteristica, la sua grande passione per Barga: Nessun paese, nessuna città può vantare un insieme tanto maestoso ed imponente, pratico e meraviglioso quale il nostro Fosso … L’incuria degli uomini nuovi e la speculazione dei vecchi l’ha ridotto male … l’hanno destinato alla rovina certa … ma non per questo ha perduta tutta la sua suggestiva bellezza che gli vollero imprimere gli ideatori geniali … Ma a poco a poco i gradini si sono sfaldati, gli alberi smozzati, le muraglie vanno ricoprendosi di sterpi … la terra scompare e i sassi e gli acciottolati che servirono a riempire il fossato affiorano … e va acquistando la bellezza delle cose morte … Ma no, non deve, non può avvenire. … i nostri giovani debbono trovare modo di esercitarsi nelle gare, debbono avere la loro palestra. … In cui si possa dar incremento a tutte le manifestazioni dello sport.

 

 

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