Il Giornale di Barga pronto a spegnere 70 candeline

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Non abbandoniamoci a facili battute: settant’anni si sentono tutti; sono quasi tre generazioni, tre quarti di secolo, sette decadi di stagioni. Una vita. Ed il Giornale di Barga, ilmensile, quello fatto di carta che arriva agli abbonati, sta per compierli. Era infatti il 26 maggio 1949 quando usciva il primo numero (fu definito numero unico) di quello che sarebbe poi diventato il maggiore organo di informazione del territorio di Barga.

Da quella data non si è più fermato ed anzi, ha modificato contenuti e formati di decennio in decennio per rimanere al passo con i tempi, sopravvivendo ai cambiamenti piccoli e grandi di Barga e dell’Italia, mantenendo contatti vicini e lontani. In una parola – resistendo.

Ed è proprio alla “resistenza” dell’informazione che dedicheremo la sua festa, che si terrà sabato 18 maggio a Barga. Con un momento formale a Palazzo Pancrazi (ore 10,30) in cui saranno ripercorsi anni e vicende del nostro foglio ma, soprattutto, con una mostra collettiva dedicata a “L’informazione che resiste al tempo delle chiacchiere” alla quale parteciperanno gli artisti Swietlan Kraczyna, Fabrizio Da Prato, Giorgia Madiai, Simone Togneri, Emanuele Biagioni, Caterina Salvi, Paolo Pieri, Massimo Salotti, Michela Bertolacci, Chico Molo, Riccardo Bertoni, Sandra Rigali, Keane. Ai loro lavori si aggiungeranno un paio di opere inedite di Nazareno Giusti realizzate per il  Giornale di Barga ai tempi del Centenario Pascoliano.

L’intento è descrivere la resistenza dell’informazione in questi anni di notizie non verificate, fatte di copia e incolla, pescate dai social senza la certezza delle fonti e condivise da tutti con tutti: una deriva verso cui giornali, tv e web stanno pericolosamente dirigendosi. Non il Giornale di Barga che nel suo piccolo e con modestia ha sempre lavorato con precisione, verificando le fonti e affidandosi alla deontologia prima di tutto.

Un lavoro difficile che fa sentire il peso degli anni trascorsi a chi lo realizza: ogni notizia riportata è il lavoro di un giornalista-artigiano che ha appreso il fatto, chiesto informazioni a testimoni diretti o fonti attendibili, che ha soppesato le parole da utilizzare, che ha pensato all’impatto che avrebbero avuto… un lavoro di mente e cesello che in pochi ormai continuano a fare, preferendo pubblicare fiumi di bla-bla-bla senza nemmeno affacciarsi alla finestra. Non prendete questa dichiarazione come un moto di presunzione, è solo un’amara constatazione che riguarda sia chi fa i giornali sia chi li legge.

Per questo,  questo settantesimo, oltre che una celebrazione di soddisfazione e longevità, vuole essere un momento di riflessione, affidata alla sensibilità di artisti che conoscono il Giornale di Barga ma anche il mondo esterno: è tempo di pensare a cosa si legge e capire che un’informazione di qualità si fa solo con certi ingredienti. Come il Giornale di Barga ha fatto per settanta anni.

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