Crescita KME, per la FIOM i dati non bastano a fugare i dubbi sul recupero degli esuberi a settembrfe 2018

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I dati resi noti da KME all’incontro del tavolo istituzionale di ieri, pur se riconosciuti positivi, non convincono del tutto la FIOM ed anzi si dice preoccupato il segretario provinciale Mauro Rossi, secondo il quale senza dovuti accorgimenti, alla scadenza del piano industriale, nel settembre 2018, si rischia che rimangano senza posto di lavoro molti degli attuali esuberi.

Già ad aprile al precedente incontro del tavolo istituzionale c’era stato un primo segnale relativo ai dati positivi a; allora c’era il dubbio che fosse solo una impressione, mentre oggi quei segnali sono benconsolidati – riconosce il segretario FIOM,Rossi – Non lo si può negare che qualche segnale di ripresa c’è ma noi siamo comunque preoccupati, perché sono tutti dati riferiti ad un budget che l’azienda aveva preventivato e che si riferiscono anche alle non certo esaltanti performance dell’anno scorso,. Secondo noi quei valori non sono in grado di farci raggiungere il principale obiettivo,: riportare tutta la gente a lavorare.

Ce lo dice una formuletta che ci fu illustrata quando si presentò ai sindacati, proprio dall’AD di KME Claudio Pinassi; ci disse che una fabbrica come KME per stare in equilibrio deve avere un rapporto preciso tra tonellate prodotte e numero addetti: 188 tonnellate ad addetto. Se si sta sotto il rischio è appunto quello di dover ridurre il personale.

Anche se si raggiunge il budget di quest’anno ed anche se a settembre 2018 sui arriva alle previste 70 mila tonnellate non si riuscirà quindi a internalizzare tutti i lavoratori che al momento sono fuori da KME. Va bene che si cresca ma bisogna fare dunque un passo in avanti in termine di investimenti e di nuovi prodotti. Perché così è vero che azienda cresce ma a fine 2018 molti lavoratori saranno a casa”.

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