Maldifiume a Villa Nardi: acqua, passi e gente come la nostra

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Sabato 27 maggio, villa Nardi in Canteo a Barga: i soci del circolo ACLI Rita Levi Montalcini giocano a carte e a biliardo o scambiano quattro chiacchiere al bar. Nel frattempo, in giardino c’è una festa di compleanno e le voci dei bambini risuonano felici. Al piano di sopra, l’Unitre è fuori in gita e la sede è vuota, ma la biblioteca è stata lasciata aperta, a disposizione di chi è rimasto a casa, mentre lo Juventus Club si gode l’ultima partita di campionato in tranquillità: la Fiorentina gioca il giorno seguente, per cui non ci sono nemmeno gli amici/rivali del Viola Club nella stanza accanto.

Ci sono però altre persone, non molte per la verità, che discutono di un libro che si chiama “Maldifiume” insieme alla sua autrice Simona Baldanzi, ospite dell’associazione Cento Lumi per intercessione di Lorenzo Carletti che l’ha accompagnata.

Sia Simona che Lorenzo sono già venuti a Barga: la prima in occasione di un’iniziativa promossa dall’ANPI locale, l’altro insieme a Cristiano Giometti per parlarci del loro libro “Raffaello On The Road” ().

Entrambi scrivono, quindi, ed entrambi lo fanno molto seriamente: che si parli di graffiti del carcere di Vicopisano o di come cambia il Mugello all’ombra delle grandi opere , Simona e Lorenzo fanno parte di quella specie non abbastanza protetta che prima di parlare di qualcosa aspetta di essersi documentata a sufficienza, anche quando questo costringe a preparasi lo zaino e partire a proprie spese verso mete non esattamente turistiche.

E nei libri di entrambi c’è una costante attenzione non soltanto all’argomento principale, ma anche alla sua valenza sociale: in altre parole, si chiedono sempre come, perché e quanto una certa cosa abbia cambiato la vita delle persone entrate in contatto con essa.

“Maldifiume”, ad esempio, è il racconto di un viaggio sull’Arno, dal monte Falterona fino alla piana di Pisa. Un viaggio volutamente lento: a piedi, in bicicletta e anche in barca, “nel tempo che ci metteva un tronco col fiume in piena”, per avere il tempo di ascoltare, riflettere e capire la natura e i cambiamenti dei luoghi visitati.

Ma “Maldifiume” è anche e soprattutto un storia di persone: dalla cooperativa di laureati che è tornata al paesello per tentare di recuperare un vecchio mulino, agli ultimi superstiti di mestieri in via d’estinzione come il ceramista di Montelupo o il maestro d’ascia di Limite; dai circoli canottieri che vivono il fiume direttamente, ai giocatori di bocce del territorio pisano che ci passano le giornate accanto.

In tutti questi e negli altri racconti che compongono il libro, alla fine, emerge potente il concetto che per la sopravvivenza delle piccole comunità è fondamentale aver chiaro chi sono, da dove vengono e, soprattutto, che possono avere un futuro soltanto insieme e senza rinunciare alla loro storia, tanto più in tempi confusi come quelli attuali: “Le storie le mantiene chi ha una storia sua”, dice infatti uno dei protagonisti. La stessa idea che nel nostro piccolo è alla base di esperienze come appunto quella del circolo ACLI di villa Nardi, dell’Unitre Barga, del Barga Jazz Club, della Pro Loco (ente patrocinante della presentazione del libro insieme al Comune di Barga), della locale sezione dell‘Istituto Storico Lucchese o dell’associazione Cento Lumi, ultima nata, che da poco più di un’anno si impegna costantemente per la valorizzazione delle storie del nostro territorio.

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