KME, si è riunita la commissione economica congiunta. L’opinione di Massimo Braccini (FIOM)

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Il 5 maggio si è svolta la prevista riunione della commissione economica congiunta per affrontare le tematiche e le problematiche relativa elal situazione KME. L’incontro si è svolto presso la sede Kme di Firenze tra azienda ed organizzazioni sindacali.

A parlarne è il nuovo coordinatore nazionale FIOM KME, Massimo Braccini secondo il quale emerge ancora un quadro di non stabilità economica.

“Il bilancio 2016 – scrive Braccini – permane negativo e l’azienda non è stata in grado di raggiungere le vendite degli anni precedenti.

L’azienda ha comunicato che sono in corso azioni volte a riallacciare i contatti commerciali e riacquisire la fiducia dei clienti, mettendo in evidenza che hanno intenzione di produrre rame e tutti i prodotti industriali, in un’ottica di rilancio degli stabilimenti. Il nuovo forno fusorio in rame installato a Fornaci di Barga ci comunicano che ha superato la produzione che avevano stimato; monitoreremo i dati, ma tuttavia manca ancora la liquidità necessaria per acquistare la materia prima in rapporto a quanto potrebbe produrre lo stabilimento di Fornaci.

Questa condizione sta provocando un rallentamento produttivo che riteniamo vada assolutamente risolto in attesa del potenziamento del forno per adeguarlo a maggiori produzioni”.

Secondo Massimo Braccini il gruppo Kme in Italia deve ritornare ad essere autonomo sia dal punto di vista produttivo che economico rispetto agli altri stabilimenti del gruppo.

“per far questo – continua – occorrono però ulteriori impegni finanziari da parte della proprietà, visto che vi sono tutte le condizioni di capacità produttiva per poter migliorare il quadro complessivo che, se accompagnato da ulteriori misure che possono essere messe in campo, potrebbe ritornare ad occupare tutti i lavoratori oggi adibiti anche ad altre mansioni fuori dal ciclo produttivo.

Riteniamo – conclude il coordinatore – che il settore del rame sia parte della siderurgia complessiva per un paese che vuol continuare ad essere industriale e quindi deve rientrare in un’ottica di strategia nazionale; per questi motivi promuoveremo tutte le azioni sindacali necessarie affinché vengano ritrovate le condizioni di stabilità”.

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