A proposito del busto di Pascoli nella nuova piazza del Giardino.

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Nell’accingermi alla proposta di uno spostamento del busto a Giovanni Pascoli nella sua piazza, ora collocato sulla facciata delle ex scuole elementari di Barga al Giardino, fatta con una lettera aperta diretta essenzialmente al Sindaco di Barga, poi pubblicata sul Giornale di Barga Online il 21 agosto 2015 e brevemente sul cartaceo dello stesso Giornale (mese di settembre) non ricordavo che un nostro grande concittadino d’adozione ne aveva già notata la strana disposizione.

Avrei potuto giovarmene per meglio far capire quanto andavo dicendo, comunque vedo di rimediare con il presente scritto, anche se ormai tutto è compiuto, tra approvazioni per la mia idea, sorrisi di compatimento, se non di avversità preconcette. Resta però il pensiero, orgogliosamente tutto mio, che l’attuazione dello spostamento, la discesa del busto di Pascoli, da porsi su un pilastro in un’area idonea della piazza, non fosse e non sia cosa indifferente e per certi versi emozionante.

Infatti, il trascriversi sul pilastro che dovrebbe accoglierlo: “Tu su la bruna Valle, alta sfavilli, Barga, coi cento lumi tuoi”,parole dello stesso Pascoli contenute nella poesia “Il soldato di San Pietro in Campo”, avrebbe e ha un impatto emotivo per tutti, tra l’altro chi lo farebbe, entrerebbe di diritto nel Panteon dei Barghigiani, perché nessuno, dalla prima lettura delle parole nella ricordata poesia, ha ritenuto di fermarle per tutti nel marmo. Un omaggio soprattutto a Barga e a tutti i Barghigiani di sempre in patria e all’estero, che al leggere quelle parole sentono salire un brivido da quel profondo canto che custodisce l’amore questa terra.

Un sano orgoglio che ha il potere di stimolare tantissime cose positive, obbligandoci ancora a considerare quel doppio valore che la cosa ci indica: omaggio al Grande Poeta che le ha concepite e donate a noi e a tutti, questo in primis, poi, dall’alto della Sua saggezza poetica, per me educatrice come poca altra Poesia, prendere l’abbrivo per farsi noi stessi illuminati educatori. Nel caso insegnare cosa è, quale sia l’amore per la grande casa che ci ospita, che nel momento delle parole assomma tutta una vicenda comunale che affonda le radici nei secoli del Mille e anche prima.

Ora però è tempo di far noto, chi dal passato, indica a me fossi con lui in linea nella formulata proposta, e a tutti offre un momento di seria riflessione. Si tratta del senatore Adolfo Zerboglio, barghigiano d’adozione e amante Barga come pochi, la cui riflessione sul busto di Pascoli al Giardino l’ebbe a pubblicare nel bel libro “Barga memorie e note vagabonde”, edito nel 1929 da Sighieri e Gasperetti di Barga.

Ecco il punto, un vero e proprio spaccato di Barga del periodo:

“Al Giardino: l’edifico delle scuole elementari intitolata a Pascoli … Taccio del busto del Poeta perché mi auguro che si trovi modo di collocarlo altrimenti, evitandosi ai “miopi”, di scambiarlo per un pietrone sovrapposto ad un altro!”

Che dire di più? Io per far capire la questione oggi ho adottato queste parole: “Posto lassù, il Pascoli mi pare un piccione sulla tavola!”. Io sono chi sono, ma ad Adolfo Zerboglio tanto di cappello!

Per la storia diremo che quel busto del Pascoli è datato 1925 e la critica del seppur giovane ma precocemente “invecchiato” socialista Zerboglio di soli quattro anni dopo. Qualità politiche che in quel periodo resero facile restasse inascoltata. In quel 1925, 70° della nascita del Poeta ci furono a Barga, ma anche nel 1924 a Lucca, delle grandi cerimonie che in forme ad hoc coinvolsero anche l’Italia.

Pier Giuliano Cecchi

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