Anche un barghigiano alla “congiura dei Fieschi”. Una lettera a Focus Storia

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Ci scrive Giacomo Mrakic:

A seguito della lettura sul numero 96 di Focus Storia di un interessante articolo avente ad oggetto la congiura dei Fieschi dell’anno 1547: “Congiura alla genovese”, qualcosa non mi andava giù. Infatti, l’articolo, per quanto interessante e ben composto, presentava una mancanza di non poco conto per un barghigiano amante della Storia.
Di conseguenza, dopo avere avvisato l’amico Pier Giuliano Cecchi e riflettuto ben bene sul da farsi, ho preso carta e penna e ho tirato giù queste quattro righe, nella speranza che siano tenute di conto dai redattori della rivista e che possa essere ricordato anche un nostro concittadino: Agostino Bigelotti di Barga, che obliato nella suddetta ricostruzione storica, ebbe invece un ruolo di primo piano nella congiura genovese.

Ecco il la lettera che i nostri due concittadini hanno inviato alla redazione di Focus:

Spett.le redazione di Focus Storia,

In merito all’articolo a pagina 18 del numero 96 di ottobre 2014 intitolato “congiura alla genovese” troviamo necessario fare un’interessante precisazione.
L’autore dell’articolo, certamente per necessità di sintesi e motivi d’impaginazione, liquida brevemente la morte di Giannettino Doria con poche parole, lasciando intendere che il Doria sia rimasto vittima di una scaramuccia anonima presso porta San Tommaso, sopraffatto da sconosciuti nemici, probabili scherani al soldo dei Fieschi.
Nella realtà dei fatti però abbiamo nome e cognome dell’assassino di Giannettino Doria, nome che fu tramandato non solo nell’opera di Schiller, ma anche nella tragedia “I Fieschi e i Doria” di Scipione Borgognino e nella “Storia d’Italia continuata da quella del Guicciardini” di Carlo Botta, e che risponde a quello del nostro conterraneo Agostino Bigelotti da Barga.
Giannettino Doria fu ucciso a tradimento da un colpo di archibugio sparatogli a bruciapelo dal sopracitato Agostino Bigelotti, il quale, successivamente, a detta di Botta insieme ad altri congiurati, provvide a finire Giannettino Doria a colpi di pugnale.
Rilevante perciò fu l’effetto sorpresa. Agostino Bigelotti era un alfiere originario di Barga, nella Garfagnana medicea, che era dovuto fuggire a seguito della restaurazione del Granducato dopo l’effimera esperienza della repubblica fiorentina, in quanto di simpatie repubblicane e, su protezione del lucchese Burlamacchi, aveva in seguito trovato rifugio a Genova.
La sua posizione di simpatizzante repubblicano e quindi filo-francese in antagonismo alla politica filo-imperiale dei Medici unitamente alla sua esperienza militare e al fatto che fosse un forestiero (nella tragedia di Borgognino viene addirittura chiamato “il Barga” con riferimento alla sua città natale), gli fornivano i necessari requisiti per renderlo attivo partecipe della congiura dei Fieschi e figura centrale nell’assassinio di Giannettino Doria.
Peraltro Giannettino Doria fu ucciso a viso aperto, in quanto il colpo di archibugio fu sparato a bruciapelo da Bigelotti solo dopo l’apertura della porta di San Tommaso, che Doria erroneamente pensava tenuta dai suoi uomini, mentre al contrario era già stata occupata dai congiurati.
Questa nostra lettera viene inviata non solo per precisare e celebrare un nostro concittadino che troviamo giusto avrebbe dovuto avere una minima citazione nell’articolo del numero di ottobre, ma anche per ricordare come spesso la grande Storia passi anche da persone che casualmente ed incidentalmente si trovano ad incrociare la loro vita con i grandi avvenimenti del passato.

Certi che vorrete dare seguito a questa nostra precisazione, porgiamo distinti saluti

Giacomo Mrakic
Pier Giuliano Cecchi

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