Rocche, fortezze e castelli, nuova vita ad altre fortificazioni della Garfagnana

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Nuova vita per il borgo di Isola Santa a Careggine, quello di Bergiola a Minucciano e per la Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuvo di Garfagnana. E ancora la riqualificazione della Rocca del Bargiglio, a Borgo a Mozzano, dei borghi di Coreglia Antelminelli e Ghivizzano Castello e i ponti di Fabbriche di Vallico. Parte oggi, con la firma della nuova convenzione, la seconda fase del piano di restauri delle rocche e delle fortificazioni della Media Valle e della Garfagnana, per un finanziamento totale pari a 450mila euro. I prossimi interventi sono stati illustrati questa mattina a Castelnuovo di Garfagnana, nella suggestiva cornice della Fortezza di Mont’Alfonso, dal senatore Andrea Marcucci, presidente della commissione cultura del Senato e dal direttore generale di Arcus Spa, Ettore Pietrabissa. E sempre qua è stata firmata la nuova convenzione tra Arcus Spa (Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo costituita nel 2004 con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali), l’Unione dei comuni della Mediavalle e Garfagnana, la Provincia di Lucca e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca: l’atto che ufficializza e rende operativi fin da subito i prossimi passi, andando così a restituire nuovo splendore a questi particolarissimi segni di un tempo passato, sempre più oggetto di interesse per turisti, visitatori, storici e appassionati. Una sorta di via delle rocche e tra le rocche, un piano di restauro, nato nel 2008, da sei milioni di euro – quasi interamente stanziati da Arcus Spa e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – che coinvolge 17 comuni, prevedendo interventi su 20 antiche fortezze militari, con l’obiettivo di creare un bacino culturale in grado di attirare turismo nazionale e internazionale. E che da oggi diventerà ancora più operativo, grazie alla firma della nuova convenzione e il conseguente avvio della seconda tranche di interventi.

«Si tratta di interventi con un alto valore storico-culturale, ma che rappresentano anche una spinta in termini economici e sociali – ha esordito il senatore – Nel corso di questi anni ci sono stati vari cambiamenti, a partire dall’interruzione del rapporto con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Si comincia col Bargiglio a Borgo a Mozzano, si entra nella Vale col Ponte del Diavolo e si arriva fino alla Torre rotonda di Minucciano e a quella di San Pellegrino in Alpe. Una storia meravigliosa, complessa, divisa, ma allo stesso tempo unita. Oggi si aprono nuove prospettive: mettere insieme tutte queste tracce che a questo punto sono ben visibili e fruibili da chiunque per rilanciare la zona dal punto di vista turistico e promozionale. La seconda fase appena iniziata ci chiederà un impegno maggiore e sarà una sfida fondamentale per il futuro delle nostre terre».
“Bacino Culturale Valle del Serchio – Sistema delle Rocche e delle fortificazioni”: questo il nome del progetto, fortemente voluto dalle amministrazioni coinvolte e dalle istituzioni locali per riportare in vita una rete monumentale molto diffusa su tutto il territorio. Concetti e suggestioni che bene hanno evidenziato, nel corso dell’incontro al quale hanno partecipato anche i ragazzi delle scuole, il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, il presidente dell’Unione dei comuni della Garfagnana, Mario Puppa, il presidente dell’Unione dei comuni della Mediavalle, Nicola Boggi, l’architetto Piero Biagioni, che ha ripercorso le vicende storiche delle comunità e delle rocche della Valle e il presidente della Fondazione Crl, Arturo Lattanzi. «Questa operazione – ha spiegato Puppa – rappresenta un’ottima occasione per tutta la Valle, soprattutto in termini turistici e occupazionali. In questo momento di difficoltà economica generale sviluppare sinergie che consentono opportunità di crescita e sviluppo del territorio rappresenta un punto qualificante dell’azione della giunta dei comuni della Garfagnana. Si tratta di un elenco cospicuo di lavori, al quale potrebbe presto fare seguito, come auspico, un ulteriore intervento conclusivo, completando così anche la parte che doveva essere coperta dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e che oggi è venuta a mancare. Gli edifici recuperati e restaurati andranno a far parte di un sistema di grande risonanza dal punto di vista culturale». Marketing territoriale, è questo uno dei punti di forza di tutta l’operazione, illustrato dal presidente della Provincia. «Fare marketing territoriale – ha precisato – significa guardare un po’ più in là dei propri confini per mettere a sistema tutte le potenzialità di un’area, soprattutto quando è incredibilmente ricca di storia e di bellezze paesaggistiche come quella della Valle del Serchio. Mi sembra che grazie agli interventi fatti e a quelli a cui oggi diamo simbolicamente il via ci stiamo muovendo nella direzione giusta per portare avanti l’opera di valorizzazione di un territorio che ha dimostrato e sta confermando la sua vocazione turistica e culturale».
Maestoso, imponente, elegante o semplicemente essenziale. Il castello riporta subito alla memoria uno dei luoghi privilegiati dei giochi d’infanzia, tra battaglie, cavalieri, streghe e principesse da salvare. E c’erano una volta delle terre dove fortezze inespugnabili garantivano la salvezza e la difesa, mettendole al sicuro da attacchi e invasioni.
Oggi quelle terre si chiamano Mediavalle e Garfagnana e della solennità d’un tempo conservano ancora tracce indelebili. Tutta la magia di un aristocratico passato, ma anche il ricordo di una storia burrascosa e a tratti cruenta rivivono ai giorni nostri grazie ai castelli, alle rocche e alle fortificazioni che affollano l’intero paesaggio. Se ne contano tante, da nord a sud, dai centri abitati a speroni di roccia perduti, dalle aspre fortezze – una su tutte, quella di Mont’Alfonso, voluta dal Duca Alfonso II D’Este per difendere il borgo dagli attacchi dei fiorentini e dei lucchesi, l’esempio più importante di architettura militare della Garfagnana – alle eleganti dimore nobiliari, sarebbe impossibile racchiudere qui tutto il denso passato e lo straordinario patrimonio architettonico della Valle del Serchio. Eppure esiste un progetto per restituire a questi gioielli di pietra nuova vita, nuova luce, nuova fama. «L’obiettivo di questo progetto – ha ricordato il direttore generale di Arcus – è di rendere fruibile un patrimonio di cultura ‘minore’ rispetto a quello presente nei principali poli culturali toscani, ma diversamente godibile perché immerso in un contesto territoriale che va dal paesaggio all’ambiente, alla cultura, alle produzioni tipiche, ai modi di vita e al lavoro, ricostruendo il mosaico delle esperienze storiche, artistiche e ambientali dei luoghi coinvolti».
Un investimento sostanzioso che, oltre ad Arcus, ha visto l’impegno imprescindibile della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, come ha sottolineato il suo presidente nel corso della mattinata. «La Fondazione è doverosamente presente in tutte queste iniziative e con piacere e con orgoglio notiamo che nel programma degli ultimi due governi vengono messi al primo posto settori come i beni culturali e l’edilizia scolastica. Temi che la Fondazione ha preso a cuore da diversi anni ormai – ha detto Lattanzi – Quello che si evince da tutti questi interventi è la capacità di fare rete tra enti e istituzioni: in questo senso si inseriscono i cinque milioni e mezzo per l’edilizia scolastica, ai quali va a sommarsi il milione e mezzo stanziato dai comuni del territorio e i fondi per le rocche e le fortificazioni. Da parte nostra la volontà di continuare su questa strada è massima».
Dal 2008 ad oggi sono già numerosi gli interventi effettuati: oltre al restauro della Rocca Estense di Molazzana (185mila euro), si contano anche il recupero della Torre dell’Orologio di Castiglione Garfagnana (90mila euro), la Rocca Estense di Camporgiano (175mila euro), la Fortezza delle Verrucole a San Romano Garfagnana (110mila euro), la Rocca Estense di Ceserana a Fosciandora (190mila euro), il Castelvecchio di Piazza al Serchio (160mila euro), la Torre di Minucciano (95mila euro), i Borghi Murati di Giuncugnano (166mila euro), mentre sono in via di conclusione i lavori a Castiglione per 100mila euro e l’intervento di indagine archeologica e consolidamento del castello di Vergemoli per 59mila euro. Elenco, quest’ultimo, a cui, da oggi, si va a sommare l’opera di ristrutturazione per la Fortezza di Mont’Alfonso, 80mila euro, per il borgo di Bergiola, 170mila euro, e per quello di Isola Santa, pari a 200mila euro. A seguire, la Rocca del Bargiglio, a Borgo a Mozzano, il Forte di Coreglia Antelminelli e il Castello di Ghivizzano e i ponti di Fabbriche di Vallico.
Ecco che le antiche fortezze ritrovano oggi quel fascino che menti ingegnose e fantasiosi architetti hanno creato in tempi lontani. E, non a caso, sono sempre di più i turisti e i visitatori (anche locali) che scelgono un tour dei castelli e delle rocche come meta per un viaggio itinerante. Un’opportunità offerta dall’intera Mediavalle e Garfagnana, costellate da una gran varietà di edifici difensivi o di rappresentanza, dai piccoli borghi medievali costruiti intorno al castello e circondati da mura alle imponenti strutture fatte di bastioni e torri.

ARCUS: UNO STRUMENTO DI INTERVENTO A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI

ARCUS S.p.A., Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo costituita nel 2004 con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha il compito di sostenere e avviare progetti riguardanti i beni e le attività culturali, anche nella loro connessione con le infrastrutture, perseguendo la visione di contribuire a tradurre i beni e le attività culturali da oggetto passivo di osservazione a soggetto attivo di sviluppo.

Il capitale sociale di Arcus è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto di decreti annuali adottati dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali (ora MiBACT) di concerto con il Ministro delle Infrastrutture.

Sostenere progetti significa individuare nel panorama della cultura italiana iniziative importanti e innovative, aiutarne il completamento progettuale, intervenire negli aspetti organizzativi e tecnici, partecipare – ove opportuno o necessario – al finanziamento del progetto, monitorarne l’evoluzione, contribuire ad una conclusione felice dell’iniziativa.

Negli anni la Società ha rafforzato il proprio ruolo di riferimento per Istituzioni pubbliche e private su alcune aree di intervento strategiche: restauro di beni culturali, recupero di siti archeologici, tutela del paesaggio, promozione dello spettacolo dal vivo, valorizzazione del patrimonio artistico anche a fini sociali e turistici, applicazione delle nuove tecnologie per la migliore fruizione e protezione dei beni culturali.

Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholders potenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine bancaria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università, soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati.

Il progetto ambizioso di Arcus è infatti quello di diventare il “collante” che consente di rendere sistemiche le azioni di promozione, sostegno progettuale, identificazione ed attrazione di ulteriori capitali per la realizzazione di iniziative mirate a migliorare il quadro dei beni e delle attività culturali, in un’ottica di conservazione, fruizione e valorizzazione.

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