Sicurezza idrogeologica e difesa del suolo, appello di Baccelli al Governo: “occorre ripensare un concetto nuovo di cura del territorio”

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(foto di Giorgio Simoncini) – «Un ente pubblico, soprattutto una Provincia piuttosto attrezzata come quella che guido dal 2006, può lavorare in emergenza per fronteggiare i danni causati da condizioni meteo avverse, purtroppo sempre più frequenti. Ma non può operare perennemente nell’emergenza, perché il lavoro efficace nel settore della sicurezza idrogeologica è quello della pianificazione preventiva degli interventi, non quello dell’emergenza che rimargina le ferite”.
Così il presidente della Provincia, Stefano baccelli che rivolge un appello al Govermno. occorre cambiare rotta perché nonè più possibile dove rimediare agli ingenti danni delle sempre più frequente emergenze. occorre ripensare tutto un sistema per aver cura del territorio.
“Le “ferite” profonde aperte in Valle del Serchio e in Versilia in questi giorni – continua – dimostrano soprattutto due cose. La prima riguarda la fragilità del territorio provinciale, minata ormai con cadenza periodica da frane, smottamenti, cedimenti, scivolamenti di interi versanti montuosi; la seconda è che, nonostante la buona volontà di Provincia e Comuni, gli importanti interventi di tutela e di messa in sicurezza realizzati finora non sono evidentemente sufficienti.

Ecco perché, raccogliendo le giuste richieste di questi giorni dei sindaci di gran parte della provincia di Lucca, faccio appello allo Stato affinché riveda le priorità di investimento nel settore della sicurezza idrogeologica. Occorre, come ho avuto modo di dire agli amministratori regionali e agli stessi sindaci, un completo cambio di rotta da parte del Governo, un non più rimandabile salto di qualità per tutelare il territorio nazionale dai danni provocati dal maltempo.
Occorre, in altri termini, passare dalla perenne emergenza all’aver cura, preventivamente, del territorio.
L’emergenza ripara le ferite; la cura, insieme con l’attenzione e la programmazione preventiva, le impedisce. Aver cura di un territorio significa fare sintesi, in un’unica azione, in una vera e propria nuova forma mentis dell’amministrare, di competenze ad oggi disperse in troppi rivoli. Aver cura di un territorio è, al contempo, programmazione urbanistica, difesa del suolo, ambiente, sviluppo rurale, ma anche ordinaria manutenzione stradale.
Quanti danni sono stati causati dai reiterati e drastici tagli alle risorse ed alla possibilità di investimenti sul territorio dei nostri Comuni? A quanto ammontano i costi reali nel dover intervenire per riparare quei danni e quanto avremmo risparmiato con una cura ordinaria ma costante?

Nei giorni scorsi il professor Maracchi, esperto climatologo, ha ricordato, proprio nel corso di un incontro a Palazzo Ducale, che negli ultimi 20 anni le precipitazioni in Italia sono aumentate del 900% e le esondazioni conseguenti alle alluvioni del 300%. Questi numeri non possono essere ignorati da chi amministra la cosa pubblica, non si può far finta di non vedere i cambiamenti climatici in atto e sorprendersi, ogni volta, di fenomeni che minano le nostre terre, le nostre case, i nostri cittadini. Non possiamo continuare a chiamare straordinari eventi che ormai avvengono quasi mensilmente. Bisogna semplicemente prendere atto di tutto questo e reimpostare il concetto stesso di tutela del territorio.
L’amministrazione provinciale di Lucca – nonostante i tagli dei trasferimenti statali e il progetto di svuotamento o riorganizzazione di questi enti – anche per il 2014 continuerà ad investire per salvaguardare il nostro fiume principale, il torrente Camaiore, la Gora di Stiava, l’Alta Versilia, il reticolo idraulico minore della Piana, della Versilia, torrenti e canali, rii e fossi. Interverrà su frane e smottamenti in tutto il territorio provinciale dalla Valle del Serchio alla Versilia. Per quest’anno, tra lavori in via di conclusione e altri programmati, sono stati stanziati oltre 20 milioni di euro. Senza contare l’avvio, nel 2013, dell’innovativo strumento di telecontrollo del sistema di difesa idraulica (cateratte, chiuse e idrovore) che accresce la capacità di interpretazione degli eventi grazie all’utilizzo di apparecchi all’avanguardia.

Altrettanto, con incredibile impegno e nonostante enormi difficoltà economiche e normative, faranno, come sempre hanno fatto, i nostri Sindaci.
Ma tutto questo non basta. Alla luce di quanto sta accadendo non può bastare. Occorre una vera rivoluzione.
Aver cura del territorio. Agire pensando assieme alla sua programmazione, alla sua difesa, al suo ambiente, alla sua manutenzione. Conoscerne le criticità. Predisporre gli interventi prioritari. E non solo sulla carta, come quello splendido, quanto immaginifico piano dell’Autorità di Bacino che prevede oltre un miliardo di euro di investimenti, mai assegnati. Occorrono anche i soldi per far questo. Tanti. Ed occorrono prima, non dopo i disastri».

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