In ricordo di Tito Strocchi

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Si sono svolte sabato mattina le celebrazioni in memoria di Tito Strocchi, garibaldino lucchese. Organizzate dall’Associazione Historica Lucense con il Museo del Risorgimento, Assoarma e il patrocinio del Comune di Lucca e Provincia di Lucca, le celebrazioni si sono aperte con un convegno presso l’Auditorium della Biblioteca Agorà durante il quale sono intervenuti il Presidente della Provincia Stefano Baccelli, il sindaco Alessandro Tambellini, il coordinatore del Museo del Risorgimento di Lucca Luciano Luciani, il presidente di Assoarma Filippo Marchini e il cantautore Joe Natta che a Strocchi qualche hanno fa ha dedicato una canzone.

Alle 11.30 in Cortile degli Svizzeri è avvenuta la deposizione della corona d’alloro da parte delle autorità cittadine e dai rappresentanti delle associazioni storiche, con uniformi risorgimentali che hanno sfilato dal portone di Palazzo Ducale per dirigersi verso il monumento di Giuseppe Garibaldi in Piazza del Giglio dove è stata deposta una corona, sulle note de “Il silenzio”.

Un’altra corona d’alloro è stata deposta poi in Piazza XX Settembre. Il corteo è poi giunto al loggiato di Palazzo Pretorio dove si trova la lapide in memoria di Tito Strocchi.

“Fondatore dell’Alleanza Repubblicana, fu con Garibaldi a Monterotondo, Mentana e Digione. Nel giugno 1870 guidò una colonna di repubblicani alla conquista di Roma prima della breccia di Porta Pia; ma furono tutti intercettati e arrestati” così lo ricordava Piero Cocconi.

Nato a Lucca nel 1846 da una famiglia di modeste condizioni, studiò all’Università di Pisa dedicandosi alla letteraura con un suo primo poeama dal titolo “Due poveri cuori” ma come tanti della sua generazione no potè resistere al richiamo degli ideali di Libertà.

Seguace di Garibaldi, nel 1866 partecipò alla spedizione nel Trentino. Dopo l’armistizio di Salò tornò agli studi pisani, laureandosi in Giurisprudenza.

Nel 1867 partecipò a un’altra spedizione garibaldina, quella per la liberazione di Roma; ma dopo la sconfitta subita per mano delle truppe pontificie, sulla via del ritorno venne fermato e arrestato insieme ad altri. Non si diede per vinto, partecipò poi, alla spedizione garibaldina di Mentana, dove fu fatto prigioniero dai francesi e condotto prima a Roma poi a Napoli.

Rientrato a Lucca si dedicò alla letteratura scrivendo il romanzo “La Figlia di Maria” e fondando il giornale repubblicano Il Serchio. Nel 1870 riprese le armi e partecipò alla spedizione garibaldina a sostegno delle truppe francesi contro i prussiani, comportandosi valorosamente.

Tornato nella terra natia riprese la penna in mano scrivendo testi teatrali come “Volti e maschere”, “Amore”, “Sampiero d’Ornano” e “Maria”.

Il tutto accompagnato da un’intensa attività di pubblicista, direttore de Il Corriere della Provincia di Massa dal 1877, divenne corrispondente a Genova di Dovere, nella città ligure fondò Lo Squillo periodico vicino a Giuseppe Mazzini al quale dedicò il libro “Una pagina dei miei ricordi”.

Stava scrivendo un’opera dal titolo “Lucreazia Bonvisi” quando si ammalò gravemente e morì a Bagni di Lucca. Aveva 33 anni. Era il 12 giugno 1879.

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