Dal calcio giocato a quello allenato: Fabrizio Tazzioli, il “Mago di Barga”

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Tra le glorie barghigiane del calcio locali di ieri e di oggi non si può non dedicare un contributo a Fabrizio Tazzioli, allenatore professionista di lunga data che ha maturato una grande esperienza soprattutto nei campionati di Serie C. Da noi anche conosciuto anche come Gino, attualmente viene definito dalla stampa sportiva il “Mago di Barga”. E non a caso visto che in soli tre anni, chiamato a rimediare ad una brutta situazione di crisi in casa della Massese, l’ha portata a metà di campionato a qualificarsi e poi a vincere i play-off salendo in serie D e quest’anno a disputare un campionato da record, raggiungendo dopo una partenza in sordina il secondo posto in classifica e sfiorando di un soffio la promozione in Serie C 2.
Il tutto collezionando in una stagione in crescendo, 67 punti, con 20 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte e rimediando ad una partenza sfortunata che alla giornata numero 12 vedeva i bianconeri all’undicesimo posto. Da allora in poi ritmi da primato, da primi in classifica e da qui il meritato secondo posto che purtroppo è servito a poco in termini di promozione, ma che comunque ha confermato che il nostro Fabrizio, castelvecchiese doc, nato a Barga il 26 gennaio del 1961, è davvero il “mago di Barga”. Amato in casa della Massese anche perché nella città apuana si sentono legati a Gino anche per il fatto che sia Massa che Castelvecchio hanno condiviso la presenza e le poesie di Giovanni Pascoli.
Quando è a Barga Fabrizio ama stare con la sua famiglia, nel bel podere di famiglia che ha ristrutturato nel Canto di Rapognana, dove coltiva formenton otto file, ma dove soprattutto si sta specializzando come esperto vignaiolo, tanto da produrre eccellenti Sirah e Merlot, un hobby che lo rende molto orgoglioso. Ma nel lavoro è un tecnico di grande esperienza. Che ha conseguito tutte le specializzazioni che li consentirebbero (mai dire mai) di allenare anche in serie A. Nel 2008 il conseguimento del necessario Master a Coverciano, nel solito corso tra gli altri di Ciro Ferrara. Il corso master Pro UEFA praticamente è come la laurea che gli ha permesso di entrare definitivamente nel mondo degli allenatori professionisti. Mondo nel quale ha collezionato 300 panchine, due campionati vinti, nessuna retrocessione e diversi play-off all’attivo.
Ma andiamo per ordine. Ripercorriamo la sua storia calcistica, perché prima Fabrizio Tazzioli è stato una gloria del calcio giocato ed oggi ci confessa che il calcio è molto meglio viverlo da giocatore che da allenatore: “perché i patemi d’animo che ti porti dietro in panchina sono ben altri”.
“La mia carriera è cominciata due volte a Barga – ci racconta – dove ho iniziato a giocare e dove ho iniziato anche ad allenare una prima squadra”.

A scoprirlo ed a lanciarlo dalle giovanili del Barga furono due appassionati che di calcio se ne intendevano davvero, l’indimenticato Salvatore Piacentini ed Italo Fabbri che gli permise l’ingresso nelle giovanili del Bologna.
Erano gli anni ’70. Tutto stava andando per il meglio, ma un brutto infortunio gli precluse la possibilità di sfondare e di accedere ai piani alti. Il calcio giocato continuò comunque e Fabrizio proseguì nei dilettanti.
A 27 anni il cambio di rotta, la prima esperienza in panchina, quando fu chiamato ad allenare i bambini del Castelnuovo. Pochi anni dopo, a 32 anni, il Barga lo chiama ad allenare la prima squadra nel campionato di Promozione, ai tempi di un altro indimenticabile personaggio del calcio barghigiano, il DS Franco Da Prato e della presidenza di Enzo Simonini e Giuliano Luti. Da qui inizia la seconda vita calcistica di Gino. Fu una bella annata con la conquista della salvezza anticipata e le immediate attenzioni del Castelnuovo che l’anno dopo gli affida la squadra in Eccellenza. Una scelta azzeccata. Tazzioli porta subito i gialloblù in Serie D e prosegue con due eccellenti stagioni nelle quali sfiora di pochissimo la Serie C. Arriva infine l’ingaggio nei professionisti con la panchina affidatagli dal Pontedera. Arrivano di seguito gli incarichi nella Carrarese, nel Livorno, nel Cesena, in quella che era la vecchia C1; poi a Poggibonsi in C2 ed infine quattro anni a Castelnuovo Garfagnana ed ancora a San Marino e con la Sangiovannese in serie C2.
Ritorna infine a Carrara allenando la formazione nel campionato di serie D. Il calcio per lui è passione ed anche una professione ormai, ma non ci pensa un minuto a fermarsi per una stagione per poter seguire le pratiche ed i viaggi all’estero per l’adozione di due splendidi bambini.
Fabrizio, unico allenatore professionista che può vantare la nostra vallata, ricomincia la sua carriera a fine 2011, quando la Massese lo chiama a risolvere una situazione complicata nel campionato di Eccellenza, a ricucire uno spogliatoio malconcio; una stagione che si conclude con la vittoria di play-off e la promozione come detto in apertura.
Riparte insomma ancora una volta alla grande e nella stagione da poco conclusa conferma di essere davvero in grado di far grandi magie: “Purtroppo siamo partiti male – ci racconta – ma poi abbiamo iniziato la rimonta; purtroppo le classifiche finali si fanno dall’inizio alla fine e quindi è andata come è andata. Del resto eravamo partiti con diversi problemi che poi abbiamo risolto strada facendo quando la squadra è stata al completo ed allora abbiamo fatto ritmi da primato. Molto meglio dei pronostici di partenza in cui puntavamo ad un consolidamento in campionato”.
Certo la stagione, dopo una bella cavalcata, si è conclusa all’ultimo tuffo con un secondo posto che è servito a poco, ma che comunque ha dimostrato il valore di questa squadra giunta davanti a formazioni titolate come Spal e Lucchese ed in un girone veramente infernale, pericoloso e da.lle squadre battagliere.

Ovvia la nostra domanda sul suo futuro e sulla sua carriera… Resterà alla Massese anche il prossimo anno?

“Vedremo, mi sono preso qualche tempo di riflessione – ci risponde -. Comunque a Massa mi sono trovato e mi trovo benissimo. L’ambiente, favorito anche dai risultati, è ottimo. Per me la priorità resta al momento la Massesse ma lascio aperta la porta, soprattutto se arrivassero offerte da squadre di categorie superiori. In quel caso valuterei con attenzione questa opportunità.”.

Ma noi insistiamo… esiste qualche proposta?

“Per il momento non c’è niente di particolare in vista. Ribadisco che allo stato attuale la Massese resta la priorità nel mio futuro. Vedremo insomma se succederà qualcosa o no.”.

Ma fermo restando la permanenza a Massa quali sono i sogni nel cassetto e le aspirazioni?

“Qui a Massa sogno di scalare ancora qualche categoria. Da non sottovalutare infatti l’opportunità che verrà presto dalla riforma dei campionati di C. Vincendo la Serie D si accederebbe direttamente, come un tempo, ad una unica categoria di C. E quindi, insomma, molto vicini ai piani alti del calcio”.

Immaginiamo che di questo avrà parlato anche con la società…

“Qualche cosa ce lo siamo detti, soprattutto per cercare di rinforzare la squadra, ma per il momento non ci sono progetti precisi e tutta la questione è in stand-by. Non dimentichiamoci peraltro che a Massa ci sono le elezioni comunali ed anche il calcio è legato in qualche modo alle vicende istituzionali ed a quello che succederà. Troppo presto per fare progetti quindi. Vedremo l’evoluzione. Sul tavolo con le istituzioni ci sono infatti questioni importanti come i problemi legati allo stadio”.

Comunque sia e comunque vada da Massa è ripartita e bene, dopo lo stop di più di un anno, la seconda avventura da allenatore di Fabrizio che si dice soddisfatto della sua carriera e di quanto fatto in questi due anni nella città apuana.

“Sono molto contento di questa esperienza. Il mio difetto, come quello di tanti barghigiani, è che sto male lontano da Barga. Soffro insomma della cosiddetta ‘saudade’ e quando mi sono trovato a lavorare lontano da casa ho un po’ patito la situazione. Quindi adesso allenare una squadra vicino a casa mi piace perché mi permette di tenere contatti stretti con la mia famiglia, con la mia casa e con la mia terra che amo. Intendiamoci – aggiunge Fabrizio -, soffro di nostalgia per Barga, ma ovviamente, di fronte ad una buona opportunità di carriera, non rimarrei certo indifferente e sarei disposto ad allontanarmi. Una buona opportunità non si rifiuta mai… nemmeno per Barga.”.

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