Preoccupate, insoddisfatte e con problemi economici, ecco la fotografia delle donne lucchesi

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La preoccupazione per il proprio futuro, i problemi economici e l’insoddisfazione per la qualità della vita portano le donne lucchesi a stili di vita che possono diventare vere e proprie dipendenze e che vanno dal tabacco all’alcol, dallo shopping al gioco.

Questi sono i risultati della ricerca, ‘Stili di vita al femminile – Donne tra normalità e dipendenza’, realizzata dal Servizio politiche giovanili, sociali, sportive e di genere della Provincia in collaborazione con il Sert dell’Azienda sanitaria locale 2 di Lucca, da cui emergono alcuni dati che delineano come la donna lucchese stia vivendo questo momento storico, caratterizzato da profonde trasformazioni.

Il dossier è stato presentato venerdì 8 marzo, a Palazzo Ducale, dall’assessore provinciale alle Politiche sociali, Federica Maineri, nel corso di una tavola rotonda, moderata dall’ex direttore del Sert di Lucca, Giuseppe Zanda e alla quale hanno preso, tra gli altri, Lucia Corrieri Puliti, Direttore Unità Operativa Educazione e Promozione della Salute dell’Azienda USL 2 Lucca, Raimondo Pavarin, responsabile del Dipartimento di prevenzione delle dipendenze dell’Asl di Bologna, che ha coordinato il lavoro; Liliana Dell’Osso, direttore dell’Unità operativa 1 di psichiatria dell’Azienda ospedaliera-universitaria di Pisa e la psicologa del lavoro, Wanda Pezzi, consulente del Centro pari opportunità della Provincia.

Nella giornata internazionale della donna – ha commentato  l’assessore provinciale alle pari opportunità Federica Maineri – abbiamo scelto di presentare questa ricerca per stimolare una riflessione sulla condizione del genere femminile in un particolare momento storico ed economico. Il dossier fa emergere le preoccupazioni, il coraggio e le scelte che le donne del nostro territorio stanno affrontando.

La discussione che ne è emersa, anche attraverso l’analisi dei dati, si è rivelata utile per programmare politiche di genere ancor più consapevoli e che partano da bisogni realmente emersi”.

[dw-post-more level=”1″] IL CAMPIONE – Sono state intervistate – ad opera degli operatori del Sert e del Cesdop – 100 donne residenti nella provincia di Lucca, di cui il 48 per cento tra i 30 e i 40 anni e le restanti tra i 40 e i 50 anni. Il 14 per cento delle intervistate è nato in un paese estero (50 per cento Marocco; 14 per cento Romania). Il 53 per cento è coniugata e il 30 per cento nubile, mentre il 17 per cento è separata o divorziata. La maggior parte delle intervistate ha figli (71 per cento), l’11 per cento vive da sola e il 9 per cento, da sola con i figli che sono almeno 2 nel 39 per cento dei casi, uno nel 28 per cento e più di 2 nel 7 per cento.

Il 22 per cento del campione non ha alcun reddito, mentre il 36 percepisce meno di mille euro al mese. Un altro 36 guadagna tra i mille e i 1500 euro mensili e il 6 per cento più di 1500 euro.

Per quanto riguarda la condizione professionale, il 77 per cento lavora e nessuna si dichiara ‘studentessa’; il 61 per cento lavora come dipendente (di cui solo il 16 per cento ha un lavoro autonomo o è dirigente) e il 23 per cento non lavora.

Per quanto concerne la scolarità, il 51 per cento ha la licenza elementare o il diploma di scuola media inferiore, il 32 per cento il diploma di scuola media superiore e il 17 è laureata.

LE DIPENDENZE – Il 70 per cento del campione ha provato almeno una volta l’alcol, in meno hanno provato a fumare (56 per cento), mentre solo il 20 per cento ha fatto uso di psicofarmaci. Per quanto riguarda le sostanze illegali, sono state provate dal 19 per cento delle donne intervistate: di queste, una su 5 ha provato la cannabis e il 6 per cento la cocaina.

L’età di primo uso in assoluto più bassa è quella del tabacco, seguito da alcol, sostanze illegali e psicofarmaci.

GIOCO – Una donna su quattro di quelle intervistate ha dichiarato di giocare, ma nessuna di loro è positiva al test per la dipendenza. L’età media delle ‘giocatrici’ è 39 anni e il gioco più diffuso è il ‘Gratta e vinci’. Irrisoria, invece, la spesa media mensile che si limita a circa 4 euro a persona.

SHOPPING – Un’intervistata su tre ritiene che lo shopping serva per rilassarsi e una su cinque sente un desiderio quasi inarrestabile di uscire a fare spese, ma sempre una su cinque, dopo aver acquistato, si sente in colpa. Undici intervistate sono positive al test che valuta lo shopping compulsivo e la loro età media è di 46 anni.

TABACCO – La metà delle intervistate ha provato almeno una volta il tabacco e il 25 per cento fuma regolarmente. Un’intervistata su 5 fuma meno di 10 sigarette al giorno e il 6 per cento più di 10. Un dato rilevante è che chi continua l’uso ha iniziato dopo e ha una durata media più elevata, rispetto a chi ha smesso. Tra chi ha smesso, la metà lo motiva con il fatto che l’esperienza non le era piaciuta, mentre una su cinque non ha più fumato dopo una gravidanza, il 13 per cento per non danneggiare la propria salute, il 10 per cento aveva provato solo per curiosità e il 7 per cento a causa di esperienze negative.

ALCOL – Nessuna delle intervistate beve da sola e la maggior parte beve solo in occasioni particolari e oltre la metà beve a pasto; il 26 per cento beve fuori dai pasti e solo il 13 per cento esclusivamente al di fuori da pranzo e cena.

PSICOFARMACI – In venti hanno usato psicofarmaci almeno una volta nella vita e il 75 per cento ha smesso. Tra chi ha avuto un uso recente, l’età media di primo uso è di 34 anni, più elevata rispetto ha chi ha smesso. Tutte hanno dichiarato di averli utilizzato e poi smesso in seguito a prescrizione medica.

LE SOSTANZE ILLEGALI – In diciannove hanno usato sostanze illegali almeno una volta nella vita e il 75 per cento ha smesso. Tra chi ha avuto un uso recente, l’età media del primo uso è attorno ai 20 anni, più elevata rispetto a chi ha smesso. L’uso, generalmente, ha come motivazione la socialità, la ricerca di sensazioni positive e il contenimento delle sensazioni negative. Chi ha smesso, lo motiva con il fatto che non le piaceva, a causa di esperienze negative, perdita di interesse oppure per una gravidanza.

UNA PAROLA PER DEFINIRE LA PROPRIA VITA – Nel questionario sottoposto alle intervistate, c’era anche una domanda sulla qualità della vita, da definire con una sola parola. Il 69 per cento delle intervistate la definisce in modo positivo (età media: 40 anni) e il 31 in modo negativo (età media 39 anni). Le affermazioni più diffuse sono: ‘soddisfacente’; ‘bella’; ‘normale’. I problemi incontrati nel corso dell’ultimo anno sono prevalentemente di carattere economico (una intervistata su due), che comportano disturbi del sonno, disturbi fisici e psicosomatici, ansia e depressione.

I PRINCIPALI RISULTATI – Il 68 per cento è molto preoccupata del proprio futuro e il 40 per cento è insoddisfatta della qualità della vita, mentre il 29 per cento la riassume in modo negativo. Il 50 per cento ha rilevanti problemi economici e questo comporta degli stili di vita che possono sfociare in dipendenza. Inoltre, spicca che lo shopping sembra essere trasversale, mentre l’abuso di alcolici è più probabile in chi ha una scolarità medio alta e quello di sostanze illegali tra chi l’ha medio bassa.

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