Barga Misteriosa: cosa si nasconde sotto di noi?

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È consolidata, tra la gente, l’idea che Barga sia attraversata in lungo e largo da passaggi segreti e cunicoli. Una materia scarsamente indagata ma da molti conosciuta che, a partire da questo scritto, Pier Giuliano Cecchi cercherà di tracciare con maggior chiarezza mettendo nero su bianco le testimonianze raccolte.

Testimonianze che ci auguriamo possano arrivare anche da chi leggerà questa serie di articoli, al fine di comporre un mosaico di passaggi misteriosi che pare essere davvero ricco. Seguiteci!

La parola “misteriosa” ci conduce immediatamente a pensare all’antica scritta che si ripete per due volte sul Duomo di Barga, ma non parleremo di questa. Tratteremo invece, come fosse una chiacchierata in forma d’articolo, su aspetti di Barga discussi quasi unicamente tra gli appassionati alla nostra storia.

Che cosa sia è presto detto: pare esista, come in una favola, una parte di Barga che si nasconde sotto le pietre de Centro Storico, per intenderci, non fatta di altre case o cose del genere, ma più semplicemente di strutture medievali utili alla sortita dal Castello o per spostamenti in incognito al suo interno, specialmente usate durante gli stretti assedi. Gallerie o cunicoli, così si dice, sentiti narrare anche da bambino e ancora oggi ricordati come veramente esistiti e in parte visti da persone degne della dovuta considerazione, viventi o decedute.

Comunque i misteri riguardano anche certe costruzioni in genere, come il Duomo di Barga, precisamente in riguardo al piano sopraelevato rispetto alla parte di chiesa che si apre dopo l’ingresso, cioè la parte per l’accesso alla quale si devono salire gli scalini dei tre ingressi situati tra i parapetti del coro. Un mistero legato proprio alla caratteristica del rialzamento, che la recente critica vuole casuale, e che tratteremo in un’altra occasione.

Tornando alle gallerie e pensando a chi potrebbe essere tratto nell’idea di una sortita da fantascienza, credo molto efficace riferire che a Coreglia, antico castello al pari di Barga, ne furono rinvenute ed esplorate alcune esattamente il 3 settembre 1952.

Coreglia, Sauro Rigali

La notizia si può leggere sul Giornale di Coreglia Antelminelli del settembre 2004, dove fu accolta una memoria sull’argomento scritta da Luigi Benassi, la quale inizia così: Da secoli gli abitanti dell’antico castello di Coreglia, si traman­davano la voce dell’esistenza di gallerie sotterranee, scavate dai loro avi. Finalmente, dopo anni di assidue ricerche il 3 settembre 1952, per opera del sottoscritto con un grup­petto di amici vennero scoperti e portati alla luce per la prima volta i sotterranei di Porta a Ponte in Coreglia Antelminelli.

Ovvio credere che anche a Barga ve ne fossero, così come in altri luoghi storici, questo perché, in caso d’assedio, all’interno delle mura non si facesse la fine del topo sprovveduto, da non intendersi strettamente come fuga degli abitanti, ma in una libera mossa per i bisogni attinenti al caso.

Per quanto posso dire, non ho mai trovato articolo né libro che trattino esplicitamente di queste strutture; solo qualche accenno che pare sia rimasto senza un’importante replica.

Forse si può celare qualcosa nel testo il Castello di Barga del canonico Pietro Magri, ma questa è un’opera storica rimasta inedita, o meglio, pubblicata solo sino a pag. 64. Chiaro allora che stiamo mettendo nero su bianco delle cose che potremmo dire nuove, tenendo conto che tutto è basato su testimonianze dirette e indirette, con l’unico intendimento di farle conoscere.

Intanto mi pare interessante vedere cosa fu trovato a Coreglia nel 1952, utile per farsi un’idea di cosa stiamo parlando, e per farlo torniamo alla memoria di Luigi Benassi: La scoperta venne effettuata in un campo sottostante la Via della Rocca – Via del Forte, nella zona di Porta a Ponte. In due giorni di sondaggi si riuscì a trovare il vuoto ad una profondità di circa m. 1,70. Continua Benassi dicendo: Ci trovammo in un trivio di cuni­coli perfettamente asciutti e ben conservati; lasciando alle spalle l’apertura da noi praticata ci tro­vammo di fronte un cunicolo alto m 1,60 x cm 80 di larghezza.

Dopo quel 1952, la questione gallerie di Coreglia, fu ripresa e rilanciata dallo studioso coreglino Guglielmo Lera, che nel 1958 pubblicò sul Giornale Storico della Lunigiana un suo articolo dal titolo: Il ritrovamento delle gallerie di Coreglia, imponente opera militare del Medio Evo.

Lera volle datare quelle strutture sotterranee al medioevo ma non tutti saranno d’accordo, perché tra gli anni ’70 e ’80 del Millenovecento, saliti a Coreglia diversi studiosi per vederle e poi parlarne in pubblico, questi conclusero fossero risalenti al se. VIII A.C., precisamente d’epoca Etrusca, aggiungendo ci fosse stato un loro e ovvio uso anche nel medioevo. L’attenzione degli studiosi fu stimolata dal locale Gruppo Archeologico fondato da Luigi Benassi nel 1969.

(…continua)

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