Ospedale unico: il Comitato contesta le analisi e le proposte della commissione tecnica

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Come era prevedibile, il Comitato per la sanità nella Valle del Serchio, non ha preso bene il responso della commissione tecnica che ha giudicato le proposte sul campo per la localizzazione del nuovo ospedale unico ed ha fatto le sue ipotesi circa le caratteristiche del nuovo ospedale a seconda della sua ubicazione. La commissione, lo ricordiamo, ha presentato la sua analisi lo scorso 20 dicembre in sede di conferenza zonale dei sindaci, a Castelnuovo.

Ecco che cosa ne pensa il Comitato:

“Il comitato Per la Sanità nella Valle del Serchio legge la relazione della commissione tecnica con un misto di soddisfazione e grande preoccupazione. Per quanto riguarda la parte tecnica della relazione, la commissione ha ampiamente confermato le osservazioni fatte dal comitato sui vari siti:  era vera la difficoltà d’accesso al sito di Piandicerreto, veri gli aspetti di urbanizzazione e inquinamento acustico sul Piano Pieve, veri i problemi idraulici e di viabilità per Mologno. Un riconoscimento non da poco per il comitato, motivi di riflessione importanti per i sindaci.

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Passiamo alla parte sanitaria, che se letta con attenzione rivela ragioni di grande angoscia. La possibilità di un ospedale mediamente completo, provvisto di punto nascite, chirurgia, ortopedia, radiologia, centro trasfusionale e riabilitazione, oggetto di tutti gli accordi precedenti tra Regione, ASL e Conferenza dei Sindaci, è concretamente negata. Spingendosi ben oltre il proprio compito di valutazione dei siti, la commissione si avventura infatti a immaginare due e due sole ipotesi di ospedale: una, a Piano Pieve, provvista solo di Pronto Soccorso, Medicina e Chirurgia ridotta; una, a Mologno, provvista di tutto i servizi sopra elencati, ma a due condizioni: la prima, che nel sito di Mologno possa convergere non solo l’intera utenza della Valle da Pieve San Lorenzo a Valdottavo (59.368 abitanti), ma altri 20.000 cittadini da trovare tra i comuni di Pescaglia, Villa Basilica ed addirittura Lucca, città che dovrebbe fornire almeno 15.000 utenti; infatti, il relatore Vannucci ha evidenziato come un ospedale del genere possa essere messo in piedi solo con un bacino di 80.000 utenti.  La seconda condizione, su cui la commissione basa l’ipotesi Mologno, è di recuperare la maggior parte degli utenti che si ricoverano fuori dalla Valle, maggior parte costituita non da quelli che si spostano a Lucca ma da quelli che vanno addirittura fuori ASL: in sostanza, l’ipotesi sta in piedi pensando di trattenere in Valle del Serchio quei cittadini che sorpassando anche l’ospedale di Lucca vanno a servirsi di Pisa, che sarebbe quindi la ‘rivale’ per queste prestazioni del nuovo ospedale della Valle. Purtroppo, però, manca totalmente un’indicazione del perchè questi cittadini attualmente migrino, di come recuperare questi ricoveri: siamo al livello di “scommessa”, di pura speranza.

In sintesi, una parte sanitaria davvero preoccupante: la commissione fa a pezzi quel modello di ospedale proposto da Regione Toscana e ASL nei mesi scorsi, e accettato dai Sindaci. Lo fa con una relazione che, dopo qualche analisi numerica, passa senza connessione, senza calcoli appositi a buttare sul tavolo le due proposte, che non sono frutto di una riflessione specifica, calata sulla situazione, ma quasi un semplice “copia e incolla” con pochissime aggiunte: le due ipotesi sono infatti prese dalla bozza di decreto attuativo relativo all’art.15 della “Spending Review” in discussione al Ministero della Salute.

Fondamentale notare, peraltro, che anche la migliore delle ipotesi avanzate dalla commissione comporta una perdita secca di servizi rispetto all’ospedale discusso e approvato fino ad oggi: a fronte di 28 posti letto in più, nella nuova proposta contenuta nella relazione non compaiono i servizi di Cardiologia, Pediatria, Dialisi, Centro Trasfusionale, Servizi di Diagnostica in loco e Poliambulatorio, esplicitamente previsti invece nel precedente accordo; di più, il reparto di riabilitazione adesso “può essere previsto”, non è più espressamente contenuto come nell’accordo precedente.

Il comitato invita quindi i sindaci ad una scelta quanto mai rapida riguardo alla localizzazione, che recuperi e difenda con forza le maggiori garanzie ottenute nei mesi passati e controfirmate da Regione Toscana e ASL 2 di Lucca: si evitino scelte pericolose, si eviti che la doppia, strana proposta della commissione finisca col determinare una spaccatura miope tra i Sindaci della Valle, mettendo fortemente a rischio la permanenza stessa di un’assistenza ospedaliera sul nostro territorio”.

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