Ancora su “il Duomo di Barga tra storia, arte e spiritualità”

-

In una serata estiva a bordo piscina, Villa Moorings ha ospitato lunedì 6 luglio un incontro tra studiosi della storia della Garfagnana davanti a un folto pubblico. Il tema è stato l’imponente Duomo di Barga, un monumento che ha pochi eguali nella sua particolare architettura e che è molto intrigante nella sua varietà di misteri che circondano le sue origini e il suo santo patrono.
Non ultimo di questi misteri sono i collegamenti che associano il Duomo con antichi culti spirituali dei regni della fertile Mezzaluna d’Egitto, Siria e Mesopotamia; la culla della civiltà.
Tra gli oratori Antonio Nardini, il prolifico decano degli storici locali; poi Stefano Borsi dell’Università degli Studi di Napoli; Pier Giuliano Cecchi, la cui minuziosa ricerca d’archivio è regolarmente presente su Barganews e i due eruditi fratelli Marroni: Pier Carlo e Giancarlo. Tutti insieme hanno pubblicato decine di libri, monografie, articoli accademici che fanno la cronaca della complessa vita della Città.
Come il professor Borsi sottolinea nel suo autorevole “Le origini di Barga e il culto di San Cristoforo”, Libria 2009, non molti documenti sopravvivono dalla fondazione e il primo sviluppo del Duomo, e questo obbliga gli studiosi a ricostruire la sua cronologia attraverso l’interpretazione speculativa delle particolarità architettoniche e motivi decorativi. I loro studi si concentrano sui dettagli: le croci, l’iconografia scultorea di serpenti, la strana scritta scolpita nello stipite all’ingresso occidentale, le cui lettere sembrano essere state attinte da diversi alfabeti pre-mediaevali.
Secondo Cecchi e Pier Carlo Marroni, soffermandosi sulle croci e altri simboli, molti dei quali vanno saputi leggere sui muri esterni, il Duomo era una volta un bastione dei Cavalieri Templari. Un Ordine militante di sacerdoti e di soldati che costruirono chiese e fortezze in tutta la Terra Santa e nell’Anatolia orientale, accumulando all’epoca delle Crociate un enorme potere politico e ricchezze. Alla fine ruppero con il Vaticano e furono sciolti nel 14° secolo, con molti dei loro capi accusati di eresia e per questo bruciati sul rogo.
Le accuse, oltre a continuare l’odierno fascino nei Templari – le cui imprese e gli arcani rituali hanno favorito un ampio genere di “fiction” – portano inevitabilmente alle coste del levante, dove si generò il misticismo dell’eresia e il pre-cristianesimo e dove l’Ordine ebbe il suo regno.
Il Duomo presenta suggestivi collegamenti con il vicino Oriente, ma sono da considerarsi molto più antichi rispetto ai Templari. Così come il racconto del suo principale santo patrono, San Cristoforo, la cui storia è avvolta nella leggenda e spesso spiegata come un adattamento cristiano alla mitologia della foresta teutonica. Ma più probabilmente le sue radici sono diverse, così come denuncia il simbolo di un particolare serpente scolpito su di una formella del Duomo che si ritrova nei culti esoterici d’Egitto e Anatolia incontrati dalle Legioni Romane (e spesso abbracciati) durante le campagne militari in tutto il Mediterraneo: tra i Berberi, i Curdi e gli Armeni di quasi 2000 anni fa. Infatti ci sono prove che un vero e proprio San Cristoforo fu arrestato durante il terzo secolo in questa regione per la predicazione della nuova religione del cristianesimo, e fu decapitato sulla costa anatolica circa il 250 d.c.
In definitiva, Pier Carlo Marroni ha osservato che i simboli della chiesa di Barga affondano le loro radici in epoche lontanissime, come denuncia quel serpente, il quale somiglia a quello che fu scolpito dagli Ittiti dell’Anatolia nel 1700 a.c. “che parrebbe una fotocopia di quello che si trova nel Duomo”.
Per quanto riguarda la strana iscrizione all’ingresso occidentale del Duomo, che con incertezza la si vuol leggere “Mihili+++Mihili Mihili”, Pier Giuliano Cecchi ritiene possa essere una invocazione a S.Michele, protettore della Chiesa cattolica universale. Ma Stefano Borsi ha una sua visione decisamente meno romantica circa quel non identificabile e curioso miscuglio di lettere greche e latine. La spiegazione, dice, non è probabilmente un altro mistero, ma “semplicemente l’arte di un prete poco istruito nel leggere e nello scrivere, che fingendosi sapiente dettò la scritta”.

Articolo di Frank Viviano tratto da Barga News e tradotto dall’inglese da Pier Giuliano Cecchi.

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.