“Attenzione, le immagini che seguono potrebbero turbare la vostra sensibilità”

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“Attenzione, le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità.”questo è quello che viene scritto ogni qualvolta si cerchi di guardare quelle foto, non altre, QUELLE.tutto quello che è successo in questi giorni mi ha fatto pensare molto, sconvolgendomi, togliendomi il fiato e portandomi a riflettere soprattutto sul dovere che abbiamo noi cittadini non solo di essere informati ma anche di attivarci e partecipare ad un dolore che dovremmo sentire come collettivo e intimo.
Mi sento indignata e spaventata.

Spaventata da un dolore che posso solo immaginare, essere torturato per giorni e ritrovarsi da solo, senza dignità, senza un minimo senso di protezione e di vicinanza da parte di una famiglia in attesa di notizie e a cui è stato obbligatoriamente impedito di vedere il proprio figlio in quelle condizioni; per giorni interi un andare e venire continuo dove le risposte non esistevano o se c’erano erano completamente false o realmente poco interessate visto che il medico di turno ha dichiarato di “non aver avuto modo di vederlo in viso in quanto si teneva costantemente il lenzuolo sulla faccia”.
Allora mi viene da dire, cosa voleva nascondere Stefano Cucchi sotto quel lenzuolo? e nel caso in cui sia vero, questo discutibile medico quanto poco era interessato alla salute del paziente? io NON CI CREDO! e in ogni caso, adesso, questo importa fino ad un certo punto visto che è morto, visto che adesso, steso sul marmo della camera mortuaria pesa 37 kg, mi chiedo davvero cosa abbia provato in questi 6 giorni.
Allo stesso tempo, con la medesima intensità di dolore e con fermo coraggio provo ad immaginare, facendomi piccola piccola, cosa hanno provato i genitori nel momento in cui si sono trovati di fronte un figlio morto, completamente trasformato, con il volto devastato, l’occhio destro rientrato a fondo nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella destra con un solco verticale, a segnalare una frattura e la dentatura rovinata.

Non solo la tragedia della perdita di un figlio che penso sia il dolore più grande che due genitori possano provare ma anche l’essere costretti a ritrovare il suo corpo in queste condizioni.
Tutto questo, per 20 grammi di marijuana.

Per 20 grammi di marijuana in Italia si rischia di essere fermati, portati in carcere, torturati e morire?
La mia paura cresce.
“Attenzione, le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità”, forse è il momento di turbarla questa sensibilità tipica italiana mista a indifferenza e ignoranza, forse è il caso di guardarle queste fotografie che ritraggono un cadavere di 31 anni che per giorni è stato privato del suo diritto di difendersi e di vivere.
Aprire gli occhi, rimanere senza fiato per 4 secondi, trovare il coraggio di far scorrere il racconto della cronaca sapendo che l’immagine prima o poi si presenta sullo schermo, indignarsi, manifestare contrarietà e prendere una posizione netta e convinta sulla questione, è un DOVERE CHE TUTTI NOI ABBIAMO e in quanto tale dobbiamo rispettarlo.
Senza generalizzare, senza usare lo stessa tecnica di generalizzazioni di categoria o altro credo sia utile far riferimento ad un breve scritto di un amico, che può rappresentare perfettamente in 10 righe un pensiero ricorrente in molte persone rispetto al ruolo delle forze dell’ordine che spesso peccano di incoerenza e contraddizioni.

SCARSO SENSO DI DISCIPLINA
A volte gli assassini portano il berretto
e una divisa scura, o uno stemma sul petto.
a volte sono strumento della disuguaglianza
e sono il braccio spietato, artefice della mattanza
a volte quel manganello diviene l’unico sfogo
per frustrazione e ignoranza
e allora pestare è un gioco
e se la sicurezza in uno stato
è pagare una carneficina
sono tanto fiero di avere
scarso senso di disciplina
e se le vostre stragi di stato
sono truccate dalla corruzione
sono contento di aver distrutto
la mia vecchia televisione
e se l’ordine in uno stato
lo si mantiene con le pistole
io non capisco i vostri pestaggi
noi usavamo solo parole.
a volte gli assassini sono solo ragazzi
miserabili e disperati, che il potere poi rende pazzi.

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