Storia

- di Redazione

A margine la mostra cartografica su Domenico Cecchi

Sabato 8 ottobre 2016 si è avuto presso la Fondazione Ricci di Barga l’importante incontro su “La cartografia storica della Valle del Serchio: il singolare contributo di Domenico Cecchi”, con cui si è cercato di porre in evidenza, oltre lo sviluppo della nostra cartografia, soprattutto il contributo che a questo sviluppo ha dato lo stesso Domenico Cecchi da Castiglione Lucchese, oggi Garfagnana, cercando ancora di porre in rilievo una delle sue qualità. Alludiamo alla rivendicata “libera professione”. Dopo questa prima iniziativa, da domenica 9 ottobre sino al 16, è stata visibile alle Stanze della Memoria la mostra “Domenico Cecchi (1678-1745) Cartografo Agrimensore del secolo XVIII”, importante momento che ha permesso di entrare in contatto con i suoi vari lavori cartografici: carte corografiche della Garfagnana, altre a scopo militare della Fortezza di Castiglione e soprattutto esempi del suo lavoro nel campo degli estimi o “terrilogi”, con la seconda parola definendo lo stesso i molti lavori composti per enti ecclesiastici, opere laiche…

- di Pietro Moscardini

Storia della G.E.A., la Grande Escursione Appenninica

La sezione del Club Alpino Italiano di Barga – Val di Serchio ha compiuto nel 2016 i suoi primi 50 anni. Per festeggiare questo compleanno sono state messe in cantiere piccole manifestazioni, tutte convergenti nella bella mostra documentaria tenutasi nelle Stanze della Memoria nel centro storico di Barga dal 14 al 25 luglio di quest’anno. Nella mostra erano raccolti i ricordi più belli della sezione: le foto delle tante escursioni organizzate, le principali manifestazioni a cui il Club ha partecipato, le pubblicazioni interne del giornalino “Il Giovo”, cose e oggetti usati in montagna tanti anni orsono. Con questo articolo vogliamo collocare un altro tassello ai ricordi di questo compleanno. Lo facciamo rammentando la storia del più lungo “cammino montano” in terra di Toscana: la “Grande Escursione Appenninca”, cioè la G.E.A. che dall’Appennino umbro-marchigiano (a Bocca Trabaira) conduce al Passo dei due Santi a pochi passi dall’Appennino ligure. Il tutto percorribile in 25 tappe fin dal lontano 1983. È un dato…

- di Redazione

La fontana delle Due strade a Fornaci: le pietre raccontano?

Quando ero ragazzo e scendevo da Barga a Fornaci, giunto alle due strade, mi colpiva sempre la visione di una fontana, che era posta tra i marciapiedi che lì terminano simile a una freccia a punta rotonda insinuata tra due vie, appunto, quella per Barga e l’altra che proveniente da Ponte all’Ania conduce in Mologno e oltre. Con il tempo a seguire ma non ricordo quando, se alla fine dei ’70 o inizi ’80, mi accorsi che era stata tolta, però, a dire il vero, pensai a una ricollocazione in qualche luogo pubblico, probabilmente di Fornaci. Questo sino a che, durante le mie ricerche storiche su Barga, svolte in questi anni da poco passati sui libri dell’Archivio Storico del Comune, non mi apparve una notizia molto intrigante che mi portò a riflettere sulla sorte della fontana, solo allora accorgendomi che aveva una storia per niente indifferente. Infatti, saputo da certi vaghi racconti che quella fontana provenisse da Barga, tolta dal…

- di Redazione

La storia del monumento degli Alpini di Barga

Diverse volte ho ricordato con articoli ma anche in dialoghi con amici e conoscenti gli eventi della disgraziata Campagna Italiana in Russia del 1942-43, Secondo Conflitto Mondiale, ponendo sempre l’accento sulla dimenticanza di Barga circa un doveroso ricordo di tutti quei sessantanove giovani, in massima parte dispersi nella stoica e tragica ritirata dopo lo sfondamento russo del fronte italiano attestato sul Don con il successivo accerchiamento che lì rinchiuse in una sacca da cui ne uscirono solamente pochissimi. Ancora oggi mi accingo farlo e l’occasione me la fornisce la celebrazione dell’80° anno dalla fondazione del Gruppo Alpini Barga, che si avranno qui a Barga sabato 3 e domenica 4 settembre 2016, il cui programma prevede per la stessa domenica l’omaggio ai Dispersi e Caduti Alpini in fronte al loro monumento eretto e inaugurato, sempre in settembre, ma dell’anno 1952. Il monumento di cui si parla, divenuto con il tempo l’omaggio ai Caduti Alpini di ogni tempo, per il vero fu…

- 1 di Renzo Giorgetti

Due antichi fonditori di campane a Barga

Wikipedia, circa il duomo di S. Cristoforo, accenna alla presenza di tre campane di cui una pesante 680 chilogrammi datata 1580 e fusa da Natale da Metuno.Una breve ricerca archivistica ha permesso di rintracciare le fasi di questa opera e di altri lavori del maestro Natale.Era un campanaio trevigiano che risiedeva a Barga e si occupò della fusione di varie campane dal 1574 al 1580.Si chiamava Natale di Iacomo di Mituno [quindi il cognome Mituni derivato dal patronimico] da Treviso, detto anche veneziano. Ricordo che Mituno era un presbitero ricordato negli “Acta Santorum”, volume 13. Forse Natale era discendente di Gasparo campanaio da Treviso attivo a Padova tra il 1479 ed il 1496.Nel 1574 gli Operai del duomo incaricarono dunque il suddetto maestro Natale di Iacopo Mituni da Treviso di fondere due nuove campane come dal seguente pagamento:“Maestro Natale di Mituni da Trivigi venetiano campanaio per parte et a buon conto del suo pagamento et saldo d’haver colato e fatto…

- di Renzo Giorgetti

Due secoli di arte organaria a Barga

Un pomeriggio di intensa ricerca nelle antiche carte dell’Opera del Duomo ha fatto emergere la presenza di grandi artisti. Il primo organo fabbricato dal prete barghigiano Pieroni, la continua opera di manutenzione del prete Iacopo Talinucci pure di Barga e poi altri importanti artisti che si sono avvicendati nel corso di due secoli. Secolo XVI Il primo organo di cui abbiamo notizia dai documenti conservati dell’Opera, fu quello costruito tra il 1530 ed il 1532 da prete Piero Pieroni di Barga, maestro di organi. Una serie di spese accessorie accenna alla fase di costruzione, che coinvolse anche falegnami, fabbri ed altri artigiani: “A prete Piero organista per comprare colla; per un tavolone di noce per l’organo; a prete Piero per far segare il palco dell’organo; a prete Piero per comprar una pelle per l’organo; per tavole di noce per l’organo; per mezzane seicento per matonare la casetta del organo; a Luca Baldello per un tavolone per l’organo; a prete Piero…

- di Pier Giuliano Cecchi

Antiche fiere a Barga

LA STORIA RACCONTA 1770: SI FACCIA A BARGA 15 GIORNI DI FIERA DAL 1° MAGGIO, DAL 15 AGOSTO E DAL 1° NOVEMBRE. Negli antichi libri del Comune di Barga ogni tanto vi troviamo delle delibere consiliari dirette a ottenere da Sua Altezza Serenissima la Grazia, cioè il permesso, di poter fare nella Terra il mercato, oppure certe fiere. Quando da Firenze giungeva la positiva risposta, in genere consistente in una “Notificazione”, si passava alla fase attuativa che, seguendo quanto s’indicava nel ricevuto permesso, ovviamente impegnava nuovamente il Comune nei preparativi. Per esempio il 2 giugno del 1487 vediamo riunito il Consiglio per decidere la nomina di sei uomini, due per ogni porta di Barga, i quali vedano “ove et in che luoghi pubblici a tenere a vendere le mercantie verranno alla fiera”, seguitando con la nomina dei Guardiani alle porte per lunedì e martedì, i quali erano otto per ogni porta. Questi senz’altro avevano l’incombenza di vigilare il buon andamento…

- di p.g.c.

Umberto Vittorini visto da Barga (seconda parte)

Con il primo articolo su “Umberto Vittorini visto da Barga”, ci siamo lasciati con la promessa che, con il presente e finale articolo, avremmo visto cosa disse di lui il prof. Emilio Pasquini, unitamente ad altre cose, in occasione della presentazione degli artisti impegnati nella Prima Mostra d’Arte Barghigiana che si tenne a Barga nel 1925. Prima di leggerle, però, credo sia opportuno evidenziare come si presentò questa mostra, nel senso che la stessa si definì “Prima Mostra d’Arte”, lasciando intendere che si stava iniziando un cammino che non avesse avuto un simile precedente. Un qualcosa di socialmente nuovo che contribuirà nel tempo a tonificare nell’arduo cammino dell’arte gli artisti locali e/o, forse resasi necessaria, per il riconosciuto livello di certe figure da incoraggiare e valorizzare, soprattutto Magri, Cordati, Balduini e lo stesso Vittorini. Ecco allora come Pasquini presentò Vittorini: “U. Vittorini ha tratto dalla città di Pisa, dalla campagna lucchese, dall’alto piano di Asiago, dalla valle della Corsonna, le…

- di Redazione

Umberto Vittorini visto da Barga

Inaugura questo sabato 16 luglio la mostra organizzata dalla fondazione Ricci dal tito9lo “Umberto Vittorini nelle collezioni private”.Proprio i n occasione della imminente apertura di questa esposizione, l’amico Pier Giuliano Cecchi ha realizzato questo articolo che parla proprio di Vittorini. Eccolo. Ricordi di ragazzo, forse anche di bambino che era portato nelle mattine estive sull’Arringo del Duomo di Barga a respirare l’aria frizzante che mitigasse la tosse cattiva, piccoli cassetti della memoria che oggi si riaprono un poco, ed ecco allora apparire di nuovo un uomo, allora, per me anziano, seduto su uno sgabello portatile in fronte a un cavalletto e una tela. Stava lì solo e in silenzio, guardando a tratti l’Arringo per poi pennellare la sua idea. Se qualche curioso si fermava a guardarlo, così come l’inconsueto incontro voleva, lui non lo gradiva, forse per il timore che la sua ispirazione ne traesse un disturbo e si perdesse alle possibili domande. Più tardi negli anni, ancora lo rivedo…

- di p.g.c.

La pietra racconta

Domenica 3 luglio 2016, i partecipanti alla gita culturale organizzata dalla Sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese, che aveva come fine la visita ad alcuni antichi mulini lungo la Corsonna, i resti dell’antica sega idraulica granducale posta sul torrente Segaccia e l’omaggio al grande faggio di Bacchionero, che per misurarlo sono occorsi tre gitanti, a un certo momento del lungo cammino, giunti alla Cerretella di Bacchionero, sono stati invitati dalla guida Emilio Lammari, a rimirare una pietra posta sull’angolo di una casa ormai diventata un rudere. Stiamo parlando dei resti di uno se non del primo edificio costruito nella montagna di Barga, così come indica proprio quella pietra scolpita, che posta nel cantone a circa due metri da terra, guarda verso oriente. Infatti, vi abbiamo letto tutti la data: 1660, cifre pienamente leggibili, mentre altre lettere restavano quasi indecifrabili. Solo con l’intervento di un presente, che raccolte nella mano alcune manciate di terra che poi ha passato sulla pietra, ecco…

- di Sara Moscardini

A Sommocolonia recuperate due opere di Balduini

Il piccolo borgo di Sommocolonia è, come tutti sanno, luogo ricco di storia antica e contemporanea; forse non è però altrettanto conosciuto per i preziosi tesori d’arte. Uno di questi è stato recentemente riportato all’originario splendore grazie all’intervento dell’Associazione Ricreativa Sommocolonia: si tratta di due dipinti parietali di Adolfo Balduini, collocati in quella che fu la sua casa dal 1922 circa. Balduini, originario di Altopascio, visse gli anni della giovinezza in Argentina, dove erano emigrati i genitori; qui compì i primi studi artistici, assicurandosi una solida formazione accademica. Tornato in Italia frequentò la Scuola Libera del nudo di Firenze e l’Accademia delle Belle Arti di Roma. A condurlo a Barga fu il matrimonio con Amalia Salvi: il trasferimento nella cittadina della moglie segnò l’inizio del momento d’oro della sua produzione artistica, con un avvicinamento alle tematiche della quotidianità barghigiana e a quell’umanità semplice e rustica che diverrà protagonista delle sue opere. Di questa umanità, lungo le pareti della propria abitazione…

- di Pier Giuliano Cecchi

Il duomo e quel Pascoli poco leggibile

Domenica pomeriggio 12 giugno, salendo al Duomo di Barga, arrivato di fronte alla facciata che guarda maestosa le sue Apuane, particolarmente l’Uomo o la Donna che attende all’infinito, mi ha colto il desiderio di rileggermi quella lapide che sta sulla porta del campanile e che ci ricorda lo sforzo costruttivo di tutto un popolo che nei primi secoli dopo il Mille eresse sul “colle sacro alla storia di Barga” un tale monumento, inno d’arte all’Onnipotente. Sarà stato l’abbagliante sole che riverberava sulla facciata, ma non ho potuto che leggere solo alcune parole. Allora mi è corso di fronte un film già visto ma cui non detti quella dovuta attenzione, nel senso che accompagnando una gita in visita al Duomo e richiamando i partecipanti a prestare attenzione alla lapide che ne sunteggiava con alate parole la volontà costruttiva, senza leggerla, in loro presenza la dissi a memoria, indicando con il dito il dettato. La mia mancata attenzione fu di non aver…