“E c’erano gerani rossi dappertutto” . Voci femminili della diaspora italiana in Nord America

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“E c’erano gerani rossi dappertutto” è una “antologia femminile dell’emigrazione” in cui sedici scrittrici nordamericane contemporanee sono state chiamate a confrontarsi con il proprio patrimonio identitario attraverso i propri racconti.
Curata da Valentina Di Cesare e Michela Valmori, questa antologia raccoglie infatti alcune tra le numerose voci del panorama letterario nordamericano contemporaneo, tutte di origini italiane ma per la maggior parte inedite nel nostro Paese. Tutte le autrici, seppur differenti tra loro per età̀, stile ed esperienze, hanno ricercato nei propri racconti il significato che hanno avuto nella loro vita le proprie radici plurime, quale peso e quale dono abbiano rappresentato e quanto abbiano inciso nella ricerca della loro identità̀, cercando di far parlare in italiano le storie di chi la nostra lingua la ascoltava soltanto in casa, talora mista al dialetto.
Una delle autrici, Mary Saracino, ha origini di Castelnuovo di Garfagnana: lei è scrittrice e poetessa. Nel 1913 i suoi nonni materni, Fiora e Francesco Vergamini, partirono da Castelnuovo di Garfagnana, alla volta di Seneca Falls, nello Stato di New York. Qualche anno dopo, nel 1920, emigra- rono a Seneca Falls anche i suoi nonni paterni, ma da Castellaneta, in provincia di Taranto. Mary è autrice di quattro romanzi, He- retics: A Love Story (2014), The Singing of Swans (2006), Finding Grace (1999) e No Matter What (1993); ha inoltre pubblicato il memoir Voices of the Soft-bellied Warrior (2001). Numerosi suoi testi sono stati pubblicati in diverse antologie e riviste letterarie. Vive ad Albuquerque, nel New Mexico.
Tornando al libro, con sottotitolo Voci femminili della diaspora italiana in Nord America, nasce in collaborazione con “Strade dorate – Osservatorio di Letteratura e Cultura della diaspora italiana e italofona” (stradedorate.org) e ha l’obiettivo di costruire un ponte immaginario lungo quanto un oceano, che ci collega a una parte del nostro Paese con le radici piantate altrove, ma che sente su di sé tutto il peso di una doppia identità̀, vissuta sulla propria pelle e vista appassire negli sguardi malinconici delle vecchie generazioni che avevano cercato fortuna viaggiando in terza classe.

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