Storia del Teatro Differenti a Barga: il Novecento (24)

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Barga con l’arrivo del 1914, specialmente dopo l’inizio di una guerra europea tra l’Impero Austro-Ungarico e il Regno di Serbia, del luglio di quell’anno, ora si trova afflitta da due ansie, la possibile espansione del conflitto che si annuncia possibilissimo e il suo continuo tormento iniziato con gli accordi di Firenze del 1844, ossia, la costante perdita di quel ruolo primario in Valle del Serchio che storicamente pensava le spettasse. Così come disse l’anno 1844 il gonfaloniere della Comunità di Barga Menchi rivolto al Sovrano del Granducato, la sua storica presenza in valle consistente nell’essere la maggiore piazza da Lucca a Modena, che allora voleva gli fosse riconosciuta dichiarandola capoluogo del granducale e nuovo Compartimento Lucchese, la cosiddetta Garfagnana aveva un’altra storia. Non fu così e quell’ansia per Barga si farà sempre più pressante e lo vedremo nell’andare avanti nel racconto del nostro Teatro, di questo centro laico di assoluto valore simbolico, culturale ma anche, appunto, racchiudente in sé, al pari dell’antico Duomo, come si è cercato di far capire in tutto il presente lavoro, la somma delle barghigiane aspirazioni di ogni tempo. Questa costante perdita di un ruolo importante in valle, che generava sfiducia nei cittadini in qualsiasi veste politica si dirigesse la Comunità, specialmente dopo l’ultimo colpo inflittogli con la perdita del Mandamento nei primi anni ’20, che sul finire dell’Ottocento aveva salvato Antonio Mordini, si cercò di mitigare, con un simbolico riconoscimento dell’anno 1930, quando Barga fu elevata al rango di città del Regno d’Italia. Espressivo ruolo che allora, onorificamente, la innalzava sopra tutte le comunità della valle del Serchio.

Per ora che siamo al 1914, Barga era capoluogo di Mandamento e quindi c’è la Pretura e in quest’anno il pretore è Santoro Michele, cancelliere Iaccheri Alfredo, inoltre, l’Ufficio del Registro che ha per ricevitore Giuliani Giulio e l’Agenzia delle Imposte con agente Carli Carlo.  (51)

Nel febbraio di quest’anno, così come annuncia il giornale La Corsonna, Il Carnevale è tornato, pazzamente gioioso, questo vecchio inghirlandato da un serto perenne di giovinezza: folle e sghignazzante, lascivo e procace. (52) Il maggiore appuntamento è sempre al Teatro Differenti che ha in gestione la Ditta Capretz, che organizza fantasmagorici Veglioni, ma anche cinema. I gestori, i Capretz, proporranno, oltre che alla loro sala detta Cinema Italiano, anche al Teatro, un filmato che tratta: dei movimenti del nuovo e discusso ballo argentino, detto il Tango che furoreggia ovunque se n’è sentito parlare e tutti lo conoscono, ma nessuno l’ha ancora veduto. Ci sono anche altri luoghi che cercheranno di far divertire il barghigiano in questo Carnevale, come il Teatrino della Società Angelio detto Pio X, la Sala Colombo in via del Giardino e la Ditta Moscardini Alessandro a La Pergola di piazza San Rocco, che alla sua sala cinematografica farà vedere il film I due Sergenti. Ogni film si chiudeva con dei filmati comici.

Credo sia chiaro che il cinema abbia preso ormai il suo largo, in certi casi tentando di surclassare anche il teatro delle commedie, che però resisterà nel tempo. Inizialmente pareva una cosa diversa ma poi la realtà recitativa espressa sulle tavole di un palcoscenico ha vinto la sua battaglia: la recita immediata rispetto alla finzione cinematografica dà come risultato che le due espressioni siano una cosa ben diversa, entrambe elevate culturalmente ma da vivere separatamente.

Si parlava di una sentita preoccupazione circa la scoppiata guerra europea tra gli Austro-Ungarici e la Serbia ed ecco che anche in Italia qualcosa si muove in quella direzione. Infatti, nel novembre 1914 si presenta alla sala del Cinematografo Capretz il nuovo periodico nazionalista La Fiamma, che ha come direttore Alfredo Stefani de’ La Corsonna. L’appuntamento prevede una conferenza sull’attuale momento politico europeo a cura del barghigiano Leo Giuliani e Mario Rivosecchi. Nel momento si ricordò anche il celebre discorso che Giovanni Pascoli tenne al Teatro Differenti: La Grande Proletaria si è mossa, dichiarando che La Fiamma ha lanciato l’idea di una lapide commemorativa da porre sulla facciata del Teatro, il cui testo sarà dettato da Gabriele D’Annunzio. Chiaro che questa iniziativa preluda a qualcosa che esalta gli animi ma che poi, sapremo, avrà aspetti molto tragici.

Il 1915 si apre con l’annuncio a gennaio dei prossimi Veglioni a Carnevale al Teatro dei Differenti, sempre curati dalla Ditta Capretz. L’Italia inizia sentire che prossimamente si muoverà qualcosa e si pensa che tra i sommovimenti europei, sia nell’aria, che “La Grande Proletaria” tenterà di chiudere il discorso dell’Unità Nazionale e ciò avverrà.

Infatti, sappiamo che l’Italia dal maggio di quest’anno ha mosso guerra all’Impero Austro-Ungarico e che ogni luogo italiano collabora all’impresa. Per questo fine al Teatro dei Differenti, siamo all’agosto 1915, i Filodrammatici locali daranno uno spettacolo a beneficio dei richiamati. Così si comporterà anche il teatro Pio X della Società Angelio.

 

Per capire un poco cosa si mosse in Barga per il fine di questa guerra occorre fare un breve inciso, però, seguendo cosa ci racconta La Corsonna. (53) Mentre la gioventù italiana si stringe a coorte e combatte, altre iniziative si adunano e si fondono a vantaggio dei combattenti. Si costituiscono Comitati femminili di Beneficenza … moltissime donne rispondono all’appello: raccolgono soldi, biancheria, calzerotti, berretti, maglie di lana … per venire in soccorso a chi soffre … soprattutto le famiglie dei richiamati. Al Teatro dei Differenti dilettanti filodrammatici organizzano spettacoli a beneficio del Comitato locale della Croce Rossa e, mentre sul palcoscenico passano le figure vissute nell’epoca che l’Italia preparava la meravigliosa epopea del suo Risorgimento, nel pubblico vivono i palpiti della vita presente e gli attori stessi si commuovono e piangono. I giovani del Circolo Pio X danno una splendida rappresentazione a beneficio dei profughi triestini, scacciati, malmenati, vilipesi: hanno visi smunti, membra rotte dalla stanchezza, carni afflosciate dal digiuno e chiedono alla madre patria pace, riposo, lavoro… per un tozzo di pane!Le allieve del Circolo femminile diretto dalle suore di San Giuseppe recitano l’operetta “Le Arti Belle”, mentre le donne del Comitato approntano, utilissimi “scalda ranci” da inviare al fronte. (54)

 

Sul finire del novembre 1915, il Teatro dei Differenti, su iniziativa del Circolo Pio X, ospiterà un sacerdote, il prof. Raffaello Stiattesi, presentato dal proposto di Barga Alfredo Della Pace. Stiattesi è il direttore dell’Osservatorio Geodinamico di Quarto (Firenze). La sua parola è molto coinvolgente, cui fa seguire delle immagini molto eloquenti circa le imprese compiute dai soldati italiani e di quei paesi che torneranno, a essere italiani. L’Oratore parlava frequentemente interrotto da applausi ma quando apparvero le immagini dei soldati barghigiani morti o feriti, gli applausi fecero tremare l’antico Teatro dei Differenti. Così chiosò La Corsonna: Siamo orgogliosi di questi nostri prodi e siamo riconoscenti all’Illustre conferenziere che ce li ha voluti ricordare. E a lui siamo grati per aver accolto l’invito dei giovani del Circolo Pio X. … Durante gl’intermezzi la banda Cittadina prestò servizio e il teatro fu elegantemente addobbato dai giovani del Circolo sotto l’abile direzione del loro zelante Don Gambassi. (55)

Come si è detto sopra, a Barga o nel territorio comunale, arrivarono dei profughi da Trieste e da questa città molto cara a tutti gli italiani, uno dei simboli per cui meritava combattere, ecco che giunge tra noi una giovane, brava e già acclamata concertista che suona il violino. Si tratta di Antonietta Chialchia che fu invitata al Teatro dei Differenti per celebrare la presa di Gorizia dichiarata il nove di quel mese d’agosto. Lei sarà invitata a prendere parte al concerto di beneficenza, dopo che il giorno 13, domenica, la solita celebrazione patriottica l’aveva tenuta al Caffè Capretz. Il giorno del concerto a Teatro e stato fissato per mercoledì 16 agosto, festa grande a Barga per la ricorrenza di San Rocco, e l’intrattenimento prevede che allo spettacolo prendano parte altri personaggi, tra artisti barghigiani e cantanti villeggianti ospitati a Villa Libano. Così recensì La Corsonna l’esibizione della Chialchia: E ben diceva la gentile Signorina Chialchia – artista esimia che dal suo violino trae sospiri e singhiozzi come se l’anima canora del fragile strumento avesse spirito di vita – che il palcoscenico del nostro Teatro è l’ara di un tempio consacrato dalla parola eroica di Giovanni Pascoli. Sappiamo ancora che il concerto seguì tra celebri romanze d’opera, brani musicati dal barghigiano Giannino Colognori, con le Signorine del Circolo Donnini che intonarono inni patriottici, mentre il poeta Mario Mazzoni leggerà con profondo sentimento il mirabile Canto augurale alla vittoria alata. Al termine furono offerti fiori e il ricavato andò per le famiglie dei richiamati. (56)

 

Il Teatro ormai è il luogo, l’ambiente più ricercato, anche consono, per ospitare di queste manifestazioni patriottiche e nel settembre di questo 1916 apre le sue porte a una compagnia di Lucca, rimasta ignota, la quale per la ricorrenza del XX settembre allestì un altro spettacolo di beneficenza, rappresentando Addio Giovinezza di Camasio e Oxilia e un tal Guerrieri declamò tra le ovazioni del pubblico la Canzone d’Oltremare di D’annunzio.

Poi arriva l’inizio del 1917, non è ancora la Caporetto italiana, ma comunque vediamo che il presidente della Banda Cittadina Luporini, il generale Ruggero Micheluccini, annuncia al Comune di Barga che deve sospendere ogni impegno perché a sua disposizione è rimasto solo, un’esigua schiera di bandisti, gli altri sono tutti reclutati e sono lassù al fronte, troppo pochi perché eseguano i consueti servizi.

Nel giugno di questo 1917 ci sarà al Differenti un concerto vocale e strumentale con artisti venuti da Lucca, con loro si esibì anche il bravo violinista di Barga Righetto Redini, che si dice avesse una sensibilità raffinata. Ai primi di agosto fu la volta che sul palcoscenico del Differenti salisse la compagnia dilettante Opificio Metallurgica di Fornaci di Barga, però non sappiamo cosa vi rappresentassero, mentre a breve, così dice La Corsonna del 12 agosto, vi sarà una serata di beneficenza, con la partecipazione dei migliori elementi della filodrammatica barghigiana insieme a personaggi della cosiddetta colonia dei villeggianti. Ciò che si rappresentò furono tre commedie,  alternate da brani musicali in cui si distinse Margherita Bindi detta Marga, figlioccia di Cesare Biondi, nata da sua moglie Paolina già sposata con il defunto Arturo Bindi. Chiosa La Corsonna che Marga avesse una voce meravigliosa, piena di grazia e intonatissima. L’incasso della serata fu di £ 285 e ottanta centesimi e fu devoluto al Comitato di Preparazione Civile.

 

Siamo al 1918, passata la disastrosa Caporetto dell’Autunno 1917, ecco che è scattato in Italia l’imperativo: Resistere per la vittoria. In quest’ottica, su iniziativa del Comitato Resistenza Interna della SMI Fornaci di Barga, il 28 aprile al Teatro Differenti di Barga, Bianca Flury Nencini, segretaria del Comitato Orfani di Livorno, terrà una conferenza dal titolo “L’Esercito combattente e gli Eserciti delle retrovie”.  In quest’occasione presterà servizio anche la Banda della Metallurgica, che prima e dopo intonò vari inni patriottici. (57)

Sempre dal punto di vista della resistenza, ecco che il 15 agosto 1918 si avrà al Teatro Differenti, a cura della locale Sezione Unione Insegnanti Italiani, una conferenza dell’Onorevole Augusto Mancini, il quale non mancò di venire alla terra che qualche anno prima aveva vissuto con fervore la sua, noi si aggiunge, celebre battaglia contro Tomba, per l’occasione, tenendo un applaudito discorso. (58)

Tra immani lutti la guerra finirà ufficiosamente il 4 novembre 1918 e per Barga ci sarà una lista di morti di oltre centosettanta persone. Il Teatro riaprirà i battenti circa la fine di questo novembre con quattro commedie e una farsa messi in scena dalla Compagnia Giordani di Roma. Si dice che il Teatro fosse sempre stipato in ogni posto. (59)

(continua)

 

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51) Pier Giuliano Cecchi. Il Comune di Barga all’inizio della Guerra 1915-18. Socialità, commerci e professioni. (Terza parte) – Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio Online – 18 ottobre 2019.
 
52) La Corsonna – 22 febbraio 1914 – A. XIII – N° 6.
 
53) La Corsonna22 settembre 1915 – A. XIV – N° 19.
 
54) Lo scalda rancio era un fornellino da accendere con un fiammifero, composto di dischi di carta uguali, pressati e imbevuti di paraffina. Si dice che da tutta l’Italia ne furono inviati al fronte oltre ventitré milioni.
 
55) La Corsonna – 28 novembre 1915 –A. XIV – N° 25.
 
56) La Corsonna – 20 agosto 1916 – A. XV – N° 17.
Anche: Pier Giuliano Cecchi. 1916 – Il Comune di Barga all’inizio della Guerra 1915-18. Socialità, commerci e professioni. (Quarta parte) – Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio Online – 23 ottobre 2019.
57) Pier Giuliano Cecchi. La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (sesta parte.) – Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio Online – 25 gennaio 2016.
 
58) Pier Giuliano Cecchi. La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (settima parte.) – Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio Online – 9 febbraio 2016.
 
59) Per l’elenco dei morti del Comune di Barga nella Prima Guerra Mondiale vedi: Cento anni dall’Armistizio 1918-2018. AA. VV. – Fondazione Ricci Barga; 2019. In particolare di Pier Giuliano Cecchi: Elenco dei Dispersi e Caduti del Comune di Barga nella Grande Guerra 1915-1918, pagg. 49-59. Per le note sulla Compagnia Giordani al Differenti vedi: Pier Giuliano Cecchi. La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (sesta parte.) – Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio Online – 25 gennaio 2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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