Castagneti, aumentano le risorse del bando. Finanziate altre 15 aziende

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FIRENZE (Fonte Toscana Notizie) Aumentano le risorse e quindi scorre la graduatoria per il bando di recupero e miglioramento dei castagneti da frutto. La giunta regionale, su iniziativa della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, ha approvato di incrementare di ulteriori 400.000 euro la dotazione complessiva del bando, che adesso arriva a 990.700 euro.

Saranno così finanziate ulteriori 15 imprese agricole con una copertura dell’80% del costo dell’investimento mirato al recupero ed al miglioramento delle superfici castanicole destinate alla produzione del frutto.

Le risorse, che rientrano nel Fondo per l’attuazione della strategia Forestale Nazionale e sono messe a disposizione dal Ministero, sono state indirizzate, proprio per scelta della Giunta regionale, al recupero dei castagneti da frutto, per dare una risposta ad un settore che ha un estremo bisogno di un fattivo sostegno per il ruolo che riveste, soprattutto nelle aree montane e collinari.

“Il castagneto da frutto – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – che è ampiamente diffuso nelle zone a media quota, è soggetto più di altre specie forestali ad una continua contrazione, per il progressivo abbandono della montagna e lo sviluppo, negli anni, di diverse fitopatie ed attacchi parassitari. La perdita dei castagneti, oltre all’impatto economico delle produzioni che possono essere di grande pregio, si ripercuote negativamente anche sugli aspetti ambientali, paesaggistici, sociali, culturali e per la tutela della biodiversità agraria e forestale e per lo più legata alla dimensione colturale e tradizionale della montagna. Per questo abbiamo deliberato questa nuova iniezione di risorse, per venire incontro agli imprenditori di questo settore dove la sensibile contrazione, arrivata peraltro dopo il problema degli attacchi del cinipide, incide non solo sulle aziende ma anche sui futuri assetti dell’equilibrio idrogeologico di sistemi estremamente fragili, quali quelli montani, in cui l’abbandono poi pesa sul contesto non solo produttivo, ma anche sociale dei territori”.

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