Ordigno bellico rinvenuto nella montagna di Bagni di Lucca. Recuperato e “bonificato” dopo un complicato intervento

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BAGNI DI LUCCA – Stamattina il  comitato di Bagni di Lucca della Croce Rossa Italiana con medico a bordo, insieme ai carabinieri della stazione di Bagni di Lucca ed alla Polizia Municipale di Bagni di Lucca hanno fornito supporto agli artificieri  del Nucleo Bonifica Ordigni Esplosivi del 2° Reggimento Genio Pontieri dell’Esercito Italiano, di stanza a Piacenza (competente per gli interventi di ritrovamento di ordigni bellici nella zona Valle del Serchio), ha provveduto condotto dal capo team Sergente Maggiore Barraco alla “bonifica” con brillamento di un ordigno inesploso ubicato in un canalone sottostante il monte di Prato Fiorito, nel comune di Bagni di Lucca.

Un intervento assai complicato in quanto l’ordigno, una bomba da mortaio di fabbricazione americana da 81 a grande capacità, (H.eavy H.E .M  45)  caricata a TNT che poteva raggiungere, lanciata da mortaio una gittata massima di 2065 mt., era stata rinvenuta appunto in un tratto assai ripido di un canalone. E’ stato necessario percorrere a piedi un sentiero difficile, (il sentiero dei Sassi Scritti) per circa 40 minuti e poi salire lungo l’impervio canalone dove si trovava l’ordigno. A trovarlo un po’ di settimane fa, erano stati alcuni escursionisti impegnati a trovare una via alternativa di accesso a Prato Fiorito, ma c’è voluto comunque un po’ di tempo per individuare il punto esatto lungo il ripido versante.

Gli artificieri giunti da Piacenza, dopo aver prelevato l’ordigno lo hanno fatto brillare alle cave Borgognoni di Tana Termini, sempre nel comune di Bagni di Lucca.

La bomba di mortaio rinvenuta nella montagna di Bagni di Lucca aveva ancora intatta la sua carica esplosiva, pur se priva della spoletta; era un tipo di munizionamento da mortaio molto potente, a grande capacità, in grado di produrre ferite mortali fino a 50 metri e di ferire con le sue schegge fino a 70 metri. Provvidenziale quindi la sua rimozione da dove si trovava.

 

 

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