L’impegno del comune sull’ordine pubblico. Andreuccetti scrive ai suoi cittadini

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BORGO A MOZZANO – Il sindaco Patrizio Andreuccetti scrive ai cittadini per chiarire l’impegno dell’amministrazione comunale sui problemi di ordine pubblico che si stanno verificando a Borgo a Mozzano.

“Forse vi sorprenderà questa mia lettera, ma è il modo più diretto e limpido che ho di comunicare con ognuno di voi. Siamo tutti a conoscenza dei problemi di ordine pubblico che accadono in paese e con queste mie parole voglio essere chiaro su una cosa: come amministratori ci facciamo pieno carico del malessere dei cittadini. Vogliamo che la nostra comunità viva con serenità il proprio territorio e su questo punto l’impegno è totale e costante. Ci sono contingenze particolari che richiedono azioni calibrate, passo dopo passo, mattoncino dopo mattoncino. In questo caso, come amministrazione, abbiamo messo in campo, e continuiamo a farlo, tutto ciò che è in nostro potere, mobilitando l’ufficio Sociale e la Polizia Municipale, e ci siamo confrontati in riunioni specifiche con tutte le Forze dell’Ordine del territorio e quelle a livello provinciale, fino al coinvolgimento di massime autorità quali il Prefetto e il Questore. Tutte le autorità, che ringrazio per la condivisione,  sono quindi a conoscenza della situazione in maniera dettagliata e ciascuno sta facendo tutto quello che è nelle sue facoltà per risolvere la problematica. Ho ritenuto importante rivolgermi a tutti gli enti sovracomunali e alle forze attive sul territorio affinché non ci lascino soli e ci sostengano. Affinché si trovino soluzioni adeguate ad un problema che investe molti campi e che rischia di sfuggire facilmente di mano».«Deve essere però chiaro a tutti che anche in questo caso, come in altri analoghi che nel tempo si sono registrati, ci sono azioni che possono essere intraprese ed altre che non lo sono. Non si può arrestare chicchessia per reati di cui non è imputato. E il danno alla vetrina di un esercizio commerciale, che tanto ci ha tutti amareggiati e allertati, ha avuto ad oggi come riscontro solo una denuncia contro ignoti. Il “tutti lo sanno” forse funziona sui social ma non in uno Stato di diritto. A dimostrazione di ciò, anche chi politicamente specula sulla vicenda per attaccare me e la mia amministrazione, si guarda bene dal fare riferimento nei suoi comunicati a un preciso responsabile del fatto. Se ci fosse un sincero interesse a risolvere il problema, e non a fare speculazione, la prima azione dovrebbe essere quella di rivolgersi agli uffici per conoscere le azioni messe in campo dall’amministrazione per arginare la questione. Ci risulta che nessuno si sia presentato in Comune per approfondire quanto messo in atto. I consiglieri di minoranza hanno accesso veloce a tutti gli atti, anche quelli più sensibili, e a tutti gli uffici comunali. Invece si sono completamente disinteressati di sapere e di capire. Se l’avessero fatto, saprebbero che tutti i percorsi sono stati intrapresi, saprebbero che il Sociale non è mancato e non manca di fare la sua parte, in collaborazione con gli altri servizi territoriali. E, di conseguenza, comunicherebbero anche loro ai cittadini che ci sono dati e azioni che, riguardando la privacy delle persone, il sindaco e l’amministrazione comunale non possono rendere pubblici».

«Quello che noi da subito abbiamo chiesto ai nostri uffici, infatti, è stato di attivare una sorveglianza particolare del territorio da parte della Polizia Municipale e un sostegno socio assistenziale da parte dei Servizi Sociali del Comune. Inoltre è stato chiesto  alla comunità locale di riferimento del giovane di supportarlo con le modalità che già precedentemente avevano dato buoni esiti. Sbandierare la necessità di procedere con TSO (trattamento sanitario obbligatorio), come sta facendo la minoranza,  è un atto assolutamente arbitrario, che suona molto come sciacallaggio  e disinformazione.

La mistificazione sta nel fatto che si vuole far credere al cittadino che un TSO (parlo in generale) possa essere disposto quasi arbitrariamente su iniziativa del sindaco, quando in realtà non è così. Il TSO è disposto con un’ordinanza del sindaco, su proposta motivata di un medico, approvata anche da un medico del dipartimento di salute mentale. Cioè è il medico che propone al sindaco un TSO e mai il contrario. Vi immaginate le storture che potrebbero crearsi se un sindaco potesse arbitrariamente disporre TSO a suo piacimento? Quindi, chi invoca il sindaco affinché disponga TSO di sua iniziativa, o non conosce la normativa o mente sapendo di mentire. Cari cittadini, sono con voi. Vivo insieme a voi il vostro disagio, le vostre paure e anche la vostra insofferenza. E, come spiegato sopra, stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per intervenire. Continuiamo a collaborare, come abbiamo sempre fatto: solo così possiamo risolvere anche questo problema. Insieme siamo una voce più forte per rivolgerci, ulteriormente, a tutti gli enti preposti affinché ci ascoltino e ci supportino fino in fondo. Come sempre, la mia porta è aperta per ottenere tutte le risposte e il conforto che cercate. Non esitate a varcarla».

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