Dialogando sul coronavirus

- 1

L’amico Mario Camaiani ci ha mandato un suo nuovo racconto.

Il gruppo dei marciatori, sulla strada di ritorno dall’escursione effettuata quel giorno, si era fermato al bar di un paese di passaggio, onde sorbire qualcosa e riposarsi, prima di percorrere l’ultimo tratto; e ferveva la conversazione a proposito della recrudescenza del covid-19, in atto:

“Sì, tutto sommato è bene vaccinarsi – era l’anziano Camillo che stava parlando -, perché in caso di contagio il male viene in forma attenuata e quindi è più difficile morire; però teniamo conto che un medico di alto livello ha detto, in TV, che per sapere in che possono consistere gli effetti negativi del vaccino, occorreranno almeno dieci anni; quindi è come avere una spada di Damocle sospesa sulle nostre teste. Ed è una corsa affannosa, con appelli, con esortazioni, con punizioni a chi non si vuol vaccinare, che il governo rivolge freneticamente a tutti, di continuo; specie in questi giorni vicini al Natale, 2021, che, con la nuova variante Omicron che imperversa, ancora non si sa che restrizioni ci saranno; ma ci dicono che noi in Italia siamo più bravi degli altri a combattere il virus; e questo viene spesso smentito da altre importanti fonti. Ed in TV fanno vedere chi, non vaccinato e morente, dichiara pubblicamente di essersi sbagliato a non fare il vaccino…Però, per contro, non intervistano un morente che si era vaccinato, perché questi direbbe che ha sbagliato a vaccinarsi, ché non gli è servito a nulla; e questa affermazione sarebbe contraria alla campagna pro vaccino…E’ come in una guerra: la propaganda ha molta importanza; ed a tal proposito, per paragone a quanto detto, ricordo che quand’ero ragazzo, nei tempi del secondo conflitto mondiale, ogni giorno veniva diramato, dalle forze armate, il nuovo bollettino di guerra, che nei luoghi pubblici andava ascoltato in piedi, e poi divulgato nella stampa: ebbene, le notizie erano sempre ottimistiche, esaltative per noi, a danno di quelle dei nostri avversari. Cosicché, sempre, per ogni nostro aereo abbattuto ce ne erano tanti angloamericani precipitati; e lo stesso dicasi per le navi; ed anche per le operazioni terrestri, dove piccoli scontri di pattuglie diventavano battaglie per noi vittoriose; mentre una nostra sconfittta, anziché ritirata, veniva definita come um arretramento strategico su posizioni più ottimali, onde tenere a freno il nemico, e poi attaccarlo”.

Lo spassoso Mansueto volle dire la sua:

E ci dicono che l’economia del Paese sta migliorando, per cui la gente sta meglio; ma è come uno che mangia due polli, ed un altro niente: la statistica sentenzia che i due hanno mangiato un pollo a testa, mentre in realtà c’è chi ha mangiato più del dovuto, e c’è chi muore di fame!”.

Qualcuno sorrideva al dire di Mansueto, mentre l’anziano Camillo riprese a parlare, aggiungendo:

“E c’è chi, pieno di quattrini, aspetta con trepidazione che finisca il covid, per andare a girare il mondo a divertirsi; mentre c’è chi non ce la fa a pagare le bollette, ora aumentate di valuta. Questa è la realtà pratica: se non c’è giustizia, uguaglianza, uno stato non va bene: infatti, alle elezioni amministrative del 2021, è emerso che, data l’astensione di circa il 50 per cento degli elettori, il Paese è spaccato in due: da una parte ci sono quelli che, nonostante il tempo di crisi causa covid, si sono avvantaggiati ben guadagnando, o avendo alti stipendi come, ad esempio, i deputati; mentre gli altri vanno in miseria!”.

Poi, i nostri passeggiatori consumarono le ordinazioni; indi la vecchia ex maestra Iole prese a parlare, con calma, con convinzione:

“Con tristezza voglio citare come esponenti importanti dell’Unione Europea hanno invitato tutti i cittadini dei vari Stati, in occasione della festa di Natale, ormai alle porte, di non menzionare detta festa come cristiana; ma con altro titolo, e neppure di esternare i nomi di Maria, di Giuseppe: tutto ciò che riguarda la nostra millenaria religione trasmessoci dai nostri avi dovremmo ripudiarla, secondo le intenzioni di questi signori? Ciò è assurdo, è malevolo; e fortuna che le popolazioni hanno reagito a detta nefasta proposta accentuando, almeno qui in Italia, il significato proprio del Natale, che è il compleanno di Gesù. Si andrebbe a partecipare ad una festa di compleanno, senza fare gli auguri al festeggiato? Eppure anche quasi tutti noi, del mondo d’oggi, ci assiediamo alla tavola imbandita del Natale, senza ricordare il festeggiato; mentre quand’ero giovane, quindi non secoli fa, si usava per siffatte feste religiose religiose recitare una breve preghiera prima del pasto. E c’era chi usava farla tutte le domeniche, se non addirittura tutti i giorni. Vedete: il progresso, la tecnologia ci fanno vivere con molte più comodità di una volta; ma, per contro, ci siamo privati dei conforti intimi, spirituali, che solo la fede ci può dare, confortandoci, nel bene e nel male, meglio di qualsivoglia terrena teoria, e sempre in conformità di un’altra vera esistenza, dopo questa. – E qui l’anziana signora proseguì, con maggiore convinzione -: Che il virus sia una punizione per ravvederci? Un buon padre può castigare suo figlio, per una di lui mancanza, onde indurlo a comportarsi bene; ed Iddio, come Padre, altrettanto può permettere che noi, suo popolo, si venga castigati quando prevarichiamo dai suoi dettami. Nell’Antico Testamento della Bibbia, molto viene citato questo concetto: quante volte il suo popolo, l’ebraico, veniva castigato, o premiato, per i suoi comportamenti cattivi, o buoni… E la Madonna, a Fatima, nel secolo scorso, disse ai veggenti che la guerra, che allora infuriava, era causata dai peccati degli uomini, quindi anche dei cristiani, evidentemente; e che facendo penitenza, poteva più facilmente tornare la pace. Guerra, e calamità, come appunto, la pandemia; ma oggi non si fanno più preghiere implorative di masse di popolo; ma in troppa parte si continua a non recepire questi giusti concetti, perché la cultura d’oggi obbliga a pensare solo alle cose di questo mondo, buone o cattive che siano, indifferentemente”.

L’anziana insegnante tacque; e subito la giovane mamma Silvia le si rivolse con veemenza:

“Cara signora: l’ho ascoltata per educazione; ma l’avrei volentieri interrotta: non si rende conto che alla mentalità odierna le sue affermazioni stonano? Non si può confondere la religione con la vita pratica; ma ognuno deve rimanere nel suo campo, che gli compete!”.

“Eh, no, cara Silvia – le rispose Iole -: è bene, invece, che le azioni pratiche siano guidate da spirito religioso: insomma, chi come me si sente cristiana praticante, ha il diritto di farlo! Ma purtroppo hai ragione a dire che parlare di valori spirituali su azioni mondane ‘stona’ ; e questo perchè ormai la massa della nostra popolazione, pur infine dichiarandosi cristiana, lo è in effetti ben poco”.

Su questo argomento fra gli astanti c’era chi parlottava con altri, in privato diciamo; ma ecco che prese la parola Umberto, un nonno giovanile:

“Ascoltando le vostre argomentazioni, mi è venuto da pensare un paragone in proposito. Ecco: quando Iddio decise di liberare gli ebrei, che erano schiavi in Egitto, (e tutto questo è descritto nella Bibbia), il Faraone, consigliato dai suoi sapienti, maghi, indovini, gli si oppose. Ed allora il Signore punì l’Egitto con le famose dieci piaghe, per cui infine il Faraone dette il permesso che il popolo ebraico potesse lasciare il Paese; ma poi, ricredendosi, fece inseguire gli ebrei, che erano guidati dal profeta Mosè, fino al Mar Rosso, dove tutti i soldati dell’esercito egizio morirono affogati. E qui il paragone consiste che i sapienti egiziani, che non capivano nulla, rappresentano i nostri governanti che poco capiscono del virus, e arrancano con ordinanze spesso strampalate: cioè se, come allora, che era volere d’Iddio delle punizioni agli egiziani, fosse così anche oggi col covid, c’è solo da aspettare che il castigo finisca, implorando con particolari preghiere il Signore”.

“A me sembra che questi discorsi siano da medioevo – ancora entrò di forza Silvia, con evidente approvazione di buona parte del gruppo -; e di strampalate ci sono solo le affermazioni del nostro Umberto.

“Rimaniamo calmi – prese allora a parlare il vecchio Aristide -: non dobbiamo fare come si vede in TV, quando ai convegni, proprio anche su questi argomenti, i partecipanti non danno bello spettacolo di sé, litigando, togliendo la parola all’altro…Ribadisco che va bene il vaccino, per quello che può fare, e pure l’uso delle mascherine, e di non fare affollamenti; ma è chiaro che, nonostante ormai vaccinato oltre il novanta per cento delle persone, il virus si ripresenta di nuovo, con forte contagio, con le varianti Delta, Omicron…E chissà quant’altre ne potranno venire! E speriamo di no! Ma, ormai, ‘vuotiamo il sacco’, come si suol dire: c’è un altro gravissimo pericolo; ed è quello di una possibile guerra: la Russia ha schierato un imponente esercito ai confini con l’Ucraina, pronto ad invaderla, mentre il presidente USA, Biden, ha detto che, in questo caso gli Stati Uniti effettueranno ritorsioni contro la Russia. Anche per questa incombente calamità, speriamo bene, e preghiamo pure”.

“Comunque per un problema, pur grave, ma sempre locale, dato che l’Ucraina apparteneva alla Russia, non si scatenerà una guerra generale – commentò l’anziana Adele -: i ‘grandi’ del mondo parleranno fra loro, onde trovare una soluzione pacifica e giusta”.

“Auguriamocelo – riprese Aristide -; ma tante volte accade che, in vertenze piccole o grandi, ognuna delle parti tiene il suo punto di vista, non comprendendo quello dell’avversario; dal che, anziché giungere ad un accordo, si finisce in un fallimento, con quel che ne consegue…”.

“Ho capito – esclamò il burlone Mansueto -: è come alla torre di Babele, che i babilonesi superbamente volevano farla altissima verso il cilelo; ma furono confusi sì da non capirsi più uno con l’altro; per cui la costruzione, interrotta, non potè essere terminata”.

“Mi sembra adesso che ben sarebbe cambiare argomento, tornando a parlare di cose pratiche, normali”, invitò Silvia.

E Iole, questa volta, dette ragione a Silvia:

“Ben detto; ma sarà bene ripartire al più presto, per tornare alle nostre case nell’orario stabilito”.

Così, poco dopo, i nostri camminatori ripresero a marciare di buona lena, intonando un vecchio canto appreso dai loro nonni:

“Quando Rosa scende dal villaggio, sola sola e mesta in volto, io la seguo ma non ho il coraggio di fermarla e darle ascolto…”.

Commenti

1

  1. Gian Gabriele Benedetti


    Vari argomenti di grande attualità si alternano nella ricca e vivace conversazione. Nascono e si articolano diverse opinioni, non solo per quanto concerne il dramma provocato dal virus, che ci domina al momento, ma anche in merito alla non semplice situazione socio-economica. Situazione che testimonia due contrastanti verità: l’arricchimento di una parte della società e l’inesorabile impoverimento di un’altra.
    Si fa evidente anche l’assurdità europea (ventilata, ma fortunatamente non concretizzata) di non menzionare più il Natale e i nomi di Giuseppe e Maria. Ed è da qui che nasce il problema educativo, evidenziando il deterioramento di una condizione comportamentale soprattutto dei giovani ed una mancanza di spiritualità sempre necessaria. In questo senso vien a mente l’antico dilemma rimarcato dal Rousseau: se il progresso tecnico arrechi sempre oppure no un parallelo progresso spirituale.
    Infine, nell’interessante dibattito, entra anche la ventilata minaccia di una guerra, che potrebbe coinvolgere drammaticamente tutta l’Europa.
    Di grande attualità, dunque, le varie tematiche e gli scambi di opinione che manifestano la viva, positiva partecipazione alle varie questioni che ci riguardano sia in ambito civile, che sociale, morale, politico e religioso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.