“A spasso con l’Anna”: doppio tramonto che manca, ma non la cultura 

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Anche per questo trenta gennaio il Doppio Tramonto non ci ha deliziato, come purtroppo da qualche tempo accade. Peccato perché di gente in Duomo ad aspettarlo ce n’era veramente tanta. Tempo serenissimo per tutto il giorno con un unico ciuffo di nuvole proprio sul Monte Forato che dalla mattina sino a sera non ha mai deciso di andarsene e così niente Doppio Tramonto.

In compenso però, favorevole anche il giorno festivo, non è mancata la cultura con vari appuntamenti tra cui quello con Annalisa Marraccini o meglio con Anna che accompagna i visitatori nella propria attività che si chiama “A spasso con l’Anna”.

Ad ascoltare le sue pregevoli descrizioni della storia di Barga sono state circa trenta persone, cosa non tanto facile da mettere insieme, che hanno iniziato il percorso partendo dal luogo principe di Barga, lo sferisterio del Fosso, da cui, entrando per Porta Reale, la comitiva ha proseguito verso la SS. Annunziata, piazza del Teatro o Micheluccini, Piazza Angelio, accolti dal fiero cipiglio del Bargeo che ognora e sempre saluta chiunque si appressi al suo palazzo, più avanti eccoli in piazza Salvo Salvi o del Comune, dove stanno due dei simboli più indicativi di una lunga storia che ancora raccontano, quella del legame di questa terra con Firenze, infatti, qui ti accoglie il Marzocco e la Colonna a Cosimo I, detta Medicea, più in là il magnifico palazzo del Vescovo Balduini.

Discesa alla Volta dei Menchi, con un’occhiata a uno dei luoghi maggiormente misteriosi di Barga per quel suo passaggio sotto alti palazzi la cui vista ora è chiusa da una tettoia. Luogo che piace moltissimo al forestiero ma anche alle rondini d’estate che ci sfrecciano dentro passando da una parte all’altra del Castello e qui fermandosi anche a mettere il loro nido. Parrebbe che le rondini da una generazione all’altra si tramandino quest’angolo di pace dove nidificare, perché ci tornano sempre, anche se sono distratte anzi facendo attenzione a quel gatto “Pallino” che sornione le osserva volteggiare e tende anche a rincorrerle quando abbassano il loro volo, quasi pancia a terra, che fa dire alla nonna: vedi bimbo, quando le rondini volano basse vuol dire che domani pioverà!

Riparte la comitiva e scende alle vecchie Fontane di Barga, poi risale per raggiungere quella Porta che sta opposta a quella dove sono entrati, e sono giunti a Porta Macchiaia. Anna ha già detto molto, anzi è stato tutto un dire con una forza e una simpatia che attrae ogni passante e gli fa tendere l’orecchio a ciò che narra. Con lei c’è anche Giacomo, ogni tanto Anna lo guarda per capire se sta narrando bene quella storia che lui conosce bene. Dopo aver rimirato dal bastione della porta la villa Buenos Aires, essenzialmente si soffermano a guardare il sobborgo detto, la Fornacetta, che nel nome racchiude tutta una leggenda che fa quel luogo di un fascino tutto “robbiano”, ecco che la comitiva prende la salita per raggiungere il Duomo da dove, se quelle nuvole bizzarre si alzeranno dal Monte Forato, potranno vedere il Doppio tramonto.

Lungo la salita a circa metà eccoli arrivati alla chiesa di San Felice, poi ancora avanti c’è quella del SS. Crocifisso, dove a latere, dopo tutta la salita, inizia l’ultima fatica della cosiddetta “Scalaccia” che porta al Duomo. Scalaccia perché è la botta finale a chi vuole salire al Duomo, anche se in antico forse era fatta un po’ peggio di ora, tanto da meritarsi quell’appellativo, anche se il primo pensiero fatto se lo merita tutto.

Arrivati al Duomo ed entrati sul sacrato, è come accedere a un palcoscenico, per la bellezza del luogo, dei panorami che vanno dagli Appennini alle Apuane, e poi perché oggi 30 gennaio c’è lì tanta gente che pare ti aspettasse per volerti fare l’applauso per avercela fatta ad arrivare sul punto più alto di Barga.

Tutti della comitiva si affacciano al muro da cui si vedono le Apuane, ma quel ciuffo di nuvole non si è mosso e dispettosamente è sempre lì come fosse un cuscino posato su quel volto che disegna il Monte Forato. Pare un bel viso di donna, con il foro del monte che le disegna la bocca e che assieme al monte Pania componga il sembiante di Madre Natura, che colle ginocchia alzate (la Pania), par generi o abbia già creato le bellezze del Mondo.

Giacché non c’è da aspettarsi il Doppio Tramonto, Anna decide di portare i viaggiatori dentro il Duomo e lì iniziare il racconto di ciò che massimamente fa di Barga un luogo da visitare: il pulpito dei maestri comacini, poi quel Santo coronato che si porta sulle spalle il Bambino, San Cristoforo, a Barga chiamatelo Cristofano. Da sempre, ieraticamente, assieme ai Leoni del pulpito che par che ratti e minacciosi ti vengano incontro, guarda ogni persona che entra nel tempio e, insieme, vorrebbero ammonirli perché non si sono fatti il segno della croce, ma nel tanto tempo che sono lì, ne hanno viste talmente tante che quasi tirano uno sbadiglio, sennonché si riprendono nell’ascoltare da Anna il racconto della loro storia, attenti, per capire se ancora hanno una buona memoria del loro lungo passato.

A noi è piaciuto raccontare questa giornata e magari farlo anche per altre occasioni, specialmente per parlare ancora della nostra storia, magari dopo qualche appuntamento opportunamente studiato.

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