Per le festività di Santa Elisabetta, ecco il libro sulle “immagini vestite”

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BARGA – Mercoledì 17 novembre ricorrerà la festività di Santa Elisabetta e questa data non passa mai inosservata a Barga con la presenza secolare del conservatorio di Santa Elisabetta.

La Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta, ha organizzato due eventi. Il primo si terrà mercoledì 17 novembre alle 17 con la celebrazione della santa messa in onore di Santa Elisabetta che il proposto di Barga celebrerà nella splendida chiesa del Conservatorio.

Sabato 20 novembre invece, alle ore 16, presso la sala refettorio del conservatorio ci sarà la presentazione del libro “Le sacre immagini abbigliate. Il Gesù bambino  del Conservatorio di Santa Elisabetta” scritto dalla Sara Lemmi e da Francesca Valenti e pubblicato dalla Fondazione.

Avrebbe dovuto svolgersi lo scorso anno questa presentazione, ma poi l’emergenza sanitaria ha fatto rimandare il tutto a tempi migliori. Ora finalmente ci siamo. Il libro raccoglie una attenta ricerca che si incentra sulle cosiddette statue vestite, singolari manufatti del passato, ancora oggi in molte località italiane  oggetto di appassionata devozione.

Queste immagini abbigliate da circa venti anni vengono studiate con particolare attenzione soprattutto nel Nord Italia dove esempi di statue vestite sono presenti in tutte le chiese.

In particolare il lavoro di questo libro parte da un’opera presente nel Conservatorio Santa Elisabetta, un meraviglioso Gesù bambino in legno policromo. Nella scheda di conservazione della Soprintendenza era scritto che si trattava di statua di cartapesta dell’Ottocento, ma in realtà questa è un’opera lignea; gli studi di Sara Lemmi hanno permesso di appurare che si tratta di una scultura, probabilmente di manifattura fiorentina, della fine del ‘400.

Questo Gesù Bambino appartiene ad tipologia ben precisa di opere d’arte che sono state ampiamente illustrate nel libro “La famiglia e le donne nel Rinascimento a Firenze ” di C. Klapisch Zuber. La Zuber le definisce le sante bambole. Le autrici approfondiscono così la storia delle statue vestite barghigiane partendo appunto dal Gesù Bambino.

Solitamente questo tipo di statue venivano donate, nelle famiglie nobili e borghesi fiorentine, come dote dalle madri alle figlie che andavano in sposa. Soprattutto nel ‘400, facevano parte dei corredi nuziali, ma le stesse entravano anche nei conventi; in questo caso come doni alle figlie che prendevano i voti. Dunque anche il Gesù Bambino del Conservatorio potrebbe essere arrivato a Barga come corredo di una ragazza divenuta suora e proveniente da una famiglia probabilmente legata proprio a quelle usanze fiorentine.

Come tutte le statue vestite, questo Gesù Bambino è nudo, proprio per poter essere abbigliato; i vestiti con cui li rivestivano rappresentavano proprio la devozione ed anche, in questo caso, il segno dell’amore delle preghiere delle suore

Nel libro si parla anche della Madonna Addolorata, fine XIX inizio XX sec, che si trova nel Conservatorio di S. Elisabetta, che è poi la statua con cui viene allestito l’altare in occasione dei Sepolcri e riporta anche di altre conservate nella chiesa della SS. Annunziata o presso la Propositura di Barga; se ne  ricostruisce i particolari e dove possibile anche la storia in una scoperta davvero interessante di queste opere d’arte.

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