Le Immagini Vestite, conferenza davvero interessante al Conservatorio Santa Elisabetta

-

BARGA – Come ultimo evento legato alla celebrazione della festività di Santa Elisabetta, la Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta ha organizzato un bellissimo incontro culturale per il pomeriggio di sabato 20 novembre. Presso la sala refettorio del conservatorio si è tenuta la presentazione del libro “Le sacre immagini abbigliate. Il Gesù bambino  del Conservatorio di Santa Elisabetta” scritto dalla barghigiana  Sara Lemmi con la collaborazione della restauratrice Francesca Valenti e pubblicato dalla Fondazione.

Avrebbe dovuto svolgersi lo scorso anno questa presentazione, ma l’emergenza sanitaria ha fatto rimandare il tutto a tempi migliori e la lunga attesa è stata ripagata dalla presentazione di un’opera interessante che raccoglie una attenta ricerca che si incentra sulle cosiddette statue vestite, singolari manufatti del passato, ancora oggi oggetto di appassionata devozione in molte località italiane. Alcune delle quali conservate proprio nel Conservatorio Santa Elisabetta oltre che nel duomo di Barga.

Con gli interventi anche del proposto di Barga don Stefano Serafini e del presidente della Fondazione Conservatorio Alberto Giovannetti, Lemmi e Valenti hanno poi condotto il numeroso pubblico, con la presenza in sala anche della consigliera Maresa Andreotti in rappresentanza del comune di Barga, in una conferenza davvero interessate nella quale hanno presentato un mondo legato all’arte ed alla religione forse poco conosciuto da tutti, ma certamente interessante. Hanno indubbiamente trasportato tutti alla coperta delle immagini vestite barghigiane.

Interessante tra le altre cose anche la spiegazione della tecnica dello stucco lucchese con cui venivano realizzate le statue vestite presenti nei conventi lucchesi del 1600.

 

 

In particolare il lavoro di questo libro parte da un’opera presente nel Conservatorio Santa Elisabetta, un Gesù bambino in legno policromo. Nella scheda di conservazione della Soprintendenza era scritto che si trattava di statua di cartapesta dell’Ottocento, ma in realtà questa è un’opera lignea e ben più antica; gli studi di Sara Lemmi hanno permesso di appurare che si tratta di una scultura, probabilmente di manifattura fiorentina, della fine del ‘400.

Questo Gesù Bambino appartiene ad tipologia ben precisa di opere d’arte che sono state ampiamente illustrate nel libro “La famiglia e le donne nel Rinascimento a Firenze ” di C. Klapisch Zuber. La Zuber le definisce le sante bambole. Le autrici approfondiscono così la storia delle statue vestite barghigiane partendo appunto dal Gesù Bambino.

Solitamente questo tipo di statue venivano donate, nelle famiglie nobili e borghesi fiorentine, come dote dalle madri alle figlie che andavano in sposa. Soprattutto nel ‘400, facevano parte dei corredi nuziali, ma le stesse entravano anche nei conventi; in questo caso come doni alle figlie che prendevano i voti. Dunque anche il Gesù Bambino del Conservatorio potrebbe essere arrivato a Barga come corredo di una ragazza divenuta suora e proveniente da una famiglia probabilmente legata proprio a quelle usanze fiorentine.

Come tutte le statue vestite, questo Gesù Bambino è nudo, proprio per poter essere abbigliato; i vestiti con cui li rivestivano rappresentavano proprio la devozione ed anche, in questo caso, il segno dell’amore delle preghiere delle suore

Nel libro si parla anche della Madonna Addolorata, fine XIX inizio XX sec, che si trova nel Conservatorio di S. Elisabetta, che è poi la statua con cui viene allestito l’altare in occasione dei Sepolcri e riporta anche di altre conservate nella chiesa della SS. Annunziata o presso la Propositura di Barga; se ne  ricostruisce i particolari e dove possibile anche la storia in una scoperta davvero interessante di queste opere d’arte.

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.