BargaJazz in scepe: Fat Fingers Sax Quartet alle cave medicee del diaspro di Barga

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Secondo appuntamento con i concerti “in scepe” del BargaJazz Festival 2021: domenica 15 agosto, alle antiche cave medicee del Diaspro in località Giuncheto (Barga), il Fat Fingers Sax Quartet si è esibito davanti a un pubblico folto e attento.

Dopo aver curato la ripulitura del sentiero nei giorni precedenti, la Pro Loco Barga aveva organizzato una passeggiata per raggiungere il luogo del concerto, partita da piazza Pascoli alle 9 di mattina sotto la guida di Emilio Lammari, nume tutelare del diaspro di Barga: a lui, alle sue ricerche e al suo impegno costante nel raccontarla si deve infatti la riscoperta della storia di questa pietra, originaria del nostro territorio e utilizzata, giusto per fare l’esempio più illustre, nelle cappelle funebri dei Medici in San Lorenzo a Firenze, visitate ogni anno da migliaia di turisti.

Al loro arrivo, i numerosi partecipanti hanno trovato ad attenderli Alessandro Rizzardi (sax tenore), Moraldo Marcheschi (sax soprano e tenore), Renzo Telloli (sax contralto) e Rossano Emili (sax baritono) che hanno dato vita a un suggestivo concerto in una sorta di piccolo anfiteatro naturale, su arrangiamenti realizzati con la consueta maestria ed estro dall’ormai barghigiano Rossano Emili. Unica eccezione, un brano composto da Pietro Paolo “Popi” Mannelli, ritrovato in un cassetto da Renzo Telloli e arrangiato per l’occasione dallo stesso Telloli. Un omaggio garbato e sentito alla memoria di Mannelli, personaggio fondamentale per la diffusione della cultura del jazz e della musica in genere nella nostra zona, sia da solo che in coppia con l’amico di sempre Giancarlo “Jack” Rizzardi.

Nella pausa a metà concerto, Emilio Lammari ha preso la parola per tracciare brevemente la storia del diaspro e delle cave medicee di Barga: “angolo solitario di terra barghigiana” che ha “impreziosito con la sua bellissima pietra dura uno dei luoghi più visitati al mondo: le Cappelle dei Principi in San Lorenzo a Firenze“, per usare le stesse parole usate da Lammari in appendice al suo libro sullo stemma civico di Barga e il suo percorso storico.

A giudicare dal numero, dalle reazioni e dai commenti degli intervenuti, fra i quali molti non abituali frequentatori di concerti jazz, la mattinata può essere indubbiamente archiviata come un successo. Oltre che una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della necessità di collaborazione fra realtà diverse del nostro territorio al momento di promuovere e far conoscere quelle che oggi va di moda chiamare eccellenze. Quella stessa collaborazione alla base del progetto “Barga per vie e sentieri” portato avanti dai consiglieri Giacomo Cella e Beatrice Balducci per l’amministrazione comunale e che, insieme a Pro Loco Barga e Barga Jazz Club, ha organizzato il concerto di ferragosto alle cave, in una mattinata dedicata appunto a due importanti storie barghigiane: una più antica (il diaspro amato dai Medici); l’altra più giovane (il BargaJazz Festival), ma con già 35 anni di storia alle spalle (la prima edizione risale al 1986).

 

Foto e video di Federico Cardelli

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