Un sentiero per riscoprire la “via del Diaspro”

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BARGA – Giorni fa abbiamo parlato delle antiche cave di diaspro di Barga che furono utilizzate anche dai medici per abbellire i propri monumenti fiorentini.

A riportare alla memoria di queste antiche estrazioni e di queste cave è stato in questi anni il barghigiano Emilio Lammari, un appassionato di storia che è riuscito a individuare non senza difficoltà le tre cave dove nei primi decenni del 1600 veniva estratta questa pietra dura davvero molto particolare e apprezzata dalla famiglia dei Medici; davvero molto bella quando è lavorata,  di coloro rosso fegato arricchita con venature di quarzo bianco.

Uno dei suoi sogni era da tempo quello di rendere più accessibili le antiche cave che fino a quanto Emilio bnon ha cominciato a studiarle ed a farle conoscere a chi voleva addentrarsi con lui sulle ripide coste della Loppora, erano sommerse ed immerse nei rovi e nella fitta vegetazione.

Ora quel sogno comincia ad avversari in quanto in questi giorni è stato completato l’intervento realizzato da alcuni volontari che hanno realizzato un vero e proprio sentiero che permette di raggiungere una delle cave, quella denominata Cava del Palazzetto. Il sentiero si imbocca nella zona della Lopporetta, sotto Buvicchia ed è stato realizzato grazie alle fatiche ed all’impegno di un gruppo di persone. Insieme ad Emilio Lammari vi hanno lavorato Gianluca Guidi, Michele Clerici, Francesco Feniello, Nicola Fontanini Riccardo Santi che, dopo una prima ripulitura dell’area, hanno provveduto a rendere accessibile il tracciato, con la realizzazione anche di ben 42 scalini utilizzando materiali di recupero ovvero il legname abbattuto per riaprire la strada.

Come scrive Nicola Fontanini: “La Cava del Palazzetto adesso è accessibile a tutti ed un luogo in più da visitare nella bellissima Barga. Presto sarà accessibile anche la cava numero e saranno ottimi percorsi per il trekking”

Di cave di diaspro ne sono presenti infatti tre, e, seguendo il sogno di Emilio, questo gruppo di volontari intenderebbe con il tempo renderle tutte accessibili. Anche con la realizzazione di una apposita segnaletica.

Come ha scritto Emilio Lammari nel libro “Lo stemma civico di Barga e il suo percorso storico” che si può consultare in biblioteca ed acquistare nelle librerie barghigiane, a Firenze il diaspro di Barga arricchisce la Cappella dei Principi in San Lorenzo a Firenze; cappella che appunto è decorata e caratterizzata dal “diaspro” estratto da tre piccole cave utilizzate fino al ‘600 che si trovano nei pressi di Barga. Oltre che all’interno delle Cappelle Gentilizie, esiste ancora una discreta quantità di diaspro nell’Opificio delle pietre dure, sempre a Firenze. L’Opificio, voluto da Ferdinando I de’ Medici, era il laboratorio artigianale che si occupava materialmente di rifinire il diaspro per poterlo poi utilizzare nelle Cappelle Gentilizie. Grazie ad alcuni registri di consegna è possibile seguire idealmente il tragitto del Diaspro da Barga fino a Firenze.

Lammari ha anche raccontato e scritto, che la ‘Via del diaspro’ di Barga iniziava nelle cave lungo il corso del torrente Loppora di Giuncheto. Una volta estratti, i blocchi di diaspro venivano trasportati fino al fiume Serchio, l’antica via fluviale. Da qui a bordo di foderi (zattere fatte con tronchi di legno) raggiungevano l’Arsenale Marittimo di Pisa dove venivano semi-lavorati con l’impiego di schiavi turchi. Successivamente i navicellai si occupavano di risalire l’Arno con il loro prezioso carico fino al Porto Maggiore di Signa e da qui, via terra, il diaspro raggiungeva l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze per la lavorazione finale.

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