CoronaClub, il 21° giorno

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Giorno 13 dall’esito del (primo) tampone (quarantena infinita e ormai vicini ai fatidici 21 giorni di positività libera tutti…)

Oggi annuncio con una certa emozione l’introduzione di una variante sul noto percorso di via delle scale di sopra, ora arricchito da alcuni ostacoli. Il più difficile da superare è il gatto gobbo Leo che lo trovi sempre in giro, ma sempre nel posto sbagliato, un po’ come Bernardeschi nella Juve: il rischio è di cadere miseramente per fallo di ostruzione da cartellino giallo, del suddetto gatto, oppure di decretarne un fine vita inglorioso, dopo tanti anni di attività gatta al top ed ancora un paio di vite gatte da spendere secondo il Veterinario Andreotti.

Intanto comunico che il canale degli approvvigionamenti per Renaio 7 si allarga potenzialmente anche ad altri generi di prima necessità, come gas per la cucina e pellet per il riscaldamento. L’amico Leonardo Mori dell’Agraria ha garantito approvvigionamenti continui e senza spese di trasporto per qualsiasi cosa ci sia bisogno per riscaldare la casa ed anche per le forniture alimentari e lettiere delle truppe gatte. Per il momento siamo messi bene, ma il pensiero conta e non poco. Grazie, Leo (chissà perché ti chiami come il mio vecchio gatto gobbo….?!).

Altre linee di approvvigionamento si sono aperte, grazie all’impegno dell’avamposto di Carpinecchio, che ha sgomberato la via, dalla zona degli Angeletti, a ridosso dell’Appennino, dove le truppe Mirella e Patrizio hanno inviato noci, mondine di marroni debitamente sbucciate, dieci chili di zucca e affettati tagliati a mano.

Nel frattempo, tra una noce e una mondina, oggi rifletto filosoficamente e spiritualmente sul significato del fine pena del cosiddetto 21° giorno da positivo,  regalato a noi derelitti dopo dal DPCM di metà ottobre ed ancora chiaro e limpido da interpretare come la nebbia a Renaio (che poi son nuvole) la mattina presto quando piove…

E siccome “cogito ergo sum” mi chiedo: ma chi dovrebbe certificare che anche se sei positivo non sei infetto dopo 21 giorni? Che parametri si usano per garantire che appena esco di qua non attacco il coglionavirus alla prima persona di cui incrocio lo sguardo anche da lontano?

Secondo quello che sono riuscito a capire per ora, si va un po’ a tarallucci e vino…  Interventi sulla fiducia e sulla fiducia forse arriverà, da chi davvero non so, il via libera per tornare nel mondo dei non sfigati o di quelli nel procinto di diventarlo, che scatterebbe (di sicuro preciso come un orologio svizzero che va indietro di tre o quattro giorni) al fatidico 21° giorno. Telefonicamente chiamerà qualcuno che ti dirà: puoi uscire; alzati e cammina….

Per verificare tutto questo conto su Valeria che si avvia felicemente a festeggiare con domani il 25° giorno ed attende di conoscere se tale provvedimento arriverà davvero… sotto forma, magari, di certificazione ufficiale via mail che di solito attesta: “Positivo sei, positivo resterai, ma di guai non ne combinerai”…

Ora, a parte le bischerate di un annoiato del coronavirus, che vi prego di leggere con la dovuta leggerezza e ponderatezza, merita seriamente fare un po’ di chiarezza sull’argomento, anche perché ce ne sono tanti come me e come Valeria che il fine pena per il momento non lo vedono ancora e che hanno pochi dubbi circa un nuovo esito positivo del tampone…

Ecco dunque cosa scrive la circolare del ministero della salute del 12 ottobre che abbiamo già riportato nei giorni scorsi, ma che forse ora ci è più chiara:

Casi positivi a lungo termine

Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) (per inciso trattasi dei sintomi di mancanza di olfatto e gusto) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).

Non spiega bene chi e come deve certificare tutto questo, ma almeno qualcosa chiarisce sui tempi veri.

Fa abbastanza chiarezza sulla questione un comunicato dell’Azienda sanitaria Toscana Sud Est (non la nostra) del 20 ottobre che tra le altre cose dice:

“L’ultima Circolare del Ministero della Salute prescrive che l’isolamento decade qualora il soggetto continui ad essere positivo per Covid 19 dopo 21 giorni dall’insorgenza dei sintomi ma non ne abbia più da almeno una settimana.
A queste persone, il Dipartimento di Prevenzione sta inviando una comunicazione mail nella quale si chiede conferma dell’assenza di sintomi. Ricevuta la conferma, il Dipartimento di Prevenzione comunica all’interessato il provvedimento di fine isolamento”.

Mi aspetto che qualcosa del genere possa accadere anche per tutti quelli come noi, che non sono pochi, che il coronavirus l’hanno addosso ormai da venti e più giorni. Mi aspetto quindi che sia il dipartimento di prevenzione del territorio che debba certificare il tutto. Anche se ancora non ci sono notizie ufficiali in merito a chi emetterà il certificato che attesta la possibilità di uscire e quanto anche dovrà essere dichiarato e garantito (giustamente) dal paziente stesso in merito ai giorni effettivi dai primi sintomi e soprattutto sul fatto di non avere più sintomi da almeno una settimana.

Resta poi la questione immunodepressione e questo è un argomento che potrebbe nascondere delle fregature per chi presenta patologie pregresse come il sottoscritto… In qua e in là su internet, riferendomi proprio al mio caro diabete,  ho letto che gli ulteriormente sfigati per il diabete sono quasi sempre persone immunodepresse (tocco due cose semirotonde) e dunque se così fosse la possibilità del fine pena dopo i 21 giorni andrebbe  a farsi benedire. In realtà i meccanismi della malattia autoimmune del diabetico sarebbero diversi e quindi non succede, ad esempio, che questo favorisca nel diabetico una positività a oltranza. Io poi depresso mi sento da quando sono nato, ma immunodepresso non mi sento davvero… ma questo, immagino, dovrà certificarlo qualcuno tra il mio medico ed il sistema sanitario.

Anche in questo caso chi vivrà, vedrà….Io sono positivo ufficialmente dal 10 ottobre, i sintomi li ho avuti verso il 6-7 ottobre. Sono certo che in questi giorni anche io potrò ricevere una telefonata per capire se posso o non posso lasciare il campo di prigionia… anche se non sono molto “positivo” su quelli che saranno, per me,  gli esiti effettivi della cosa…

 

PS

Ieri ho ricevuto questo messaggio dalla chat dei commilitoni dell’AMC di Barga

Amici, il Moka mi ha appena informato che il nostro socio e amico Luca Galeotti e la sua compagna Valeria, che come saprete tutti sono stati infettati da questo maledetto Covid-19, sono risultati positivi all’ennesimo tampone. Non avevo scritto niente, anche se avevo pensato di farlo, a proposito di questa vicenda, in principio, quando il nostro amico era stato sintomatico, per una sorta di timore a disturbarlo, in un momento così delicato, e in seguito per una sorta di vergogna a non averlo fatto (e di ciò chiedo venia) e confidando in una rapida e positiva soluzione della vicenda. Adesso però sento l’obbligo morale di fargli sapere che noi gli siamo vicini e che confidiamo nella sua tempra di Granatiere di Sardegna per riuscire a superare al meglio tutta questa delicata situazione! Luca, vogliamo farti sapere che, per ogni esigenza, siamo pronti a rispondere, coesi e celeri,  “PRESENTE” al tuo eventuale “A ME LE GUARDIE”!!!

Un militaresco abbraccio da tutti noi, Militari in Congedo di Barga a te e alla Valeria!!!

P.S.

Ringrazio personalmente e di cuore il socio Geniere Giancarlo “Moka” Brogi che, spronandomi, mi ha fatto superare le mie stupide remore!

Roberto Conti

 

Ecco la risposta inviata, ovviamente via radio, visto che siam militari, tramite la compagnia trasmissioni di Eolo

Cari soldati, marinai, avieri, alpini e parà dell’AMC

In effetti, quassi sull’avamposto montano di Renaio, a mille metri di quota, la prima riflessione che mi vien da fare è se invece, più che Granatiere di Sardegna col colbacco, non sarebbe bene che indossassi il cappello alpino… Di penne, se non dell’aquila, ma almeno della poiana, se ne trovano a sfare da queste parti e per il cappello alpino posso sentire il mio amico Doriano se me ne presta uno.

Detto questo comunico che le truppe renaiesi stanno resistendo al meglio all’impatto sul fronte avanzato;  l’odiato ed insistente nemico che ogni tanto si ripresenta con piccole incursioni di disturbo, non è mai riuscito a sferrare l’attacco decisivo ed ormai si comincia a confidare nella vittoria finale. Anche dagli avamposti di Carpinecchio arrivano buone notizie.

Tanto sta contribuendo al positivo evolversi della guerra anche la salvaguardia e la permanente apertura delle vie per Barga, grazie alle staffette della resistenza partigiana che tengono libere le strade, soprattutto per gli approvvigionamenti di cibo, munizioni e vino. In loco funziona bene anche la Caserma Diana Giovannetti, che, grazie a modernissime ed efficienti cucine da campo, garantisce il costante rifornimento di rancio caldo fumante ed innalza il morale delle truppe un po’ stanche.

Purtroppo la Caserma del Mostrico è stata bombardata dal nemico e quindi al momento è chiusa in attesa del ritorno, dall’ospedale militare, a giorni oramai, della Franca Marchi che è  guarita.

Renaio comunque resiste e vi ringrazia per l’offerta di aiuto e di rinforzi. Riusciamo a tenere saldamente e orgogliosamente la posizione con le nostre forze, ma in caso di necessità sarà nostra premura contattarvi attraverso le truppe gatte che conoscono bene il territorio.

Pare comunque, da informazioni raccolte dagli uomini dei servizi militari in Barga, che la “resa incondizionata”  sarà imposta alle potenze nemiche “coronate” attorno a 21° giorno dall’inizio del conflitto. Per sapere dove e come ciò avverrà, ascoltate Radio Londra stasera alle ore 20 e fate attenzione ai messaggi speciali per la resistenza. Pare che quello giusto sia “la gallina ha fatto l’uovo”. Confidiamo che invece non sia:  “la vacca non dà latte”.

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