Ser Barghesano sec. XIII. Il filatoio della seta a Bologna

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Nei secoli di Barga tanti sono i suoi cittadini che hanno lasciato un segno più vivido di altri, però e forse, quel Ser Barghesano vissuto nel secolo XIII, riluce più di tanti, per aver saputo dare agli albori della seta in Italia un contributo fondamentale alla sua produzione, nel 1272 realizzando a Bologna, fuori di Porta Castiglione, il primo filatoio che sfruttava l’acqua come forza motrice. Un mulino per la seta col meccanismo primario mosso dall’acqua di un canale che sua volta attivava un filatoio rotondo che prima era unicamente movimentato dalle mani dell’uomo. Questo volle dire un aumento a dismisura della produzione, molto apprezzata dai maggiorenti bolognesi, tanto da castigare con la morte chi avesse portato fuori dalla città la straordinaria novità produttiva che economicamente stava elevando in tutta Italia Bologna.

Barghesano e i suoi discendenti ricevettero i massimi onori della città di Bologna, che massimamente iniziarono con suo figlio Bolognino, appellato di Borghesano de Filatuglio o de Seta, oppure de Filaturo, come pure da Barga. Bolognino nel 1341 ampliò le produzioni. Abbiamo letto or ora il nome Borghesano e, come vedremo, non è un nostro errore.

Che cosa volle dire per Bologna la nuova idea di Ser Barghesano si spiega molto bene nell’articolo Del filatoio della seta apparso sul giornale L’Alchimista Friuliano del 16 dicembre 1855: Il filatoio della seta è senza contrasto una delle più ingegnose e utili macchine che fossero trovate dall’ingegno dell’uomo per abbreviare e moltiplicare e perfezionare la mano dell’uomo. Per esso con la forza di un piccolo rigagnolo d’acqua … dieci persone fanno in un’ora l’opera che non si compirebbe da cento in un giorno. … Questa semplice e stupenda macchina è dovuta all’ingegno degli Italiani. In Lucca l’arte della seta aveva raggiunto fin dai primordi della sua introduzione un grande splendore. Non è per ciò meraviglia se per un fervido e vivo ingegno d’un Lucchese di nome Ser Borghesano, entrò il primo pensiero del filatoio idraulico, che egli poté anche ridurre a realtà costruendo a Bologna fuor della porta Castiglione nell’anno 1272 il primo filatoio di seta che si vedesse al mondo.

Come si è letto, le parole usate nell’articolo suonano a molto elogio di quel Ser Borghesano ed eccoci al punto lasciato in sospeso. Infatti, noi sappiamo, essere invece Ser Barghesano e che i suoi fossero di Barga non vi è dubbio, mossi per Bologna dalla stessa Barga per ragioni politiche (guelfi?) o economiche e che appellarli lucchesi sia solo una semplificazione, seppur e magari avendo casa a Lucca la abitassero nei momenti di maggiore interesse per la seta.

Comunque, tutta questa storia non è assolutamente chiara tra gli storici che parlano di quest’argomento, come non è chiaro il nominarlo, infatti, chi lo chiama Borghesano, altri Barghesano. Noi aggiungiamo che già il padre di Barghesano, Bonaventura o Ventura di Riccone, era arrivato a Bologna con la famiglia così portandovi l’arte della seta e questo l’anno 1252. Possibile allora che a questo suo figlio che nel 1272 evolse mirabilmente la filatura della seta, si fosse imposto il soprannome Barghesano che poi vuol dire Barghigiano e chissà, forse per ricordare la sua origine da Barga. Che Barghesano fosse un soprannome lo pensiamo non a caso ma sulla scorta di un testo Einaudi del 1980 che parla della Storia d’Italia, infatti, là dove si narra di questa storica vicenda, si dice che il nome di Barghesano fosse Francesco.

Tornando a Lucca, vediamo che questo secolo XIII è il faro italiano nell’arte della seta, con Barga capoluogo di una sua Vicaria che, oltre ai citati, ha altre persone nel settore della seta e lana divenuti cittadini lucchesi. Tra questi ricordiamo Barchetta da Barga, che pare capostipite della futura società dei fratelli Barca’s, che nel 1284, con i consoci Gottori e Buggianesi, rappresenteranno la potentissima Compagnia lucchese dei Ricciardi alle fiere di Champagne. (Castruccio Castracani e il suo tempo, ISL, 1986)

A Bologna la casata discendente da Ser Barghesano, con il figlio Bolognino divenendo i Bolognini, è ricordata come degna di un primo posto nella sua storia, sia per gli illustri personaggi come per le immense ricchezze raggiunte. Bartolomeo di Bolognino di Barghesano fece costruire nel Duomo di San Petronio la mirabile Cappella, detta dei Bolognini, che ancora esiste, come ancora il vastissimo palazzo, su cui è il loro stemma che si fregia del Giglio concessogli dalla Casa di Francia. I santi patroni della famiglia erano i Re Magi. Mentre Bolognino aveva costruito una cappella in Santo Stefano, complesso in cui fu sepolto alla morte che avvenne l’anno 1369.

Pensiamo sia giunto il momento di capire se nei documenti di Barga ci sia memoria della famiglia di Ser Barghesano e diciamo subito sì. Prima però riferiamo delle brevi note tratte dai miracoli del Beato Simone da Todi (1260 c.a. – Bologna 1322) dove Gullielmina figlia di Ventura che fu da Barga contado di Lucca ora dimorante in Bologna, quindi sorella di Barghesano, il 25 aprile del 1322 dichiara al notaio incaricato di scrivere i miracoli del Beato, di essere stata da lui miracolata quando per quattro anni fu preda del demonio. Il Beato Simone era morto il 20 di quel mese ed ecco allora un’altra testimonianza di un suo miracolo, sempre a favore di appartenenti alla famiglia di Barghesano. Infatti, il 24 aprile 1322, Giacomino da Barga contado di Lucca, anche lui altro fratello di Barghesano, dichiara che la figlia Buonafemmina di undici anni da tre non poteva camminare se non con le grucce ed ebbe la mirabile guarigione. Testi la madre Bonaventura del fu Matteo da Barga e Messina del fu Vanni “de Monte Fregalese del contado di Lucca” e Antoniola sua figlia.

In Barga le memorie della famiglia si trovano nello Statuto del 1360, laddove si sancisce come deve scorrere l’acqua che esce nel castello dalla porta del Molino, pensabile a mano o bestie, quindi quando pioveva. Infatti, si dice che dopo l’uscita dal Molino l’acqua per conduttura sotterranea da farsi, da lì vada fra la casa del Ventura del Riccone e dell’Alberto del Sinibaldo. Riuscire a capire dove fosse stato il Molino ci porterebbe a considerare anche dove fosse la casa del Ventura di Riccone padre di Barghesano e chissà che non ci possa arrivare a saperlo.

Come nota finale ci piace riportare una considerazione tratta da immagini di Bologna raccolte su Flickr (internet) dal bolognese Koala Sorridente, dove allo stemma Bolognini fa questo commento: Bologna 1272. Muore Re Enzo di Svevia prigioniero a Bologna da 23 anni e ormai ultimo rappresentante della dinastia degli Hoenstaufen (ghibellini), protagonista indiscussa della terribile e medievalissima lotta fra papato e impero. Si chiude un’epoca… il mondo sta cambiando. Nella stessa primavera giunge a Bologna, con famiglia al seguito, un umile artigiano. Si chiama Borghesano e viene da Barga, un piccolo paese della Lucchesia. Forse proprio lui o forse qualche suo familiare ha partecipato alle crociate e ha imparato dagli arabi a costruire i mulini per filare la seta. Va ad abitare subito fuori porta Castiglione, vicino alla chiesa della Misericordia, lì dove la canalina di

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