Il PCI: gassificatore questione politica e non tecnica

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Lo afferma il PCI sezione Lucca e Valle del Seechio” in questo comunicato.

“È di queste ore la sciagurata dichiarazione del Presidente della Regione Rossi, che ha preannunciato il suo sostanziale via libera all’impianto di gassificazione di Fornaci di Barga, richiesto da Kme, a patto che rispetti i  limiti di legge. Ma di cosa sta parlando? Forse qualcuno pensa che Kme presenti un piano che non rispetti i limiti di legge? L’autorizzazione di tale impianto non può essere ridotto a questione semplicemente tecnica di conformità alle prescrizioni normative; è invece una scelta assolutamente politica, che non può esulare dal pronunciamento contrario di Enti locali, Partiti, Comitati e cittadini.

Il Partito Comunista Italiano da alcuni mesi ha declinato un proprio programma complessivo dal titolo “Più Stato – Meno Mercato” che indica chiaramente ed in maniera generale la propria contrarietà a termovalorizzatori, impianti a bio-masse e gassificatori, privilegiando invece una politica basata su produzione energetica da fonti veramente pulite.

La Costituzione indica i fondamenti che devono guidare il ragionamento ed i termini di giudizio su progetti del genere, laddove evidenzia che lo Stato deve garantire la tutela della salute dei cittadini, il diritto al lavoro ed alla dignità dei lavoratori.  La battaglia contro il pirogassificatore abbraccia contemporaneamente tutti questi aspetti; se uno solo di questi non si realizzasse, sarebbe una sconfitta: tutela dell’ambiente e della salute, salvaguardia di tutti i lavoratori, quelli che lavorano in Kme e quelli che operano in maniera diffusa sul territorio in tutte quelle attività, anche piccole, legate al turismo ambientale ed alle produzioni agro alimentari.

Avremmo preferito una posizione più indipendente ed avanzata del sindacato, meno appiattita  rispetto ai progetti aziendali, capace di dare un proprio contributo per soluzioni alternative. Siamo comunque solidali e vicini ai lavoratori, dei quali comprendiamo le preoccupazioni. Essi stessi sono parte lesa e debole in questa vicenda; vittime di anni di politiche industriali di Kme sbagliate e contradditorie, oltre che di una crisi economica drammatica, dell’impoverimento generale e della perdita di tutele e protezione sociale; sopraffatti nei rapporti di forza con il capitale, in conseguenza anche dell’indebolimento del sindacato e dei partiti della sinistra di classe. .

Ma la Costituzione ci dice anche che l’iniziativa privata non può essere esercitata in contrasto con l’utilità sociale: noi riteniamo che la realizzazione del pirogassificatore contrasti appunto con l’utilità sociale.

Una questione del genere che tocca il rilancio produttivo ed occupazionale di una industria, ma anche questioni di carattere ambientale, non può essere governata dalle sole logiche di mercato. I cittadini ed i lavoratori devono stare insieme, dalla stessa parte della barricata.  E’ necessario un intervento chiaro e deciso della politica e dello Stato. Apprezziamo i documenti politici approvati dalle Istituzioni locali, in primis la determinazione dell’amministrazione di Barga. La politica finora ha però dato risposte ambigue, almeno per quanto riguarda alcuni dei  partiti maggiori, quelli che  determineranno poi le scelte della Regione. Il Partito Democratico a Barga ed in Valle del Serchio si è espresso ufficialmente contro il pirogassificatore; non altrettanto è avvenuto a livello regionale. Anzi emergono voci discordi come quella dell’assessore regionale Remaschi, che ormai da mesi esprime un giudizio diverso e molto più possibilista sul pirogassificatore. Si è quindi rotto l’asse storico Remaschi/Marcucci? E cosa dire della Lega? A livello nazionale Salvini si è espresso chiaramente a favore degli inceneritori ed in Valle del Serchio non è contraria al pirogassificatore; poi il Sindaco di Vagli, ormai anche lui nell’orbita leghista, si schiera contro l’impianto di Kme. Ma quante Leghe e quanti Pd esistono?

La questione dell’autoproduzione di energia per ridurre i costi di produzione è sempre più una foglia di fico per mascherare il vero scopo dell’operazione: realizzare lauti ricavi derivanti dal conferimento di scarti di lavorazione dalle  industrie cartarie! Per questo motivo ipotesi alternative ragionevoli e realizzabili, come il fotovoltaico, non vengono prese in considerazione dall’azienda. Per tale ragione non sarà facile, come qualcuno auspica, realizzare un tavolo di concertazione con Kme. Pertanto serve un intervento deciso di Stato e Regione; impedire la realizzazione del pirogassificatore; poi accompagnare, incentivare, costringere Kme ad utilizzare una delle soluzioni alternative e pulite per l’autoproduzione di energia.

Altrimenti esiste sempre la strada della nazionalizzazione di Kme, processo che non deve più rappresentare un tabù. Più Stato e Meno Mercato non è uno slogan, ma un indirizzo politico ben preciso.”

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