L’incontro a Barga dei candidati di Potere al Popolo

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Proposte, idee e programmi di Potere al Popolo sono statui presentati ieri sera alla Sala Colombo di Barga con la partecipazione dei candidati Fabrizio Bianchi di Pescaglia, candidato al senato per il collegio plurinominale, Nicoletta Gini, di Capannori, candidata alla Camera plurinominale ed il viareggino Francesco Corrotti, candidato invece al senato per la parte uninominale.

L’introduzione della serata e la presentazione dei candidati è stata a cura di Giulio Strambi che ha ricordato come è nata questa lista che vuole rappresentare unitariamente la vera sinistra e soprattutto le esigenze del popolo: “Una realtà fatta di operai, precari, giovani, pensionati, per poter raccogliere le esigenze di tutti”

Nicoletta Gini, dottoranda all’università, ha parlato di erosione della sovranità popolare con una sempre maggiore diminuzione di quelli che sono i diritti della popolazione; di un sistema fiscale ingiusto, che favorisce le disuguaglianze sociali; di una smisurata spesa militare dello stato italiano, che porta via risorse che potrebbero essere utilizzate per il welfare. E di una grande responsabilità in tutto questo dell’attuale governo di centro sinistra che non ha fatto altro che mettere in pratica quanto in precedenza avviato dalla destra.

Ha spiegato poi il perché della sua candidatura legata alla difesa del mondo della scuola e dell’università: “Abbiamo assistito allo smantellamento totale di una scuola capace di crescere i cittadini – ha detto – Con la “Buona scuola” si è avviata una azione mirata ad assopire le menti dei ragazzi; mentalmente li si abitua a pensare che il lavoro sia qualcosa di concesso, che sia quasi una gratificazione che viene data loro e non un diritto”.

Delle problematiche universitarie ha evidenziato quella del crescente ed instabile precariato che riguarda i ricercatori e che non favorisce certo la ricerca e la crescita dell’Università Italiana.

Fabrizio Bianchi tra le altre cose, fra cui non tenere “carezze” rivolte al mondo dei giornalisti, prezzolato ed al servizio del potere; fatto di una categoria estremamente squalificata senza distinzioni (grazie) ha puntato il dito sul PD, su un partito di sinistra che con la sinistra non ha niente a che fare. Di un partito che continua a parlare di governabilità (della stessa, ha affermato, sostenuta dalle più grandi forme di dittatura) che è appunto  una forma di dittatura occulta, che si nasconde sotto il termine democratico, ma di democratico ha poco.

Si è detto preoccupato di un fenomeno da non trascurare: “Dobbiamo renderci conto che il popolo italiano non ha più coscienza politica e sociale, ma segue quello che viene detto dai media, senza avere una capacità critica”.

Per Bianchi in Italia con questo governo le classi più povere sempre più povere e la classe media è stata annichilita e sempre più ricattata. E sui media, e sulla classe dirigente politica, ha affermato che si alimentano tanti falsi bersagli come il terrorismo islamico, la sicurezza, quando invece le problematiche in Italia sono altre: sono la mafia, che è molto più pericolosa del terrorismo, i 7000 morti l’anno negli ospedali per le infezioni, causate anche dai tagli a sanità e personale; i 5 milioni di poveri totali ed i 9 di poveri; le morti sul lavoro.

Ha chiuso Francesco Corrotti una vita da metalmeccanico orgoglioso del fatto che PalP sia riuscito a ricompattare la sinistra vera, perché gli altri, PD e LeU, con la sinistra hanno poco a che fare.

Ma ha parlato anche di grande ipocrisia dei partiti che si proclamano di sinistra e di quelli della destra ed ha definito indegno e squallido il carosello dei vari Mallegni Mazzoni e Giovannetti per il centro destra e di Renzi e dei suoi fedeli collaboratori a Sant’Anna di Stazzema.

Ha parlato poi in particolare del mondo del lavoro dove è davvero grave la situazione del controllo della sicurezza, ormai quasi inesistente, ma anche delle sigle sindacali principali, a cominciare dalla CGIL, che tirano a campare senza difendere realmente i lavoratori con l’unico baluardo sindacale vero rimasto solo nei sindacati di base. Ha parlato di lavoratori sempre più preoccupati del rischio reale di perdere il posto del lavoro, grazie anche all’abolizione dell’art. 18 e di una politica che vuole, tramite la “Buona scuola” far diventare le nuove generazioni “soldatini del lavoro grati solo al padrone che gli permetta di sopravvivere lavorando”

Da qui il suo “Appello a fare ancora di più, che rivolgo a tutti coloro che sono vicini a PalP e che credono nel popolo. Questa è l’occasione per fare la cosa giusta”

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