KME, è polemica aperta tra FIOM e FIM

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FIOM – FIM e KME. E’ polemica tra le due sigle sindacali, dopo le dichiarazioni venute qualche giorno orsono dal nuovo coordinatore nazionale FIOM KME, Massimo Braccini circa i dati resi noti nella commissione economica congiunta in cui sottolineava la negatività dei dati 2016.

“Ci sorprende invece – aveva replicato la segretaria generale Toscana Nord della FIM, Narcisa Pellegrini – che ancora oggi non siano stati colti da tutti i sindacati i buoni risultati gestionali, di fatturato e di ordini dei primi tre mesi del 2017 come il vero segnale positivo di ripresa”.

Oggi Braccini riprende la critica della FIM accusando il sindacato di essere oramai portavoce di KME:

“La Fim Cisl ormai nel gruppo Kme, forse per non evidenziare la limitata rappresentatività sindacale, sembra si limiti esclusivamente a svolgere un ruolo di portavoce dell’impresa, addirittura pensando di avere una così elevata erudizione sui bilanci di un’azienda così complessa, tanto da affermare che non ci siamo accorti dei miglioramenti della trimestrale 2017.

Queste sono le precise affermazioni aziendali, pensavamo che la Fim Cisl non si limitasse solo a riportare quanto dice l’impresa, ed invece non notiamo una autonoma analisi sindacale sui bilanci. Esaltare chissà quale ripresa, cosa che abbiamo tutto l’interesse affinché avvenga, fa parte di una linea sindacale abbastanza puerile, che guarda al quotidiano, mentre affinché la Kme risorga necessiterebbe sicuramente di una più profonda lettura e strategia sindacale appropriata, magari con una un po’ più larga del gruppo in tutta la sua dimensione nazionale ed europea.

La Kme sono anni che è in crisi ed abbiamo accompagnato tutto il processo di ristrutturazione in piena autonomia. I lavoratori a causa di questa situazione stanno pagando un prezzo pesante, sono anni che vengono utilizzati ammortizzatori sociali e l’occupazione e’ scesa pesantemente.

La mancanza di liquidità sta provocando un rallentamento produttivo, ci sarebbe la possibilità di avere più volumi di lavoro, ma non sono in grado di acquistare la materia prima.

Questo problema lo abbiamo di fronte in tutto il gruppo, tant’è che in altri stabilimenti hanno proclamato iniziative di mobilitazioni sindacali, magari la Fim Cisl non ne è a conoscenza.

Vanno riacquisiti volumi produttivi adeguati, circa il doppio di quelli esistenti per tornare ad occupare tutti i lavoratori. Questo necessita di ulteriori impegni finanziari da parte della proprietà, il rame siamo convinti che possa ancora determinare le condizioni di rilancio, ma non possiamo stare a guardare da qui al prossimo anno.

Come Fiom riteniamo che il settore del rame debba essere parte della siderurgia complessiva per un paese che vuol continuare ad essere industriale e quindi deve rientrare in un’ottica di strategia nazionale, questo però lo dovremo conquistare. Ci muoveremo quindi anche in un rapporto di quadro nazionale e non ci limiteremo ad avere una visione locale giornaliera, proprio nell’interesse di tutti i lavoratori del gruppo Kme”.

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