Urbanizzazioni della SMI a Fornaci

-

Tra il 1915 e il 1916, in contemporanea ai lavori per lo stabilimento metallurgico, lungo il viale della stazione, per alloggiarvi gli impiegati, cominciarono quelli per la realizzazione di 4 villini bifamiliari e di 2 villette monofamiliari; fu intrapresa anche la costruzione di un albergo [quello che era il viale della stazione, in seguito alla sua impiccagione da parte degli Austriaci che lo avevano giudicato traditore della patria (1916), fu intitolato a Cesare Battisti, ex suddito austriaco, irredentista e socialista, che si era arruolato volontario nell’esercito italiano; la denominazione “Gorizia”, invece, all’albergo fu attribuita nel luglio 1916, dopo la conquista della città giuliana].

Nello stesso periodo, nel rione Caterozzo, nelle vicinanze del Rio Torbo, si iniziarono ad edificare le prime case per gli operai e, in Via delle File, la Caserma dei Carabinieri. L’anno successivo furono costruite altre 6 villette bifamiliari a un piano. Nel frattempo, anno 1916, era stato aperto uno spaccio aziendale che, chiuso durante il periodo delle occupazioni della fabbrica nel 1920, riaprì dal 1922.

Il gruppo Orlando, che per l’area industriale aveva utilizzato solo 15 dei quasi 50 Ha di terreno di sua pertinenza, destinò i rimanenti alla costruzione di un’azienda agricola condotta dalla società SMI. I prodotti lì coltivati furono venduti nello spaccio presente nella fabbrica e, in seguito, utilizzati dalla mensa aziendale. Quando si iniziò a vendere anche la carne rossa, approssimativamente dal periodo della seconda guerra mondiale, gli spacci diventarono due: quello di generi alimentari e carne e quello di tessuti ed altri generi di merceria (potevano farvi acquisti tutti coloro che avessero il tesserino della Società – i due spacci chiusero intorno agli Anni ’70 del secolo scorso).

Nel 1918, anno in cui furono ultimate le scuole materna ed elementare, la società degli Orlando iniziò la costruzione anche del cosiddetto “asilo Pascoli”, passato poi all’Istituto Nazionale di Assistenza per Orfani di Guerra Anormali Psichici inaugurato nel 1922. L’anno successivo (1923) fu terminato anche l’edificio a due piani destinato alle Scuole tecniche professionali (il primo direttore fu Severino De Villa). Al piano terra di quella struttura trovò spazio la scuola elementare, mentre la materna funzionò nei pressi del refettorio dell’istituto professionale. Nel 1928, con la nascita dell’Unione Sportiva Football Club, patrocinata dalla SMI, il gruppo Orlando realizzò pure un campo da gioco.

Due anni dopo, vista la necessità di costruire altre case per gli operai, fu realizzato un nuovo blocco di appartamenti. Anche questo, di fronte ai due blocchi edificati nel 1916 e separato soltanto dalla Strada Regionale 445 della Garfagnana, fu innalzato nei pressi del Rio Torbo. Quel lavoro, ad opera della ditta romana Ferro Beton, fu il primo esempio nella vallata di un’opera realizzata in cemento armato. Dopo alcuni anni, sul retro, ai lati della zona lavatoi, uno per ogni appartamento, furono costruiti una serie di piccoli vani (una sorta di sgabuzzini). I garage, invece, disposti in doppia fila al centro del cortile interno del blocco ad “U” costruito nel 1930, furono realizzati intorno alla metà degli Anni Sessanta.

Altri appartamenti, per gli impiegati, i cosiddetti “Casermoni”, due blocchi in linea situati perpendicolarmente al viale della stazione, furono terminati nel 1937. In quell’anno furono portate a compimento anche una palestra e il cinema-teatro. Appena due anni prima, invece, era stata inaugurata una nuova struttura scolastica per l’educazione professionale (sulla facciata sta scritto “AD 1935 – Studium Labor Et Scientia”). L’edificio, intitolato a “Luigi Orlando” (era morto due anni prima), ospitava l’asilo nido, la scuola materna, quella elementare, una scuola di lavoro, una di avviamento professionale e una ad indirizzo tecnico-professionale [In seguito, Anni ’60 del XX sec., una parte della struttura fu utilizzata come circolo ricreativo e successivamente (1986) come centro ricerche. Agli inizi del XXI secolo, nell’ormai ex laboratorio, gestito dalla Fondazione “Ing. Luigi Orlando”, venne allestito un museo di rilievo nazionale, dove vi si potevano trovare carteggi, documenti di archivio, materiale iconografico ed esemplari di macchinari utilizzati nei vari stabilimenti del gruppo. Da alcuni anni, purtroppo, il museo è stato smantellato]. Annesso a questa struttura, curata dall’ing. Ottavio Tironi, sorse un complesso sportivo. Quell’impianto, denominato il “campone”, fu realizzato solo ad uso e consumo delle famiglie di impiegati e dirigenti.

A questo punto non si può non accennare alla contrapposizione fra dirigenti-impiegati e operai, che non si manifestò soltanto per quanto concerneva gli impianti sportivi, ma si palesò anche per il tipo di abitazione assegnata (mentre per i primi le dimore erano collocate in una zona centrale del paese, per i secondi, oltre ad essere più piccole e modeste, erano decentrate). Anche con il vitto si evidenziò questa differenziazione: per gli impiegati la “mensa” era il ristorante dell’albergo “Gorizia”, mentre per gli operai, e per gli alunni figli di operai, la ristorazione era offerta dai refettori annessi rispettivamente allo stabilimento e al plesso scolastico. Uno dei periodi peggiori nei rapporti tra operai e impiegati fu dal termine della guerra fino al 1968, quando, l’ing. Orfeo Rabotti, alto dirigente dello stabilimento, si contraddistinse per il comportamento antisindacale e per il mantenimento, anzi l’involuzione, dell’antagonismo fra le due categorie di lavoratori. Per rafforzare questa situazione, dando istruzioni ai nuovi assunti atte a non equivocare il suo pensiero, tutti gli impiegati di quel periodo furono reclutati fuori zona. Le debite distanze fra le due classi sociali, una sorta di “apartheid”, furono evidenziate anche nella frequentazione dei bar: gli operai al “Capretz” e gli impiegati al “Centrale”. Nonostante l’ingegnere considerasse lo sciopero un vero e proprio crimine, quegli Anni ’60 furono percorsi da agitazioni e manifestazioni sindacali di una certa importanza. In particolare nell’anno 1963.

Con la rinuncia dell’ing. Rabotti nel 1968 e l’insediamento di Maceo Tallone, la situazione migliorò decisamente, anche se la contrapposizione tra le due categorie non si è mai annullata del tutto.

Ma riprendiamo a parlare dello sviluppo urbanistico. In seguito alla costruzione, da parte dell’Amministrazione comunale, della scuola elementare in Piazza IV Novembre e a quella per le medie statali in Via Repubblica (quest’ultima inaugurata nell’aprile 1962), una parte dell’edificio scolastico della SMI fu convertito in Circolo Ricreativo Culturale.

Gli investimenti del gruppo Orlando, come già avvenuto con la costruzione degli impianti sportivi o di edifici con destinazione sia pubblica che privata, andarono oltre quelli prettamente industriali. L’azienda, infatti, pianificò anche il dopo-lavoro. Furono realizzati bocciodromi e campi da tennis e, nel Viale Cesare Battisti, il cinema-teatro. In questo contesto va vista anche la nascita del “Circolino”, dove la gente poteva ballare, giocare a carte e a bocce… Furono organizzati concerti in fabbrica, corsi di istruzione di vario tipo, attività di escursione (ad esempio le “giornate bianche” all’Abetone)…

La presenza della fabbrica, di riflesso, nel corso del tempo ha contribuito a produrre anche un crescente sviluppo commerciale. Tra l’altro, alcuni dei venditori ambulanti che negli Anni ’30, nei giorni di paga, sostavano all’ingresso della SMI, nel dopoguerra aprirono dei veri e propri punti vendita che accrebbero le già molteplici attività presenti in paese, esercizi che, nei decenni successivi, aumentarono ulteriormente.

Tag: , , , ,

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.